RITI E TRADIZIONI DELLA NOSTRA TERRA

I 15 ANNI DEL “PASSAGALLO”, COMPAGNIA DI CANTO POPOLARE

Nel 1998 nasceva a Pineto, dopo 14 anni di ricerca sul campo, la compagnia di canto popolare “Il Passagallo”, conosciuto anche nella dizione vernacolare, simile a quella italiana.

Fondatore e attuale animatore è Carlo Di Silvestre, etnomusicologo, laureato presso il DAMS di Bologna, allievo di Roberto Leydi, uno dei padri italiani dell’antropologia della musica. La ricerca del docente pinetese ha avuto per area luoghi sperduti della montagna teramana dove gli abitanti, superata la diffidenza, hanno estratto tesori dall’arca della demologia, attraverso il metodo di quella che era definita “musicologia comparata”: registrazione, trascrizione con criterio di fedelta’, analisi del contesto, ovvero l’approfondimento antropologico (la cultura studiata dall’interno), analisi del testo e analisi del brano.

Una delle prime citta’ dove si e’ esibita la compagine pinetese e’ stata Padova, presso il sodalizio abruzzese-molisano, fondato nel 1979 e animato da Armando Traini, di S.Margherita di Atri.

Il Passagallo si e’ occupato dei canti del ciclo biologico, come la partenza della sposa e di quello calendariale, legato a riti di fertilita’ e propiziazione. E’ il caso dei canti di questua di S.Antonio Abate, dove avveniva lo scambio dei poteri propiziatori della squadra dei cantori e dei suonatori con i doni in natura del padrone di casa. Non era tanto un compenso per l’esibizione, perche’ mancavano le pretese melodrammatiche e le velleita’ virtuosistiche, dato che nel solstizio invernale, la famiglia piu’ abbiente doveva, nel nome di S.Antonio o di altri Santi o Misteri, donare qualcosa ai piu’ poveri. Le rappresentazioni nel 2002 sono state portate, nella versione itinerante, nei borghi storici delle Terre del Cerrano, Atri, Montepagano, Mutignano, Silvi Paese, legati dalla storia antica e recente, con l’accompagnamento di strumenti etnodemologici quali la fisarmonica bitonale, il tamburo a frizione, il triangolo etc. a cui si potevano aggiungere oggetti da cucina semplicemente per amplificare il rumore.

Altri canti del Passagallo, quelli della Passione, nei primi giorni della Settimana Santa, dove i passionari, senza abbigliamenti particolari, narravano in canto e musicala Passione del Cristo e il dolore della Madonna, ricevendo in cambio uova. Ai canti della Passione, per contiguita’ calendariale, appartiene anche quello dell’Annunziata, indagato da Emiliano Giancristofaro, relativo a un fatto di sangue, portato annualmente a Villa Pasquini di Lanciano, il 25 marzo.

Nel 2009, grazie alla Regione Abruzzo e all’Assessorato alla Cultura del Comune di Pineto, e’ nato il Museo Etnomusicologico d’Abruzzo, presso Villa Filiani, nel pieno centro della cittadina rivierasca che inizialmente si chiamava proprio Villa Filiani, dal cognome della famiglia atriana che assieme ai Corvi, ai Sanguedolce e ai Sorricchio si era trasferita a Mutignano. Nel museo e’ presente un percorso didattico dove compare il calascione, uno strumento-chiave dell’antropologia musicale, parente della tiorba napoletana che dal XVII sec. ha accompagnato momenti sacri e profani della vita partenopea.

Il Passagallo e’ partner del CATA, Centro Antropologico Territoriale d’Abruzzo, erede del GUTA, Gruppo Universitario Tradizioni Antiche, con sede presso l’Universita’ degli Studi Gabriele D’Annunzio di Chieti-Pescara. Diversi sono gli studenti, soprattutto delle facolta’ che hanno per oggetto il rapporto uomo-ambiente vale a dire lettere e geologia che, rivestiti di abiti caratteristici, fanno esibizioni in tutta la regione e anche oltre, ma questa volta senza l’ingenuita’ e la rivisitazione arcadica e bucolica di quello che andava sotto il nome di folklore.

Quindici anni del Passagallo, significa la quarta fase del canto popolare abruzzese, dopo quella francavillese della fine del XIX secolo, le Maggiolate ortonesi e atriane del periodo tra le due guerre e l’exploit dei cori folkloristici negli anni ’70 e ’80. Una quarta fase che costituisce l’alter ego del canto abruzzese d’autore, vale a dire Albanese, Di Jorio, Polsi per fare i nomi piu’ famosi, per ribadire la fierezza di essere abruzzesi.

SANTINO VERNA.