MARIO CARNICELLI: IL GRANDE FOTOGRAFO CON ATRI NEL CUORE

Il 3 novembre é uscito su la “Domenica da Collezione”, l'inserto de “Il Sole 24 Ore” che si occupa degli eventi più significativi del panorama culturale mondiale, un articolo su Mario Carnicelli, fotografo di origini atriane e toscano di adozione. L'occasione é stata offerta dalla notizia che Danilo Montanari, celebre editore di arte e fotografia, sta selezionando le 6x6 scattate da Carnicelli durante le esequie di Palmiro Togliatti con l'intento di farne un volume  che sarà pubblicato per il cinquantenario della morte del leader PCI.

Scrive la giornalista Laura Leonelli: ”Quaranta stampe, chiuse in una scatola di legno, come un regalo alla storia del Paese. Perchè, al di là delle scelte di partito, é dell'Italia che parlano le fotografie di Mario Carnicelli: un' Italia che credeva nella politica e nel diritto/dovere della politica”. Carnicelli, infatti, ha documentato soprattutto la partecipazione popolare ai funerali di Togliatti.

Nell'intervista, Mario ha ricordato, tra l'altro, di essere stato lui, prima di tutti fotografi accorsi da varie nazioni, ad ottenere l'autorizzazione a fare foto nella camera ardente e che uno dei primi scatti fu quello al famoso pittore Renato Guttuso di guardia al feretro. Guttuso, a sua volta, dipinse accanto a sé il fotoreporter atriano nel celebre quadro che rievoca l'ultimo saluto al “Migliore”. A questo punto corre l'obbligo di raccontare un episodio a dir poco curioso: per oltre quarant'anni il volto di Carnicelli é rimasto una presenza misteriosa, nascosta nella folla di personaggi famosi che popola l'immensa tela dipinta da Guttuso nel 1972. Pochi mesi fa, alcuni collaboratori del fotografo che lavoravano alla scannerizzazione della tela hanno scoperto, con emozione e comprensibile soddisfazione, che il volto dipinto di profilo, parzialmente coperto da una Hasselblad, era quello di Mario Carnicelli e così, finalmente, é stato possibile dare un nome a quella presenza misteriosa che a lungo ha incuriosito i critici d'arte.

Ma, al di là di tutte queste notizie che appartengono ormai alla storia d'Italia, quello che si evidenzia in modo inequivocabile nell'intervista a Carnicelli é il ricordo commosso delle sue origini atriane che prende corpo anche attraverso la rievocazione delle vicende umane e politiche del padre e del nonno, anch'essi atriani e vissuti a lungo nella nostra città.

Insomma, pur avendo lasciato Atri all'età di dodici anni, é Atri che Mario porta sempre nel cuore. Lo testimonia il fatto che vi fa ritorno con gioia ogni volta che gli é possibile, che agli atriani ha scattato migliaia di foto selezionate e raccolte in tre volumi che attendono di essere pubblicati. E sarebbe un vero peccato se non si trovasse il modo di farlo!

Probabilmente molti non conoscono l'attività di questo fotografo che ha lavorato e fatto fortuna tra Firenze e Pistoia. Molti, però, l'avranno visto aggirarsi tra le vie del paese con la sua  macchina a tracolla e con la compagna a fianco, a scattar foto in occasione dei momenti più significativi per la collettività, Forse sarebbe il caso che soprattutto le nuove generazioni approfondissero la conoscenza di questo atriano, la cui attività, come quella di altri in campi diversi, costituisce senza dubbio un vanto per la nostra città.

Gabriella Romano