UNA AMARA VICENDA

MARINO: Moralizzatore o pataccaro

Che tristezza, che grande tristezza. Che pena, che grande pena che grandissima pena.

Marino mi riporta alla memoria un proverbio “tanto tuonò che piovve”. Per il funerale di Casamonica la colpa é del parroco e di Vespa mentre per il suo viaggio in America la colpa è dal Papa e dei giornalisti.

Veniamo ai fatti. Già prima di partire il viaggio di Marino aveva scatenato un mare di polemiche e così il Messaggero è costretto ad intervistarlo e Marino afferma “Quando mi è stato riferito che avrebbero avuto  piacere della mia presenza negli appuntamenti del Santo Padre a Filadelfia ho detto a monsignor Paglia che sarei stato lieto di partecipare all’organizzazione”. Una breve digressione, perché chiamare Paglia monsignore (come hanno fatto tutti i giornali) se è vescovo di Narni?

Nell’intervista, sono tutte parole di Marino senza contraddittorio, c’è compiacimento, non si sa da parte di chi, ma non c’è invito,  c’è un autoinvito ma non c’è la risposta. Dall’intervista non si capisce da dove venga fuori l’invito da parte del Papa. Marino è stato l’unico a presentarsi con la fascia tricolore di sindaco in una riunione non istituzionale.

Nel viaggio di ritorno alla domanda dei giornalisti (cattivi maestri come Vespa) il Papa osa rispondere “Non ho invitato io il sindaco di Roma. Chiaro?”. La parola chiaro fa capire tutta l’irritazione e la rabbia del Papa per questa partecipazione ingombrante. Ma non finisce qui il Papa aggiunge “L’ho domandato agli organizzatori e neppure loro lo hanno invitato”. Se non c’era nulla come mai il Papa ha sentito il bisogno di chiedere lumi agli organizzatori, ma probabilmente in America tra gli addetti girava la versione che Marino fosse stato invitato dal Papa. Il Papa è stato chiaro e categorico a smentire tutto e a dire tutta la verità. Praticamente il Papa ha scaricato Marino e lui non si accorge di niente.

Nel suo ritorno a Roma, Marino ci tiene a precisare che non è stato invitato dal Papa e che non l’ha mai detto, dichiara di essere stato invitato dall’università e dal vescovo di Filadelfia, che immediatamente smentiscono. Si fa intervistare da Di Mare ed ha la sfrontatezza di dire che il giornalista ha travisato tutto e che il Papa non doveva rispondere alla domanda del giornalista. Praticamente insegna al Papa cosa deve fare e dire. E così invece di fare mea culpa addossa tutta la colpa al Papa e al giornalista.

Dopo tutto quello che è successo i consiglieri comunali vanno a vedere chi ha pagato e scoprono che ci sono 50 milioni di spese di rappresentanza pagate dal comune con la carta personale, tra cui numerose cene. Marino dichiara che sono spese e cene istituzionali ma tutte le organizzazioni interessate smentiscono immediatamente e tutti i ristoratori affermano che erano cene con i familiari.

A queste scoperte Orfini, segretario del PD romano, dichiara che “il PD non va dietro gli scontrini ma pensa alla politica”. Che pena mi ha fatto Orfini, le cene con la famiglia pagate con i soldi pubblici sono scontrini, se fatte dagli uomini del PD, e non furto o peculato secondo la legge o come capita a quelli che non sono del PD.

Il pataccaro a Roma è la persona che vende patacche al posto di monete o oro ed è sottinteso come colui che vende cose false per vere, che vende cose che non valgono niente per tesori. Orbene, per me Marino è un pataccaro ed anche di quelli falsi. A Marino bisogna ricordare che in America si sono dimessi diversi presidenti per aver raccontate bugie ma bisogna ricordare ai finti sprovveduti e a quelli che fino a ieri mi hanno raccontato di un Marino ingenuo e puro che il nostro sindaco ha cercato di rubare alla società americana con cui lavorava ma che questa lo ha licenziato in tronco.

Marino mi fa ricordare un altro proverbio, che i nostri genitori ci ripetevano sempre “il riso abbonda sulla bocca degli stolti”. Il suo sorriso, il suo riso sguaiato mi ricorda questo proverbio e mi fa pensare che ci voglia prendere in giro. La buffonata di questa mattina di regalare 20.000 Euro al comune di Roma se lo poteva risparmiare.

Nicola Dell’Arena