IL CORPUS DOMINI AD ATRI

LA FESTA DELLA CHIESA IN CAMMINO NEL TEMPO


Incasellata tra le feste di devozione, il Corpus Domini è di origine medioevale. La festa fu istituita nel 1264 dopo il miracolo di Bolsena, avvenuto cinque secoli dopo Lanciano, ma più famoso, in quanto verificato dal Papa che si trovava ad Orvieto. Fino alla cattività avignonese, il Papa con la sua corte non aveva sempre residenza a Roma, sia per evitare la calura estiva, sia per le fazioni delle famiglie romane. Il Vicario di Cristo dimorava, pertanto, in varie città del Lazio e dell’Umbria e in quest’ultima le residenze erano Assisi, Orvieto, Perugia e Spoleto.

L’eco di Bolsena fu recepito ad Atri, città che da 13 anni era diventata tale, con l’istituzione della sede vescovile, per volere di Innocenzo IV. Due secoli più tardi il Vescovo Giovanni Ranellucci, compilatore del processo di canonizzazione di S. Bernardino, da Penne e Atri fu trasferito ad Orvieto, dove concluse la giornata terrena. Atri, nella propaggine settentrionale del Regno di Napoli (o delle Due Sicilie), era un po’ come oggi il Trentino-Alto Adige per l’Italia. Una terra a statuto speciale.

La festa del Corpus Domini era sentita nelle città vescovili perché con il Vescovo partecipava tutto il capitolo delle Cattedrale, gli Ordini religiosi, le confraternite, le associazioni e il popolo di Dio. Nei paesi partecipava il parroco con i cappellani, qualche confraternita e gli abitanti, in numero inferiore. A Città S. Angelo, grosso modo c’era una forma intermedia, perché era sede di Collegiata e aspirava alla sede vescovile che non ebbe mai. Ancora oggi qualche abitante di Città S. Angelo caldeggia l’antico desiderio ed è stato accontentato con la cattedra episcopale nella Chiesa Madre, dove siede l’Arcivescovo di Pescara-Penne, quando celebra.

Ad Atri si facevano tre processioni un tempo, nel centro storico, nell’ottava, il primo giorno (giovedì), la domenica e l’ultimo giorno (ancora giovedì). Il centro, all’epoca, era molto popolato, con la gente che dimorava in case anguste. I vicoletti erano pieni di bambini che giocavano nei larghi e nelle piazzette e ogni chiesa era officiata quotidianamente. La prima processione era quella più importante, nel giorno della Solennità, e riguardava la Cattedrale con la presidenza del Vescovo o dell’Arcidiacono, l’alter ego del successore degli apostoli. C’era la benedizione con il SS. Sacramento dal balcone del palazzo ducale e il corteo dei bimbi della Prima Comunione e degli angioletti, bambini in età prescolare o comunque pediatrica, con tuniche bianche o azzurre e ali posticce.

Non era un mascheramento, come nella processione del film “Per grazia ricevuta” dove Nino Manfredi torna all’infanzia ciociara, per l’immaginaria festa di S. Eusebio. Il film fu proiettato in Vaticano ed ebbe il consenso di un Cardinale. Gli angeli andavano con viso truccato, parrucche boccolute e il seno finto sulla tunica variopinta.

La seconda processione, riguardava la Parrocchia di S. Nicola. Il giro era per le vie del piviere e la benedizione con il SS. Sacramento avveniva in Largo S. Spirito, con gli infermi che assistevano dalle finestre del vecchio ospedale. L’altare veniva preparato nei pressi di casa Ferzetti, dove abitava Francesco, legato alla chiesa di S. Spirito dove recitava l’Ufficio dei defunti.

La terza era per la Parrocchia di S. Maria. Il giro era, ovviamente, per le strade del piviere. Un tempo il territorio occupava gran parte del centro storico, arrivando fino all’oratorio della Trinità. Le mutate condizioni di vita ridefinirono le processioni del Corpus Domini.

Si è arrivati all’unica processione per il centro storico, nel giorno della Solennità (ma anche in un giorno vicino). Con il Beato Paolo VI è cambiata la denominazione, non più Corpus Domini, ma SS. Corpo e Sangue di N.S.G.C., perché vi è confluita la festa del Preziosissimo Sangue, celebrata il 1° luglio e rimasta in alcuni calendari, come, ovviamente, quello dell’omonima Congregazione, fondata da S. Gaspare del Bufalo, presente in Atri nel 1824.

Quando esisteva la “prima Repubblica” la processione veniva evitata per le elezioni politiche o amministrative, e rimandata alla domenica successiva. In Cattedrale si teneva la S. Messa nei Secondi Vespri del Corpus Domini e dopo la benedizione e il congedo si tornava in sacrestia.

Nel 1977, per ragioni di organizzazione economica, la festività dal giovedì è slittata alla domenica seguente. La processione pomeridiana, segue la S. Messa in Cattedrale e fa il giro lungo, percorrendo Via Card. Cicada- Via S. Chiara con la benedizione al Monastero delle clarisse- Piazza duchi d’Acquaviva con la benedizione dal balcone municipale (ripristinata nel 2002)- Capo d’Atri- Via Baiocchi- Piazza Martella- Corso Elio Adriano e ritorno in Cattedrale. Così è rimasta più o meno.

Il baldacchino è portato da sei uomini, e per consuetudine, sono idealmente i maggiorenti del paese. Un anno fu chiamato durante la Messa un professionista, ma declinò l’invito perché andava vestito come tutti i giorni. Vi partecipano il Sindaco con la fascia tricolore, i Vigili Urbani in alta uniforme, le Autorità Militari e altre compagini.

Nel 2000 anche la Parrocchia di S. Gabriele ha cominciato la tradizione del Corpus Domini, per iniziativa del Parroco Don Paolo Pallini, ma nel giorno originario, il giovedì che segue la prima domenica dopo Pentecoste. Era l’anno del Grande Giubileo, ed era il 22 giugno.

Nel 2004, alla vigilia dell’Anno dell’Eucarestia, voluto da S. Giovanni Paolo II, la processione nel piviere di S. Gabriele fu presieduta da Mons. Enzio D’Antonio, Arcivescovo emerito di Lanciano- Ortona, immediato successore dell’atriano Mons. Leopoldo Teofili, parrocchiano di S. Gabriele. La teoria, in collaborazione con la cappellania ospedaliera e la sottosezione dell’Unitalsi di Atri, registrò la presenza dei Templari di S. Bernardo.

Dal 2005 la processione del centro storico ha assunto carattere foraniale. La Cattedrale era chiusa per gli ultimi grandi restauri e la S. Messa fu celebrata all’aperto, in Piazza Duomo. Fu l’ultimo Corpus Domini di Mons. Vincenzo D’Addario, Arcivescovo di Teramo-Atri. La gente ha sempre partecipato con fede, ponendo serici drappi rossi su balconi e finestre.

Ma un anno in Piazza duchi d’Acquaviva solo una casa aveva messo i drappi. Stessa situazione spetta al tricolore nazionale, assente nelle festività civili, ma riesumato ai mondiali di calcio, come del resto le bandiere delle grandi squadre italiane, dopo lo scudetto o la coppa.

Con la mente e con il cuore la processione del Corpus Domini evoca quanto avviene alle 17 a Lourdes, nella stagione dei pellegrinaggi: la processione eucaristica. Tanti, ammalati e sani, vi hanno partecipato e vi partecipano puntualmente ogni anno. Davvero un’ora di grazia, un tempo di grazia come tutto il pellegrinaggio nel più famoso Santuario mariano internazionale.

SANTINO VERNA