PERSONAGGI CHE HANNO FATTO LA STORIA

FILIPPO TURATI, IL PADRE DEL SOCIALISMO ITALIANO

Senza alcun dubbio Filippo Turati è stato il padre del Socialismo Italiano,il riformista per antonomasia. Tale termine gli permetteva di contraddistinguersi come capo corrente nel nascente Partito Socialista Italiano;nel 1892 fondò a Genova(luogo in cui i congressisti si riunirono per usufruire degli sconti ferroviari concessi per le celebrazioni colombiane del 400esimo anniversario della scoperta dell’America) il Partito dei Lavoratori, divenuto poi P.S.I., insieme a Claudio Treves,Leonida Bissolati(che nel 1896 fu il primo direttore dell’AVANTI!), Andrea Costa e Anna Kuliscioff ,sua compagna di vita. Insieme a lei diede vita nel 1891 alla rivista quindicinale “CRITICA SOCIALE”,periodico culturale di orientamento positivista. Il riformismo di Turati non era però tenuto nella giusta considerazione all’interno dell’intellighenzia di sinistra ancora in subbuglio per la Rivoluzione Russa,affascinata dall’esperienza dei soviet,i quali si sarebbero voluti attuare in Italia mediante i consigli di fabbrica. Nel 1982,in occasione del 50esimo della morte di Turati,ci fu un dibattito di altissimo livello riguardo la crisi del sistema politico sovietico a cui presero parte importantissime figure della sinistra italiana,compresi autorevoli dirigenti del PCI(come U. Terracini), e riconobbero che Turati aveva ragione. Vorrei in proposito riportare un passaggio del suo intervento al congresso del 1921 che diede vita alla scissione  e alla nascita del Partito Comunista d’Italia << …Ond’è che quand’anche voi aveste organizzato i soviet in Italia se uscirete salvi dalla reazione che avrete provocata e se vorrete fare qualcosa che sia veramente rivoluzionario,qualcosa che rimanga come elemento di società nuova,voi sarete forzati a vostro dispetto a ripercorrere la nostra via riformista, perché essa è la via del socialismo,il solo nucleo vitale che rimane dopo le nostre diatribe…>> Ebbe inoltre la grande intuizione di capire le velleità totalitarie e pericolose di Mussolini, quando altri nella sinistra italiana lo giudicavano un fenomeno transitorio. Dovette subire le feroci critiche  dei massimalisti per le sue compromissioni con il governo Giolitti,con il quale però ebbe notevoli scontri e un netto rifiuto ad una partecipazione diretta. Nonostante ciò ottenne comunque le otto ore lavorative,le garanzie per il lavoro delle donne e dei fanciulli,il suffragio universale e le leggi per le cooperative. Le sue considerazioni dell’estremismo di sinistra come comportamento pernicioso per le lotte e la crescita del movimento dei lavoratori non furono dissimili da quelle di Lenin riguardo i pericoli del settarismo. Possiamo affermare che il riformismo turatiano si battè per la democratizzazione dello Stato, per farne strumento anche economico della collettività. Turati era contro la violenza: il suo marxismo era flessibile alla realtà contingente,voleva  la costruzione di una società socialista attraverso la conquista democratica del potere. Purtroppo la vera sconfitta politica la subì al congresso di Reggio Emilia nel 1912,dove la sinistra massimalista,guidata allora dal direttore dell’ ”AVANTI!” Benito Mussolini,favorevole all’intervento in Libia,ottenne la maggioranza espellendo 13 deputati legati a Turati. Indebolitosi all’interno del partito,dopo la presa del potere di Mussolini e l’assassinio di Matteotti,nel 1924 con l’aiuto di Carlo Rosselli e di Sandro Pertini,suo grande estimatore,riuscì a fuggire in Francia e a Parigi divenne il faro dell’antifascismo.
Nel 1930 riorganizzò il PSI con Pietro Nenni segretario. Ricordare Filippo Turati,che rischia di essere dimenticato,sarebbe opportuno non solo per le persone di sinistra, ma per tutti coloro che si definiscono democratici. Purtroppo a distanza di un secolo le problematiche di allora sono ancora attuali: la mancata redistribuzione della ricchezza,l’abolizione dell’art. 18 …  non c’è mai stata in Italia,come sta avvenendo negli ultimi anni, tanta disparità tra le classi sociali, ma la sinistra Europea appare del tutto disinteressata a queste tematiche. Nel nostro Paese l’ ala dei progressisti viene rappresentata da un manipolo di nani e ballerine capeggiati da un signore  che è purtroppo riuscito a far tornare indietro di oltre un secolo la situazione dei diritti per i lavoratori.  Anni fa Angelo Tasca ebbe a scrivere: “ il socialismo italiano ha un destino ben tragico, poiché l’ alta coscienza di taluni suoi capi gli è fatale quanto l’ incoscienza di altri”. Turati morì a Parigi nel 1932 e nell’ ottobre 1948 le ceneri dal Pere Lachaise di Parigi furono traslocate al cimitero monumentale di Milano con una grande partecipazione di popolo e fu l’ ultimo riconoscimento ad un grande costruttore del Socialismo Italiano ed Europeo.

Nicola Cerquitelli