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- Pubblicato Martedì, 29 Ottobre 2024
- Scritto da Santino Verna
MONS. GIUSEPPE DI FILIPPO NEL CENTENARIO DELLA NASCITA
UN PRETE ALL’ANTICA PROTAGONISTA DELLA NOSTRA STORIA
A cento anni dalla nascita, in occasione del nono anniversario della nascita al Cielo, ricordiamo Mons. Giuseppe Di Filippo, Arcidiacono del Capitolo e Parroco di S. Nicola in Atri. Nato nella città degli Acquaviva il 29 maggio 1924 da Luigi e Rosmunda Polilli, il papà era di Casoli di Atri, la mamma di Cellino Attanasio. La famiglia composta dal fratello Mario e dalle sorelle Anna e Gianna, abitava in centro storico.
Chierichetto in Cattedrale, Don Giuseppe entrò nel 1934 in Seminario a Penne, proseguendo gli studi al Pontificio Seminario Regionale “S. Pio X” di Chieti, dove fu compagno di Mons. Aldo De Innocentiis, Arciprete per una vita di Fara S. Martino e Don Filippo Scipioni, con i quali organizzava annualmente un incontro per ricordare gli anni di formazione.
Ordinato sacerdote nella Cappella dell’Episcopio di Teramo, nel 1946, dall’allora Vescovo, in quel momento Amministratore di Atri e Penne, il grande Gilla Vincenzo Gremigni, perché Mons. Carlo Pensa, era cecuziente e infermo, Don Giuseppe fu collaboratore della Parrocchia di S. Maria Assunta nella Cattedrale di Atri ed ebbe diversi incarichi nel Capitolo.
Assistente delle ACLI, affiancò Mons. Cesare Pagani, poi Vescovo di Castello e Gubbio, prima della promozione a Perugia. Nel 1967 Don Giuseppe divenne Vicario Generale di Atri e fu l’ultimo in ordine di tempo, in quanto il 30 settembre 1986, S. Giovanni Paolo II, riordinando le tante diocesi italiane, fuse Atri con Teramo e nacque la circoscrizione ecclesiastica di Teramo-Atri.
Nel 1983, con il trasferimento di Don Antonio Toscani alla Parrocchia di S. Lorenzo m. a Nepezzano, Padre Abele nominava Don Giuseppe, Vicario Curato di S. Nicola, la più antica Chiesa di Atri. La parte intramurale del territorio parrocchiale era ancora abbastanza popolata. Nel 1987, in ricordo del IX centenario dell’arrivo delle reliquie di S. Nicola da Mira a Bari, Don Giuseppe con il comitato organizzò la festa di S. Nicola, proprio nella data liturgica, il 6 dicembre, con la divina liturgia in rito greco-bizantino, mentre S. Giovanni Paolo II, in S. Pietro, incontrava il Patriarca di Costantinopoli, Dimitrios I. La festa nicolaiana fu siglata, dalla S. Messa nei Secondi Vespri, presieduta da Padre Abele e animata dall’Accademia Baptistiana, conclusa dalla processione per il territorio parrocchiale “intra moenia”.
Legato alla Chiesa di S. Giovanni (S. Domenico), dove fu Rettore per oltre mezzo secolo, Don Giuseppe scrisse la prefazione alla monografia di Piergiorgio Cipollini, presentata nel febbraio 1995 al Comunale, grazie alla Regione Abruzzo e all’allora Presidente Giuliano Giuliani. Don Giuseppe ha scritto diversi libri e tra questi la monografia su S. Reparata.
In prima linea nella Commissione per l’ampliamento dell’odonomastica cittadina, nel 1996, Don Giuseppe si adoperò per l’intitolazione di due strade a S. Massimiliano Kolbe e a Mons. Amilcare Battistelli, penultimo Vescovo di Atri. Le targhe riguardarono principalmente le strade “extra moenia”.
Valorizzò inoltre la Chiesa di S. Spirito con l’erigendo Santuario di S. Rita, quando Don Bruno Trubiani, suo immediato predecessore come Arcidiacono, si ritirò per problemi di salute. Grazie a Don Giuseppe e all’allora comitato dei festeggiamenti, presieduto dal Cav. Antonio Concetti, fu solennemente celebrato il primo centenario della canonizzazione della Santa degli impossibili. La processione del 22 maggio fu presieduta dal Card. Vincenzo Fagiolo, diacono di S. Teodoro e già Arcivescovo di Chieti. Anche grazie alla presenza del porporato di Segni, i festeggiamenti ritiani ebbero un rilancio, culminato nell’elevazione a Santuario Diocesano il 12 settembre 2000.
Nonostante tanti acciacchi di salute, Don Giuseppe rimase fino alla fine al timone della Parrocchia di S. Nicola. E’ stato un sacerdote molto affezionato alla gente e al territorio, un prete all’antica, ricercato dagli storici dell’arte per la dovizia di particolari che sapeva spiegare circa i tesori di Atri. Un canonico sulla stessa lunghezza d’onda di Don Ansano Fabi, Don Luigi Fausti e Don Venanzo Peppoloni, per menzionare tre sacerdoti umbri, legati a Don Giuseppe, perché per oltre trent’anni ha servito quella “sezione staccata dell’Umbria” come può esser definito il Santuario di S. Rita.
SANTINO VERNA