UNA PROVOCANTE RIFLESSIONE

STATO ITALIANO E LEGITTIMA DIFESA

Ho letto su facebook che il presidente della  regione abruzzese D’Alfonso è stato aggredito a Sulmona dai cittadini ed è stato salvato per il pronto intervento dei Carabinieri e della Polizia. L’argomento del contendere: la chiusura dei punti nascita in quattro comuni tra cui Sulmona ed Atri. Ho letto molti commenti di come eventualmente accogliere D’Alfonso in una prossima visita ad Atri. La reazione mi fa piacere ma mi mette molta paura.

Sarò sincero e senza peli sulla lingua. Da ragazzo sono, anzi dico siamo anche per gli altri, stato educato al rispetto degli altri, all’applicazione dei dieci comandamenti, alla sincerità e all’onestà.

“Je ne pas suis Charlie”. Io non sto con Charlie che a nome della libertà di espressione pretende di insultare tutto e tutti, soprattutto la religione. L’ho detto e scritto su facebook ero, e sono ancora, con tutto il cuore e tutto la mente a Parigi per la manifestazione di risposta agli attentati, ma non sto con Charlie.

“Je ne pas suis mussulmano” Io non sto con i mussulmani e soprattutto con quelli dell’ISIS. Sono stato sempre contro i terroristi, contro la violenza e contro chi intende risolvere i problemi con la forza e la prepotenza.

“Je suis Stacchio”. Io sto con Stacchio ma lo dico a bassa voce quasi per non farlo sentire. Stacchio è il benzinaio che ha sparato contro dei rapinatori ammazzandone uno mentre gli altri sono fuggiti. La rapina in atto è stata sventata. A Stacchio bisognerebbe dare una  medaglia d’oro al valor civile ed invece lo stato italiano gli farà passare giornate d’inferno.

Non c’è solo il caso Stacchio, non c’è solo il caso D’Alfonso. Vedo e leggo che in tutta Italia i cittadini reagiscono ai furti, alla violenza, alla sopraffazione, ai soprusi e questo mi fa paura. Tutti abbiamo la percezione che lo stato non difende più i cittadini poveri, indifesi, deboli, onesti e sinceri e questi si difendono da soli. Lo stato ha messo in campo leggi e misure, figlie del buonismo iniziato negli anni 70, che sembra che siano fatte apposta per non punire la microcriminalità sia italiana che straniera. A queste leggi gli italiani reagiscono con la difesa personale e di questo ho paura anche se difenderò sempre chi lo fà.

A questo punto ci sta bene un dialogo a distanza, su facebook, con Nino Bindi all’indomani della sentenza che condannava un italiano, che aveva sparato ad un ladro straniero entrato nella sua casa, per “eccesso di legittima difesa”. Ero e sono totalmente contrario alla sentenza emessa poiché legittimava altri ladri a fare la stessa cosa. Lo stato con questa sentenza ha abbassato il suo livello di guardia, ha allargato i confini dell’illecito, ha detto a tutti fate pure che tanto rimanete impuniti e non vi faccio pagare le vostre malefatte, ha detto agli stranieri venite tranquillamente nel nostro meraviglioso paese di bengodi. Nino era favorevole alla sentenza, il giudice aveva agito nel rispetto della legge, in quanto il ladro non aveva sparato e l’italiano aveva reagito senza conoscere le reali intenzioni dell’intruso. Per me un ladro violento in meno in giro ed un italiano in più in vita.

Però le cose cambiano a seconda delle circostanze. Nei giorni in cui Atri era pressata dai continui furti e tutti erano assaliti dalla paura e dallo sgomento, leggo, su facebook, con grande rammarico, con stupore e sconcerto che Nino dorme nel suo letto con accanto il fucile da caccia pronto a sparare all’eventuale intruso. Un buonista come Nino che quando capita a lui è pronto a difendersi da solo mi spaventa tantissimo.

La situazione non è simpatica, non bisogna difendersi con le proprie mani, ma sappiate che se lo fate avete la mia approvazione. Lo stato deve agire immediatamente e ritrovare quel giusto rigore e farlo applicare dai giudici e dalle forze dell’ordine, le quali negli ultimi anni non arrestano più le persone per paura di ritorsione ed anche perché si è verificato che alcuni giudici hanno condannato le forze dell’ordine su ricorso dell’arrestato.

Tutti dobbiamo tornare ad avere fiducia, cosa che ora manca completamente, nello stato e nella giustizia.

Nicola Dell’Arena