IL COMANDANTE GINO SANTARELLI
 A DIECI ANNI DALLA DIPARTITA

Un pezzo della storia di Atri, uomo 
ricco di valori umani e cristiani

Sarà ricordato domenica 2 febbraio alle 9, durante la Santa Messa, nella Chiesa di S. Chiara in Atri, lo storico Comandante dei VV. UU.di Atri Luigi Santarelli, a dieci anni dalla prematura dipartita. La celebrazione eucaristica è quella della Presentazione del Signore, un tempo festa squisitamente mariana.

Gino Santarelli era nato il 29 maggio 1938 da Ernesto e Giustina De Galitiis. Da ragazzo abitava in pieno centro, nella piazza della verdura, poi dedicata al martire antifascista Francesco Martella. Con gli amici di Azione Cattolica e del Circolo Studentesco, aveva organizzato tanti spettacoli al Teatrino “Mandocchi”, dove con Giovanni Verna, Michele Cellinese, Quinto Paolini, Vincenzo Baldini, Giulio Pisciella, Giancarlo Antonelli e Mario Mutoschi dava vita ai “Siparietti”, quando il piccolo schermo era ai primi vagiti.

Grande sportivo, il Comandante contribuì a rendere Atri città del basket. La pallacanestro è infatti lo sport di squadra più sentito nella città acquaviviana, perché nello schedario del cuore di tanti atriani, di nascita o di adozione o anche solo di vacanze, sono presenti le partite in Piazza Duomo dove Gino era protagonista, spiccando con il fisico slanciato e atletico.

Sposò nella Chiesa di S. Nicola, la Maestra Rita Faiazza, per tanti anni insegnante nella scuola elementare del capoluogo. Hanno avuto tre figli Sabrina, Christian e Angelica e diversi nipoti. Gino Santarelli è stato a lungo Comandante del Corpo dei VV. UU. in Atri e in quella veste fu in prima linea in eccezionali momenti della storia contemporanea atriana.

Ne ricordiamo soltanto tre. Il 24 luglio 1977 la visita di Aldo Moro ad Atri con l’ultimo discorso pubblico. Il 30 giugno 1985 la visita di S. Giovanni Paolo II, quando incontrò gli ammalati di tutto l’Abruzzo in Cattedrale e l’11 luglio 1997 la visita del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Collocato in pensione per raggiunti limiti di età, gli subentrò il numero due Pasquale Di Cesare, prima dell’attuale Comandante Dott. Alfonso Osmi.

Profondamente religioso, Gino partecipava alla Messa nella sua Parrocchia, la Chiesa di S. Gabriele, a pochi passi dall’abitazione, dirimpetto all’ospedale civile, dove dimorava con la famiglia. E, ovviamente, ai momenti ufficiali in Cattedrale, sempre vestito in uniforme impeccabile, con tanto di gonfalone civico. L’altro momento ufficiale era la giornata dei combattenti, nella Chiesa di S. Liberatore, il 4 novembre, o la domenica più vicina.

Con l’amico Massimo Pavone, venuto a mancare pochi giorni dopo lo scoppio della pandemia in Abruzzo, nella solennità di S. Giuseppe, andava diverse volte a piedi al Santuario di S. Gabriele. Non condivideva con Massimino la squadra di calcio, perché tifoso della Juve a spada tratta. Il Comandante, come pochissimi atriani, era tifoso del Napoli.

Con il Comandante Gino Santarelli è venuto a mancare un pezzo forte della recente storia di Atri. Un uomo ricco di valori umani e cristiani, attento al dovere e sempre pronto a sdrammatizzare. Conosceva il vasto territorio cittadino alla perfezione, e incarnava l’autentico spirito atriano, fiero della trimillenaria storia da offrire al turista rispettoso, per costruire una società più umana, più giusta e più solidale.

SANTINO VERNA