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- Pubblicato Sabato, 27 Luglio 2024
- Scritto da Santino Verna
Una interessante proposta
PERCHE’ NON RIPRISTINARE LA
FESTA DELL’ANZIANO AD ATRI?
Negli anni ’90, nella terza decade di luglio, a ridosso della festa dei SS. Gioachino e Anna, si svolgeva a Piazza Mambelli in Atri, la festa dell’anziano, ideata e organizzata da Antonino Modestini, coadiuvato da un piccolo gruppo di atriani di ogni età. La festa non era strettamente religiosa, ma veniva proposta all’ombra della Parrocchia di S. Gabriele, con la S. Messa presieduta da Don Paolo Pallini.
Era una delle poche kermesse di periferia, in quanto l’assortimento di manifestazioni musicali, ricreative, culturali e teatrali si svolgevano (e si svolgono), nei non pochi spazi del centro storico dalle due principali piazze ai larghi, dall’arena ACLI alla villa comunale, fino a luoghi raramente utilizzati come il Chiostro della Basilica Cattedrale. Per centro storico intendiamo l’area intramurale delimitata dalla circonvallazione, pertanto per esser pignoli la villa non rientra in questo spazio, ma è considerata l’epilogo del centro storico. Come non è centro, l’area del Teatro Romano o meglio lo spazio del rinvenimento dei reperti che ne documentano l’esistenza.
Il rione S. Antonio se forse ha un nesso con gli anziani per via dell’originario Santo eponimo (titolare della Chiesa quasi completamente diruta), è un quartiere sociologicamente giovane, perchè popolata inizialmente da famiglie giovani, le case furono tutte costruite dopo l’ultima guerra mondiale e la nuova Chiesa fu dedicata ad un Santo giovane. Con i giovani, nel rione S. Antonio, si sono trasferiti pure gli anziani, forse contenti di lasciare il centro cittadino con la casa nuova, l’ascensore, il garage e la strada meno problematica in inverno, perché la variante della SS. 553 di Atri (Silvi-Notaresco) è più attenzionata dei vicoli, a volte un po' ripidi, della parte vecchia.
La festa dei SS. Gioachino e Anna (originariamente solo S. Anna) era ed è prerogativa della Chiesa di S. Spirito-Santuario Diocesano di S. Rita, anche per via dell’attiguo ospedale (poi trasferito nel rione S. Antonio) dove avvenivano i parti più problematici. S. Anna, oltre ad essere patrona dei nonni, lo è delle partorienti e lo stato coniugale la associa a due Sante agostiniane, Monica e Rita. In S. Spirito viene celebrato il Triduo, con esposizione della statua, custodita vicino al presbiterio. Il simulacro segue l’iconografia classica, con la Madre della Vergine dal volto anziano e la figlioletta che le dà la mano. Soluzione ripetuta non solo nell’iconografia di S. Gioachino, ma anche in quella di S. Giuseppe con Gesù Bambino (almeno quando è raffigurato S. Giuseppe Operaio e Gesù ha gli strumenti del carpentiere). La veste di S. Anna e di Maria Bambina è stata recentemente confezionata dalla maestra sarta Ada Riti Di Francesco, originaria di Capo d’Atri.
La festa di S. Anna era l’unico appuntamento estivo della Chiesa di S. Spirito. Concluso l’ottavario di S. Rita il 29 maggio (ripetizione in forma minore della festa liturgica), per imbattersi in una celebrazione prima delle liturgie per i defunti, si doveva arrivare a S. Anna. Vengono esclusi i matrimoni, celebrati nei mesi estivi, ma qui parliamo di ciclo biologico, per dirla con il frasario della demologia.
Ripristinare la festa dell’anziano, ai quali aggiungiamo i nonni, sarebbe un momento importante per la comunità di Atri. A livello commerciale la festa viene celebrata il 2 ottobre, memoria degli Angeli Custodi, quando i nipotini sono a casa con i nonni, perché, riprendendo la scuola, non sono in vacanza, come potrebbe accadere il 26 luglio. Ma il 2 ottobre sarebbe una festa più laica che religiosa, perché l’accostamento agli Angeli Custodi non è così bello come con i Nonni di Gesù. La festa sarebbe prerogativa di S. Spirito, ora Santuario Diocesano di S. Rita, ma si potrebbe coinvolgere pure Piazza Mambelli. Antico e nuovo si darebbero una mano e metterebbero insieme il cuore, nel ricordo dei Nonni in Cielo e dei Nonni (per chi ha la grazia ancora di averli) nel pellegrinaggio terreno.
SANTINO VERNA