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- Pubblicato Martedì, 05 Novembre 2024
- Scritto da Santino Verna
RICORDO DI PADRE QUIRINO SALOMONE, AMICO DI ATRI
Nella notte tra il 4 e il 5 novembre, ha concluso la giornata terrena, dopo lunga sofferenza, P. Quirino Salomone, il francescano rinnovatore della Perdonanza celestiniana. Nato a Taranta Peligna l’8 giugno 1938, visse solo fino alla Va elementare nel paese natale, al quale è rimasto sempre affezionato. Entrato tra i figli di S. Francesco, nella famiglia dei Minori, fu ordinato sacerdote nel 1963. Giornalista e conferenziere, P. Quirino è stato legato soprattutto alla città dell’Aquila.
Per 22 anni dimorò presso la Basilica di S. Maria di Collemaggio, fresca del restauro che avrebbe dovuto riportare il massimo edificio sacro abruzzese ad una migliore lettura delle linee romaniche. La Basilica dove fu incoronato S. Pietro Celestino, rischiava di diventare principalmente luogo d’arte, in quanto uno dei simboli della regione, con il guerriero di Capestrano e il “Convento” di Francesco Paolo Michetti a Francavilla. Grazie a P. Quirino, S. Maria di Collemaggio ha ripreso fisionomia spirituale, soprattutto con il ripristino delle celebrazioni dell’annuale Perdonanza.
Nel 1980 la Basilica fu visitata da S. Giovanni Paolo II. Fu la prima visita ufficiale da Pontefice in terra d’Abruzzo, poi ne verranno tante altre, soprattutto private, sui monti che gli ricordavano i Tatra. La Perdonanza da evento folkloristico e artistico, fu corredata da eventi spirituali e ogni anno, grazie a P. Quirino, il rito dell’apertura era affidato ad un Cardinale di Santa Romana Chiesa. Nel 1988 l’episodio del furto delle spoglie di Celestino V che diedero vita al libro “Il Papa rubato”.
Trait-d’union tra P. Quirino e Atri, la patria di Francesco Ronci, compagno fraterno di Celestino V. Poiché la dicitura sembrava molto scarna e negli anni dopo il Concilio non captava molto l’attenzione, fu trasformato in “Segretario”. Nel 2002 P. Quirino venne nella città degli Acquaviva a parlare del messaggio di Celestino, alla presenza dell’indimenticabile Arcivescovo Mons. Vincenzo D’Addario, da qualche settimana entrato in diocesi. Tornò qualche mese dopo nella Parrocchia di S. Gabriele, su invito dell’allora Parroco Don Paolo Pallini, per una conferenza, sempre sul tema celestiniano.
Le relazioni tra Atri e P. Quirino s’intensificarono in quest’ultimo decennio, grazie a Ettore Cicconi, fondatore del Museo Etnografico e autore di una pubblicazione con il compianto Maestro Carmine Manco, sulle due Perdonanze atriane (tecnicamente oggi abbiamo tre Perdonanze, perché Papa Francesco ne ha concesso un’ulteriore, per la Chiesa di S. Spirito elevata a Santuario Diocesano di S. Rita). Il libro fu stampato dall’associazione “Luigi Illuminati”, presieduta da Giovanni Verna che nella prefazione ricordò il francescano tarantolese.
P. Quirino con il Parroco della Cattedrale di Atri Don Giuseppe Bonomo ha acceso per diverse edizioni, sul sagrato di Collemaggio, la “Fiaccola della Perdonanza”, tradizione che lega ancor di più il capoluogo abruzzese e la cittadina dei calanchi. Un rito che ha contribuito a rinverdire la tradizione della Porta Santa, di origine medioevale, la cui prassi dopo la riapertura della Cattedrale nel 1964 si era un po' affievolita, con pochi fedeli e l’assenza delle autorità civili e militari.
P. Quirino ha anche presieduto in Cattedrale e diversi atriani hanno restituito la visita, con la partecipazione alla Perdonanza aquilana, nel 2022 con la presidenza di Papa Francesco. Un anno fa, un’ulteriore omaggio a Celestino V nella città di Atri: l’epigrafe sulla facciata della casa dove nacque Francesco Ronci, sulla discesa che collega la Cattedrale a S. Giovanni, guarda caso con eponimo un altro Cardinale, Giovan Battista Cicada, meno noto del Ronci, ma importante per la storia di Atri, in quanto benefattore dell’ospizio di S. Andrea, annesso all’omonima Chiesa.
P. Quirino rimane nel cuore degli atriani, perché ha illustrato quel Medioevo articolato e complesso dove rifulge in ogni lettera e in ogni istante, lo spirito cristiano.
SANTINO VERNA