Editoriale
Dopo un mese: bilancio e prospettive

 

 

 Siamo in rete da poco più di un mese, eppure sembra passato tanto tempo dalla serata del 6 maggio quando il nostro periodico venne presentato al pubblico nella riuscita manifestazione al Teatro Comunale. Era evidente il clima di attesa, di curiosità: troppo grande la novità, scontati, quindi, gli interrogativi che la nostra iniziativa poneva alla opinione pubblica.

I pareri e i commenti raccolti sono stati prevalentemenete positivi. Non può non suscitare una benevola attenzione lo sforzo e l’impegno di un gruppo di amici animati dal desiderio di offrire uno strumento di dialogo e di confronto alla comunità non solo cittadina, ma dell’intero territorio.

Certo, c’è la nostalgia del cartaceo ed è comprensibile la fatica ad adeguarsi ad nuovo mezzo di comunicazione che non conosce confini e permette di spaziare oltre i quotidiani, ristretti orizzonti.

I riscontri che abbiamo avuto ci permettono di tracciare un primo, anche se provvisorio bilancio ispirato all’ottimismo. Sono stati oltre 1.100 i contatti registrati e circa 2.500 le pagine consultate: numeri che raccontato, nella loro calda aridità, un interesse forte, una attenzione costante, una abitudine che sta portando decine di persone a sentire il bisogno quotidiano di andare su indialogo.info per vedere cosa c’è di nuovo, per essere aggiornati sulla vita e le vicende della nostra città. 

Ci risulta che tanti amici che abitano fuori Atri e anche all’estero hanno trovato nel nostro periodico un legame forte con la città di origine, con il ‘profumo’ della propria terra che li raggiunge attraverso i misteriosi e affascinanti percorsi digitali…

In questo mese abbiamo cercato di aggiornare il sito, continuamente, con articoli, notizie, interventi culturalmente forti. E’ un giornale vivo che vuole raccontare la storia viva della nostra comunità, con lo sguardo rivolto al passato perché senza radici non c’è futuro e con la costante attenzione all’attualità perché il contatto con la cronaca ci impedisce di vivere soltanto di memoria.

Ampio spazio è stato dedicato al nuovo Piano Regolatore Generale, nella convinzione che non ci si può lamentare delle prospettive del domani se oggi non c’è coinvolgimento, conoscenza, impegno e volontà di partecipare a tracciare il futuro di Atri e del suo territorio. Non è un tema riservato ai tecnici, agli addetti ai lavori, ma coinvolge tutti i cittadini, aldilà dei pur legittimi interessi, perché nel prossimo decennio la città sarà come oggi viene immaginata e disegnata.

C’è ancora tanto da fare, lo sappiamo. Indialogo è una creatura neonata, deve crescere, irrobustirsi, vestirsi di una grafica sempre più accattivante. Per farlo chiediamo la collaborazione, stimoliamo la partecipazione, invitiamo a provare il gusto di frequentare una piazza elettronica dove è possibile scambiare idee e progetti, nel reciproco rispetto e nella libertà di opinioni.

Dateci tempo e offriteci, cari lettori, il vostro aiuto. Potete scrivere per esprimere i vostri pareri e narrarci le vostre storie, potete contribuire con il classico ‘passaparola’ per farci conoscere, segnalando a parenti ed amici l’esistenza di un giornale tutto nuovo che ha l’intelligente ambizione di contribuire a rendere più maturo il senso civico, più nuova la nostra città.

Se troviamo le risorse adeguate confidiamo di uscire, ancora, in edizione cartacea per accompagnare in maniera forte il cammino di un periodico il cui successo è legato alla simpatia, alla cordialità, alla attenzione che ci avete dato e, speriamo,  continuerete ad offrirci.

La nostra gratitudine, sentita e vera, va a tutti coloro che ci hanno visitato, che hanno letto le nostre pagine, che hanno collaborato percependo la validità di uno strumento di comunicazione che ha già trovato la sua efficace collocazione in un mondo mediatico in costante evoluzione.

“L’arcobaleno non può attendere”, abbiamo scritto nel primo editoriale. Lasciateci pensare che i colori dell’iride non disertano il cielo della nostra storia divenendo sempre più brillanti grazie a tanti pennelli impegnati non ad imbrattare tele, ma a disegnare un futuro amico, tracciando,con intelligenza, i segni della speranza e della concorde volontà di operare per il bene della nostra  città.

 Paolo Pallini