L'ORDINAZIONE EPISCOPALE DI M0NS. DOMENICO POMPILI

UN VESCOVO CON UN CUORE DI CARNE

Finalmente, dopo una mattinata bagnata da intensi scrosci di pioggia, il cielo si apre e il sole abbraccia con la sua luce l'antica città di Rieti che , dopo 90 anni, sta per vivere un evento che passerà alla storia: l'ordinazione episcopale del suo nuovo Pastore.

Tutto è pronto per accogliere il nuovo vescovo. La preparazione è stata intensa, i volontari hanno lavorato a pieno ritmo per dare il benvenuto a "colui che viene nel nome del Signore".

Il suono festoso della campane scende dall'antica torre campanaria e inonda Piazza Cesare Battisti gremita di gente che attende il nuovo vescovo. Puntualissimo, alle 16,15, giunge sorridente Mons. Domenico Pompili. Stringe le mani che si protendono verso di lui, sul suo volto il sorriso e la gioiosa serenità che brilla nei suoi occhi.

I 34 Vescovi e i 4 cardinali indossano i paramenti sacri nella vicina Prefettura. La processione d'ingresso sfila lungo il percorso verso la cattedrale. Le mitrie brillano, baciate dal sole e accarezzate dal leggero venticello che sale verso la piazza che diventa una chiesa all'aperto.  Un gruppo ecclesiale smette di cantare e ci concede di seguire sul maxischermo la intensa e solenne liturgia. Il rito liturgico ha il ritmo maestoso delle grande celebrazioni che raccontano la grandezza e la bellezza del mistero.

Il cardinale Bagnasco, presidente della Cei, si rivolge al consacrando con parole di una rara e dolce intensità. "Riceverai una paternità nuova una paternità nuova che ispirerà il tuo modo di pensare e di amare, di guardare il tuo popolo, il tuo clero, la tua vita". Ricorda i molti anni di servizio alla Cei come sottosegretario e direttore dell'Ufficio ci comunicazioni sociali.

I fedeli seguono con attenzione, in un religioso silenzio. Una giovane coppia di sposi, abbracciati, hanno lo sguardo fisso sullo schermo. Un gruppo di suore prega, i volontari scout distribuiscono ristoratrici bottigliette d'acqua.

Il cardinale prosegue parlando a cuore aperto al nuovo vescovo: "Quando nel segreto della sera rivedrai le tue giornate non esaminarti tanto su ciò che hai fatto ma su ciò che sei stato...il nostro ministero non dipende tanto dalle nostre qualità e neppure in primo luogo dall'offrire il nostro cuore agli altri: dipende innanzitutto dall'offrire il nostro cuore a Dio".

La celebrazione si snoda con solennità e affidandosi all'antico  linguaggio dei segni. Sarebbe stata utile la voce di un commentatore per aiutare a cogliere il valore simbolico e penetrante dei gesti rituali carichi di intenso significato.

Una pausa caffè ci permette di sostare nella attigua elegante piazza Vittorio Emanuele cogliendo il volto dell'altra città che non si sente coinvolta nell'evento. E'  la "periferia esistenziale" che Mons. Pompili  è chiamato a frequentare per  portarvi la buona notizia dell'amore del Padre che ha uno sguardo di tenerezza per  tutti i suoi figli.

La liturgia ha raggiunto il suo culmine: la consegna della mitria, del pastorale, l'insediamento nella cattedra vescovile. Ora e' il nuovo Vescovo a presiedere la celebrazione.  Scendono le prime ombre della sera che avanza. La telecamera inquadra il le facce  bagnate di lacrime di gioia dei genitori e ci mostra la commozione del neo Pastore che nel saluto finale ringrazia il papà e la mamma... Il tocco di umanità  rende ancora più gradevole un vescovo con il cuore di carne solcato da emozioni. Senza cuore ,infatti, si rimane freddi burocrati e non c'è annuncio che riesca a varcare la soglia delicata ed esigente della coscienza.

Il corteo si dirige di nuovo verso la Prefettura. Gli applausi si uniscono al suono avvolgente delle campane. Tutto è finito, tutto inizia.  Ora "don Domenico" dovrà essere per il suo popolo il volto tenero e stupendo di Dio.

I nostri auguri sono veri e profondi segnati dal desiderio di rivederlo ad Atri dove, nella Quaresima del 2009, celebrò l'Eucarestia nella nostra meravigliosa Cattedrale.

Paolo Pallini