PARTECIPAZIONE E TRASPARENZA, BINARI OBBLIGATI PER VIAGGIARE VERSO IL FUTURO

 

Il Progetto di Multilevel  Governance rappresenta senza dubbio una nuova frontiera della programmazione del territorio. I profondi cambiamenti chela P.A.ha vissuto a partire dagli anni '90 impongono sempre più  forme e metodi di governance che ,in attuazione del principio costituzionale della sussidiarietà , presuppongono un approccio partecipativo con cui  Enti locali e stakeholders ,in una dimensione orizzontale ,tendono  al superamento dei conflitti ed al raggiungimento del consenso .

In quest'ottica le riflessioni relative ai redigendi Piani sono inevitabilmente due, di metodo e di merito.

Dal punto di vista metodologico e' senza dubbio apprezzabile la via percorsa, quella dell'incontro e del confronto con i cittadini, con il territorio concepito nella sua dimensione dinamica e vitale, evitando così ,parafrasando Calvino ,che la città sia invisibile non perché non ci sia,ma perché nasconde  sempre un qualcosa che ai nostri occhi sfugge sempre.

Se  la scelta percorsa dalla maggioranza ha questo fine,non posso che esprimere condivisione per aver interpretato il bisogno vero della partecipazione.  Partecipazione e trasparenza che dovranno diventare  inevitabilmente i binari su cui cammineranno  gli strumenti urbanistici nella fase della loro adozione e soprattutto  in quella osservativa .

Sotto il profilo del merito,è evidente che le considerazioni seguenti non hanno la presunzione della  puntualità  e dell’ approfondimento, poiché  il corposo materiale  necessita di una lettura critica ed analitica che sarà oggetto di discussione consiliare nei prossimi mesi.

 Pertanto mi limiterò a spunti e schizzi riflessivi .

Credo,innanzitutto, sia fondamentale comprendere cosa sia oggi Atri .  Città d’arte? Città di servizi? Città agricola? Città industriale?  Personalmente ,come ebbi modo di esprimere in occasione dell’approvazione del Piano Strategico , credo che Atri sia, per una serie intrecciata di fattori , forse la somma di questi aspetti , perché nessuno di essi prevale sull’altro da esserne la risorsa trainante .Mi piace definirla una vox media sulla quale le si possono cucire un serie di aggettivi che però sono anch’essi “medi”, Atri è ,in sostanza l’insieme di tanti aspetti, ma  nessuno prevale su di essi. Giunge  al suo appuntamento con la modernità , agganciata e sganciata al tempo stesso a tutti quei fenomeni di sviluppo centripeto  che hanno caratterizzato la fascia costiera . Ne ha subito il blocco demografico, la continua minaccia di sopravvivenza dei suoi servizi ,ne ha guadagnato la definizione di presidio storico-culturale , che però, pur  universalmente riconosciuto, non si è tradotto in una specifica  ricaduta economica.  La sua è ,oggi, una condizione  di retroguardia , data da ragioni innumerevoli , dalla  posizione  che la rende una sorta di comune dell’interno vicino alla costa, dall’andamento demografico , sempre costante ,  dalle esigue  risorse finanziarie , in sostanza da uno sviluppo anomalo e limitato che rendono molto difficile  la definizione della sua identità.

 

Il filo rosso che attraversa i diversi Piani è il “consumo 0 del territorio “ che ,indubbiamente  predispone suggestivamente .

 Ma , mi chiedo, è un principio applicabile “erga omnes” ? E’ innegabile che il criterio discenda dalle linee guida del redigendo Piano Territoriale  Provinciale, ma è altrettanto innegabile che Atri, per suo merito ,ha avuto uno sviluppo edilizio più virtuoso,  ha contenuto, rispetto al disordine di diversi centri costieri , la speculazione edilizia .

Il piano  regolatore rappresenta l’atto politico per eccellenza di un’Amministrazione : fotografa il presente per tracciare il futuro della città, delineando cosa vuole che sia.

Personalmente  guardo  alla progettualità, all’idea  della pianificazione con spirito costruttivo, senza alcun retro pensiero ,ma mi chiedo quale città sia stata immaginata ,quale futuro .

Sarà fondamentale,pertanto, un confronto con i redattori dei Piani ,per comprendere l’idea  di città  sottesa,  così come ritengo necessario, per la migliore analisi possibile ,  ascoltare  le voci del territorio .

Gabriella Liberatore Capogruppo PD Atri