L’ARCIVESCOVO CAPOVILLA NOMINATO CARDINALE

E’ STATO DUE VOLTE NELLA NOSTRA CITTA’

 

Papa Francesco all’Angelus dell’11 gennaio, festa del Battesimo del Signore, ha annunciato i nuovi Cardinali. Tra questi, anche se non entrerà in un prossimo Conclave, lo storico segretario particolare del Beato Giovanni XXIII che il 27 aprile prossimo, domenica IIa di Pasqua della Divina Misericordia, sarà canonizzato con il Beato Giovanni Paolo II.

Mons. Capovilla è nato a Pontelongo (Padova) nel 1915 da genitori operai. Entrato nel Seminario Patriarcale di Venezia fu ordinato sacerdote nel 1940 e tra gli incarichi ebbe quello di direttore del settimanale diocesano della città lagunare.

Papa Roncalli, giunto a Venezia nel 1953 lo nominò suo segretario particolare. E nel 1958 divenne segretario del Papa buono. Alla morte del Papa fu perito conciliare e nel 1967 il Ven. Paolo VI, consacrandolo di persona, lo nominò Arcivescovo di Chieti, subentrando a Mons. Giovan Battista Bosio, compaesano di Papa Montini e suo docente al Seminario di Brescia.

Mons. Capovilla conquistò subito il cuore degli abruzzesi, essendo l’Arcivescovo della sede “primaziale”, l’unica Metropolia della regione, non ancora unita al Molise. Nel capoluogo marrucino portò il rinnovamento conciliare come Padre Abele a Teramo e Atri, e forse qualche conservatore non lo gradì fino in fondo. Diversi rimasero male quando ad una processione del Cristo Morto a Chieti, a causa della pioggia, ordinò di eseguire un giro più breve. Cosa analoga accaduta anche a Mons. Conigli con l’antelucana processione del Venerdì Santo a Teramo.

Papa Montini nel 1971 lo trasferì a Loreto, assegnandogli la sede titolare di Mesembria, la stessa di Papa Roncalli quando era Nunzio in Bulgaria, Francia e Turchia. Pertanto Mons. Capovilla non è emerito né di Loreto né di Chieti, e conserva con entrambe le città un grande rapporto affettivo. Paolo VI aveva pensato come successore Mons. Clemente Riva, un giovane rosminiano bergamasco che divenne poi Vescovo ausiliare di Roma, molto impegnato nell’ecumenismo, ma poi la scelta cadde su Mons. Vincenzo Fagiolo, giurista laziale che durante l’ultimo conflitto mondiale si era impegnato per salvare diversi ebrei. Fu elevato anche lui al cardinalato e presenziò in Atri per la festa di S. Rita dell’anno 2000, primo centenario della canonizzazione della Santa degli impossibili.

Da Prelato di Loreto e Delegato Pontificio per il Santuario è venuto due volte ad Atri. La prima, il 18 maggio1985, inoccasione della venuta dell’immagine della Vergine Lauretana nella diocesi di Teramo e Atri che si preparava al Congresso Eucaristico. La copia della statua conservata nella Santa Casa passò la notte dell’Ascensione nella Basilica Cattedrale.

La seconda, il 29 giugno 1986, nel primo anniversario della storica visita di Papa Woytila ad Atri. L’Arcivescovo Capovilla giunse nel pomeriggio nella città dei calanchi e visitò il museo capitolare. Celebrò la S. Messa vespertina in Cattedrale, circondato dai canonici in mozzetta violacea e nell’omelia si soffermò su un pannello di Andrea Delitio, mistero di gioia e dolore, lo smarrimento e il ritrovamento di Gesù nel tempio. Al termine, in Piazza Duomo, avvenne la benedizione della lapide che tuttora campeggia all’ombra della Cattedrale.

Gli atriani mantennero sempre un rapporto affettuoso con Mons. Capovilla, soprattutto attraverso i pellegrinaggi a Loreto, non solo quello dell’Unitalsi in luglio, ma anche in occasione della festa patronale di Loreto, l’8 settembre, festa della Natività di Maria Santissima. Con emozione si aspettava il Prelato che si affacciava dalla loggia dirimpetto alla Basilica per l’esortazione e la benedizione. Per molti era già Cardinale. Qualcuno si lamentava che durante la visita del Beato Giovanni Paolo II non c’era neanche un porporato. In realtà ce ne furono due, il suo segretario particolare Don Stanislao e l’Arcivescovo Capovilla.

Nel 1988, dopo le solenni celebrazioni dell’anno mariano, Don Loris (come è ancora affettuosamente chiamato) presentò le dimissioni da Prelato di Loreto, mentre Padre Abele si dimetteva da Vescovo di Teramo-Atri. Felice coincidenza, se si pensa all’amicizia tra i due Vescovi. E i rispettivi successori, Mons. Pasquale Macchi, già segretario di Paolo VI e Mons. Antonio Nuzzi fecero il solenne ingresso entrambi il 4 marzo, vigilia della IVa domenica di Quaresima. L’Arcivescovo Nuzzi sette giorni dopo fece la prima visita solenne ad Atri, celebrando la prima volta nella Concattedrale.

Mons. Capovilla si ritirò in un primo momento ad Arre, dai parenti, presso Padova, ma subito dopo scelse Sotto il Monte per custodire la memoria del Papa buono. Il paese della provincia di Bergamo è diventato meta di pellegrinaggio, anche prima della beatificazione di Papa Roncalli, con la cura dei padri del PIME, il cui religioso più conosciuto è P. Piero Gheddo che commentò per alcuni anni il Vangelo sulla TV di Stato il sabato sera.

Subito dopo la sua morte vi si stabilì P. David Maria Turoldo, protagonista della letteratura religiosa del XX secolo, coscienza inquieta della Chiesa. Nell’abbazia di S. Egidio a Fontanella, nel comune di Sotto il Monte, fondò un centro ecumenico e la sua Messa domenicale era seguita da tanti pellegrini.

Per l’Abruzzo è una grande gioia. Ma anche per Atri, il cui Vescovo, dal XIV secolo ha il privilegio dello zucchetto rosso, come quello dei principi della Chiesa. Eliminato e ripristinato a più riprese, l’antica consuetudine ricorda il rapporto privilegiato della città degli Acquaviva con la Chiesa di Roma. Dal 22 febbraio prossimo ancora più forte, perché Papa Francesco imporrà la berretta e poi l’anello cardinalizio ad un altro illustre ospite di Atri.

SANTINO VERNA