Riflessioni di una giovane studentessa sulla condizione femminile nel mondo

LA DONNA E’ VITA, NON UN OGGETTO!

Oriente e Occidente sono molto diversi tra loro per posizione geografica, cultura, tradizioni, religione e anche per la vita che conduce una donna. Un errore comune è quello di pensare che in Occidente le donne siano completamente libere e rispettate, associando invece quelle orientali all’Islam più radicale, che le costringe ad indossare il burqa.

Analizziamo a grandi linee entrambe le condizioni, iniziando dal mondo islamico. Fin dai tempi più antichi, in Medio Oriente si sono sviluppate le più grandi civiltà: basti pensare alla Mesopotamia, o al meraviglioso Egitto con i suoi innumerevoli culti, tradizioni e meraviglie architettoniche! Com'è possibile che –facendo le dovute differenze tra singole aree, regioni e classi sociali-  in Stati così ricchi di cultura e con un passato segnato dall'intreccio di svariate popolazioni, oggi non si riesca a superare una visione della donna per molti aspetti arcaico-medievale, segnata dalla subordinazione all’uomo? Chi scrive ritiene che il problema derivi dalla mentalità dominante, che confonde tradizione con violazione dei diritti della donna: in questo caso il rispetto delle tradizioni diventa sinonimo di ignoranza. Perché in alcuni Paesi islamici una donna non può votare o viene scoraggiata a farlo? Perché non ha il diritto di mostrare il suo viso? Perché le viene violentemente tolta la possibilità di sentirsi donna? Le situazioni, ripetiamo, sono differenti nei diversi Stati, e il problema di fondo risiede nell'estremizzazione dell'Islam, che prende forma nell'applicazione radicale della “SHARIA”. Tale legge islamica vige in alcune nazioni e prevede che quanto è scritto nel Corano deve prendere forma nel sociale, pertanto la donna deve essere sottoposta in tutto e per tutto all'autorità del marito o del padre. Il diritto non fa che rinforzare questa forte discriminazione: in ambito penale un uomo può addirittura ottenere delle attenuanti se uccide sua figlia o sua moglie!

In Occidente la legislazione è diversa, non essendo improntata sul fanatismo religioso: basti pensare all’articolo 3 della nostra Costituzione, secondo il quale “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”

Dopo secoli di dure lotte, la donna è riuscita ad affermare i propri diritti, almeno sulla carta, ma purtroppo permangono situazioni di discriminazione e violenza sessista. Qual è il vero problema? In molti strati della nostra società permane un concetto difficile da sradicare: la donna rappresenta il sesso debole. Sembra banale affermarlo, ma persino la televisione ha le sue responsabilità, in quanto propone immagini di donne per lo più donne volgari e seminude, senza un minimo spessore culturale: la donna deve essere esclusivamente bella, un oggetto con cui divertirsi perché priva d'intelligenza.

Un altro problema è la mentalità di alcuni uomini che, accecati dalla gelosia e da amori non corrisposti, picchiano e uccidono donne con una semplicità inaudita. Il “femminicidio”, termine coniato di recente per indicare le uccisioni di donne da parte di uomini, negli ultimi anni ha avuto un aumento spaventoso: in Italia nel 2012 ci sono state ben 124 vittime, una vera “epidemia”! Ma quali sono le motivazioni che spingono gli uomini a compiere questi gesti brutali? Molti affermano che un uomo, convinto di aver ricevuto colpi al suo orgoglio, pensa di poter tranquillamente uccidere una donna per pura vendetta; la giustificazione? “Io sono uomo, io posso fare tutto per difendere la mia virilità e il mio amore egoista.” E' molto importante, in questo caso, utilizzare l'espressione “amore egoista”: il vero amore rende la donna libera e felice, non tormentata e perseguitata da colui che dovrebbe amarla!

Quello che dovrebbe cambiare è prima di tutto la mentalità dominante: nella nostra società non dovrebbero esistere né maschilismo né femminismo, non dovrebbero esserci differenze tra uomo e donna; in fondo, non abbiamo tutti un corpo e un cervello? Non dovrebbe nemmeno esistere il concetto di “sesso debole”… La donna non è una merce, la merce è una radio o un paio di scarpe. La donna è vita: studia, legge, cucina, si sacrifica per raggiungere i suoi obiettivi, come l’uomo d'altronde, ma perché questo non le viene riconosciuto? Una donna per affermarsi non deve possedere necessariamente un fisico invidiabile o un viso perfetto, al contrario di ciò che i mezzi di comunicazione ci fanno credere, ma intelligenza, onestà, spessore morale…è giunta l’ora di riconoscerlo!                                                                       

SILVIA TONDO, III I.T.C. “A. ZOLI”