RICORDO DI CONCETTINA CELSI,
LA STORICA FORNAIA DI ATRI, NEL
CENTENARIO DELLA NASCITA

A cento anni dalla nascita ricordiamo Concettina Celsi. Era nata infatti nel 1924 da Felice e Adele Ferretti, entrambi fornai, con esercizio all’ombra della Chiesa di S. Francesco. Il forno con panetteria è ancora presente, con altra gestione, anche se come allora un po' nascosto, perché all’interno dell’androne privato Arlini, come si può leggere sulla targa. Proprietaria era infatti l’omonima famiglia di Pallanza, nel ducato di Milano, giunta per lavoro ad Atri nel XVII secolo.

Concettina ha gestito il forno per innumerevoli anni. L’esercizio era conosciuto con il nome della madre “Delina” ed è presente in diversi componimenti in vernacolo di Antonino Anello, assiduo acquirente, anche perché lo stabile si trova ad un tiro di schioppo dalla figlia Carla. Il panificio Celsi sfornava ogni anno il pane di S. Antonio, per la Chiesa di S. Francesco, con due versioni, la pagnotta e il panino. La raccolta per tanti anni fu organizzata da Gaetanina Modestini. Il profumo del pane, non solo nel giorno di S. Antonio, raggiungeva Via Angelo Probi, con il fianco destro di S. Francesco. Concettina sfornava pure i taralli di S. Biagio, tradizione molto sentita nella città acquaviviana, in quanto il protettore della gola è patrono minore di Atri, particolarmente venerato in Cattedrale, anche se nessuna chiesa aveva l’esclusiva della benedizione. La canzonetta del tarallo con testo di Antonino Anello e musica di Glauco Marcone, era interpretata da Quinto Paolini, e fu eseguita nella serata inaugurale del coro “A. Di Jorio” nel 1975.

Per diversi anni, alla panetteria fu affiancato un angolo di generi alimentari gestito dal cognato Antonio Iommarini, marito della sorella Reparata, entrambi venuti a mancare l’anno prima dello scoppio del covid19. Antonio era grande appassionato del pittore spellano Norberto Proietti, non di rado sorvolato dai moduli universitari di storia dell’arte, ma molto apprezzato da intellettuali e critici, come Luciano Radi. Il panificio Celsi riforniva diversi negozi di generi alimentari, soprattutto in Atri, quando il centro storico era più popolato di adesso. Ricordiamo soltanto quelli nelle immediate vicinanze di Concettina, l’attiguo minimarket di Franco Garbuglia (nel 1984 trasferito più sopra, e trasformato in sala giochi, per poi tornare nell’antico complesso Arlini), quello storico di Francia e il negozio di Antonio Cordella, all’estremità meridionale della piazzetta.

Odoroso e fragrante il pane di Concettina. Tra gli articoli i “bastonelli”, dalla forma irregolare, italianizzati in “grissini”, ottimi da rivestire con prosciutto crudo, evergreen di momenti agapici, in attesa del primo piatto, con accompagnamento di un buon bicchiere di vino. Concettina soffriva molto il freddo, tipica caratteristica della collinare Atri, accentuato dalle inevitabili levatacce antelucane. Non era pendolare, in quanto forno e panetteria erano nella stessa casa, la prima a sinistra, appena si entra nell’androne, uno dei luoghi del centro cittadino con eponima la famiglia Arlini (l’altro è un vicolo chiuso, circa a metà di Via Ferrante, sulla sinistra, andando verso la Cattedrale).

Concettina concluse la giornata terrena nel 2011, e fu tumulata nella camposanto di Atri, accanto ai genitori e ai fratelli Pietro e Giuseppe. Il forno di “Delina” è presente tra gli aneddoti del marchese Diego de Sterlinch Aliprandi, celeberrimo automobilista, quando una notte, fu ospitato nel suo interno, in attesa di ripartire con i mezzi pubblici per un’altra destinazione, dove non fu un grosso problema il riscaldamento. E neppure la colazione.

SANTINO VERNA