SANTA LUCIA VENERATA IN CINQUE CHIESE DI ATRI

La festa di S. Lucia, molto sentita in tutto il mondo cattolico, era vissuta ad Atri fino a tempi recenti, con accensione e sfilata dei “faugni”. Era l’ultima festa dell’anno civile, prima del tempo di Natale. A differenza di S. Rita, la martire siracusana è venerata in più chiese della città degli Acquaviva.

La principale chiesa intramurale dove si venera S. Lucia, è la Cattedrale, dove si conserva un affresco presso la parte interna della torre campanaria, nella navata sinistra. Il simulacro, alloggiato nella nicchia con sfondo trapunto di stelle come vuole l’iconografia della Santa, è custodito in S. Reparata, anzi se originariamente era nel prolungamento absidale, prima della costruzione del luogo definitivo. La statua, portata in processione, nella soluzione del “mezzo giro”, una volta abolita la consuetudine, dopo la Messa serale del 13 dicembre, non venne più esposta a S. Maria. Ma il popolo si reca sempre per una preghiera, alla Santa della vista, nel transetto destro di S. Reparata.

Altra Chiesa del culto luciano è S. Caterina, dove fu “ricoverata” la statua negli anni della chiusura di S. Maria, per i penultimi restauri. Erano gli anni della Messa in orario antelucano, dopo i “faugni”, anche se diversi partecipavano soltanto alla celebrazione eucaristica, prima di recarsi al caffè per una bevanda calda (evocata da Illuminati ne “Un paese d’Abruzzo nella seconda metà dell’Ottocento”).

In S. Nicola è presente un affresco tardomedioevale di S. Lucia, accanto al portal maggiore. La Santa è raffigurata secondo l’iconografia precedente, poi abbandonata. Non ha il vassoio con i bulbi oculari, “calco” dell’amputazione dei seni di S. Agata, per la devozione della vergine di Siracusa nei confronti della patrona di Catania, ma una fiaccola, evocazioni delle vergini sapienti del Vangelo. Infatti la festa di S. Lucia è inserita nel tempo d’Avvento. Il giorno di S. Lucia, nel 1978, veniva a mancare, dopo un incidente domestico avvenuto a S. Francesco, quindi due mesi e nove giorni prima, Maria Graziosi, sacrista della Chiesa della Trinità. Abitava nelle vicinanze ed era in fibrillazione per la festa agostana di S. Rocco. La festa di S. Lucia è occasione anche per ricordare Marietta, tumulata nel camposanto di Atri, assieme alla sorella Margherita e al cognato Antonio Samuele.

La chiesa intramurale dove avviene la benedizione degli occhi, è S. Chiara. Infatti, la Messa celebrata da Don Paolo Pallini, alle 7.30, è la più vicina, come orario, a quella della Cattedrale (o S. Caterina), quando alle prime luci dell’alba sfilavano, per le vie del centro, i “faugni”, con l’organizzazione dei fabbri (ogni categoria lavorativa ha il protettore e S. Lucia, per via del martirio, fu associata ai lavori associati agli arnesi appuntiti). In Avvento, ancora in tante parti del mondo, viene celebrata la Messa intorno alle 6, per ricordare la vigilanza di questo tempo, in preparazione alla venuta del Signore. La festa di S.Lucia è legata in modo particolare all’orario antelucano, perché a Verona per un voto venivano portati i bambini alla S. Messa intorno alle 6 e per premiarli di aver lasciato il calduccio del letto, ricevevano i doni della Santa. Da qui si è sviluppata la tradizione di S. Lucia con i regali, nella notte tra il 12 e il 13 dicembre. Una consuetudine annunciata dal suono di campanelli, nei giorni precedenti. Ad Atri non è arrivata questa tradizione, diffusa per lo più nell’Italia del Nord-Est e in vari luoghi dell’Europa Settentrionale, anche se nella seconda metà del XV sec. le relazioni con Venezia furono particolari. Ma sono arrivate altre tradizioni, solenni o modeste, con riferimento alla Santa della vista e della carità verso i poveri.

SANTINO VERNA