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- Pubblicato Mercoledì, 26 Agosto 2015
- Scritto da Santino Verna
IN OGNI CHIESA UNA STATUA RACCONTA LA DEVOZIONE DEGLI ATRIANI
LA FESTA DELL’ADDOLORATA A TRECIMINIERE
Settembre è pieno di ricorrenze mariane. Alfredo Cattabiani ha parlato di agosto e settembre come periodo della Madre di Dio. L’8 settembre ricordiamo la Natività di Maria a cui fa eco il 12 il SS. Nome di Maria, ripristinato da S. Giovanni Paolo II nel 2002 come memoria facoltativa, l’11 la Madonna di Coromoto, il 15 l’Addolorata, il 19 la B.V. Riconciliatrice della Salette, il 24 la Madonna della Mercede.
L’Addolorata segue la tradizione orientale di legare una celebrazione alla festa di cui è partecipe. In questo caso l’Esaltazione della Croce, il 14 settembre, mentre è il periodo dell’equinozio autunnale. Maria SS. è inserita nel mistero della Croce, poiché rimane presso di essa. Altra denominazione dell’Addolorata è la “Madonna dei sette dolori”, perché quel sette riassume tutti i dolori di Maria, non solo nella vita, ma lungo tutto il cammino della storia, perché quando viene frenato il progetto di Dio, si rinnova il dolore della Madre.
I dolori di Maria sono: la fuga in Egitto, la Presentazione al Tempio con la profezia di Simeone, lo smarrimento di Gesù nel Tempio, la salita al Calvario, la crocefissione, la deposizione e la sepoltura. Il dolore dello smarrimento di Gesù è seguito dalla gioia del ritrovamento, per questo è anche un mistero gaudioso. Ma è il sì di Maria alla sofferenza.
In Atri l’Addolorata è molto venerata. Quasi ogni chiesa ne ha il simulacro. A S. Spirito veglia sulla statua del Cristo deposto, quello dell’antica processione del Venerdì Santo, a S. Nicola è un ricordo dell’anno mariano (1954) presso l’altare del SS. Sacramento, a S. Chiara una “conocchia” in luogo di una tela, come a S. Francesco. Quest’ultima, attraverso una pantomima, salutava il Figlio, durante la processione, perché la Madre risaliva a S. Francesco, nei pressi di Piazza Martella (allora si chiamava “del commercio” e popolarmente “della verdura”) e Gesù veniva riportato nella chiesa di S. Spirito. La commozione dei fedeli era grandissima.
La chiesa di S. Reparata, attualmente, ha la statua dell’Addolorata portata in processione. Quando la stessa fu riformata dall’Arcidiacono Raffaele Tini, fu acquistato all’asta il simulacro della Madonna e collocato nella chiesa annessa alla Cattedrale, presso l’altare di S. Michele Arcangelo, eretto con l’interessamento di Giuseppina Fanese. S. Michele fu traslocato in sacrestia senza grandi proteste, forse perché protettore ed eponimo della rivale Città S. Angelo.
Un’altra immagine dell’Addolorata si trova in Vico Muzio Martella (già “Celeno”, popolarmente “ree de Cialene”), all’ingresso del rione S. Giovanni e gli abitanti del vicolo ne avevano a cura. Grande devoto dell’Addolorata era S. Gabriele che in religione ne assunse il cognome. Tra i canonici atriani, nella promozione del culto dei Sette Dolori, Don Lino Romani, Rettore del Seminario, con il quale l’istituto divenne uno dei centri formativi più importanti d’Abruzzo. E forse contribuì a dipingere nell’immaginario popolare degli abruzzesi Atri città dei preti, a dispetto del numero attuale.
Il Terz’Ordine dell’Addolorata, legato ai Servi di Maria, Ordine Mendicante nato a Firenze dopo una predica di S. Francesco, era presente nella Parrocchia di S. Maria nella Cattedrale, con la guida di P. Bernardino Piccinelli, poi Vescovo titolare di Gaudiaba e Ausiliare di Ancona. Rimase però nella comunità del Sacro Cuore della città dorica dove aveva profuso tanto impegno per gli ebrei durante le persecuzioni razziali, in un contesto commerciale e portuale multietnico. Non dimentichiamo che S. Ciriaco, patrono di Ancona, si chiamava anche Giuda, per le radici ebraiche, ma ovviamente, prevalse il secondo nome, corrispettivo greco di Domenico.
Treciminiere, nel territorio parrocchiale di S. Maria nella Concattedrale, ha la chiesa dell’Addolorata, eretta su quella precedente, dopo l’ultima guerra mondiale. Restaurata dopo il Grande Giubileo del 2000, nel 2004, per interessamento dell’allora Parroco Mons. Marco Trivisonne, vi è stata inserita una pietra proveniente dal Santuario dell’Addolorata a Castelpetroso, dove si è recato Papa Francesco il 5 luglio 2014, nella sua visita di un giorno in Molise, accolto dal Guardiano della comunità dei penitenzieri del Santuario, P. Nicola Petrone, già Guardiano e Parroco di S. Maria Assunta in Silvi Marina e Vicario- Provinciale di Abruzzo-Molise.
Nel 2006 a Castelpetroso vi è giunto un sacerdote originario di Treciminiere, P. Franco Rapacchiale, attuale Parroco di S. Antonio di Padova in Pescara, quando i francescani conventuali (presenti per lunghi e fecondi anni in Atri, nel convento di S. Francesco), per volere dell’indimenticabile Ministro Provinciale, P. Giorgio Di Lembo, son tornati in Molise dopo una lunga assenza. P. Franco è sempre legato a Treciminiere dove celebrò la Messa novella il 29 aprile 1984, dopo l’ordinazione avvenuta nella chiesa pescarese sede della curia provinciale di Abruzzo-Molise.
Gli atriani hanno stabilito un rapporto affettivo con Castelpetroso, gemellata idealmente con Treciminiere. Le carte geografiche segnano il luogo come “Madonna Addolorata” e la festa si tiene, ovviamente, in settembre, anche se nella domenica più vicina, per consentire la partecipazione a chi lavora.
SANTINO VERNA