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- Pubblicato Lunedì, 22 Giugno 2015
- Scritto da Alfio Carta
Niente di nuovo sotto il sole...
IL MAGNA MAGNA MAGNA E’ ANTICO, E’ NATO CON L’UNITA’ D’ ITALIA
Un amico lettore, in un occasionale incontro, mi ha chiesto con velato tono discente - evidentemente mi considera più di quanto io meriti - se questo magna magna alle spalle dei contribuenti (Mafia Capitale e Sicula sulle immigrazioni, emolumenti e vitalizi parlamentari e regionali ecc. ecc.) è un danno collaterale della democrazia, nasce con la Costituzione più bella mondo (?) o quando ? Da subito, caro lettore, da fatta l’Italia. Si narra che al passaggio di Napoli dai Borboni ai Savoia il marchese di Caccavone (Raffaele Petra, duca di Vastogirardi e, appunto, marchese di Caccavone, poeta ed epigrammista libertino) mise a punto con Vincenzo Torelli, editore del periodico Omnibus, un manifesto col quale in seguito tappezzarono Via Toledo. Vi si leggeva il noto aforisma: “ Franza o Spagna purchè se magna“, ma con la prima parte, fino a “purchè“, vistosamente sbarrata. Così che risultasse chiara la nuova formula adattata allo Stato Unitario: “se magma“.
E infatti 39 milioni di ducati attinti alla Banca duosiciliana furono subito distribuiti “a sollievo delle passate sofferenze“ agli amici ed agli amici degli amici. “Sollievi“ conferiti una tantum oppure sotto forma di vitalizi e destinati agli appartenenti alla casta unitaria e ai loro cari. Non meraviglia, poi, che dal maneggio spregiudicato di pubblico pecunio emergesse una primitiva Mafia Capitale: la camorra riuscì infatti a mettere le mani su ben 75 mila ducati, qualcosa come 20 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti i vitalizi all’intera quota rosa camorrista, cominciando dalla leggendaria Sangiovannara, l’ “amazzone del malaffare” che non perse tempo a saltare sul carro del vincitore (“ A li sprefunne ‘o re fetiente - viva ‘o re galantuomo!“ trascinandosi dietro l’intero quartiere Pignasecca.
A titolo di omaggio don Liborio Romano assegnò a lei e a ciascun esponente della cupola al femminile un vitalizio di 12 ducati al mese, faccia conto 3 mila euro.
È trascorso un secolo e mezzo e col tempo la congettura del marchese di Caccavone è diventata certezza. Se magna, eccome se magna!!!
Alfio Carta