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- Pubblicato Venerdì, 26 Luglio 2024
- Scritto da Santino Verna
STEFANO BIZZARRI A 40 ANNI DALLA DIPARTITA
L’ARTISTA CHE FACEVA “DANZARE” LA FISARMONICA
A 40 anni dalla prematura dipartita ricordiamo Stefano Bizzarri, uno dei più grandi fisarmonicisti italiani. Nato a Morro d’Oro nel 1922 fu battezzato con il nome del nonno paterno. Proveniente da una famiglia di musicisti, anche grazie alla famiglia Bizzarri, la fisarmonica è entrata in provincia di Teramo. Lo strumento, parente minore del pianoforte ma non per questo meno importante, si sviluppava tra la fine del XVIII e l’inizio del secolo seguente nei Paesi d’oltralpe e arrivava a Castelfidardo, grazie ai pellegrini del Nord diretti alla Santa Casa di Loreto.
Breve fu il passaggio nel Piceno meridionale, e Morro d’Oro divenne la Castelfidardo d’Abruzzo. In provincia di Teramo nacquero alcune fabbriche di fisarmoniche meno costose e più praticabili, e tra queste ricordiamo quella di Pietro Tavani a Casoli di Atri. I fratelli di Stefano erano anch’essi musicisti, Antonio, docente nelle Marche è eponimo di un coro a Civitanova, Alfonso, docente di Storia e Filosofia fu direttore del coro “A. Di Jorio” di Atri (quest’anno in festa per i 50 anni di attività) e poi della corale “S. Cecilia” della Parrocchia del Sacro Cuore a Pescara e Nicola, docente di Lettore e direttore dei “Cantori d’Abruzzo” e della corale “S. Cecilia” subito dopo la dipartita del Prof. Alfonso.
Il Maestro Stefano, organista della Chiesa del SS. Salvatore e S. Nicola a Morro d’Oro, dove Gentile da Ripatransone lasciò il segno del talento, si confrontò con tanti aspetti della musica, perché aveva, come tutti i Bizzarri, l’arte ceciliana del sangue. Fisarmonicista del coro “A. Di Jorio”, con la compagine atriana visse lo splendente periodo delle tourneè a tambur battente, in Italia e in Europa, quando l’organico era composto da numerosi giovani e dalla cantoria di S. Francesco.
Con il fratello Alfonso, rielaborò diverse canzoni abruzzesi e molisane, confluite nel primo LP del coro (1979), con l’apprezzamento della critica. La veste polifonica conferiva ai brani eleganza rinascimentale ben lontana dalla polivocalità dell’etnomusicologia. Compose, con i versi dialettali di Antonino Anello, una rappresentazione del S. Antonio Abate, dove l’interpretazione di Umberto Sacripante, protagonista dei santantoniari abruzzesi dava un insuperabile tocco aulico. Il melodramma popolare, accanto a quello celeberrimo del M° Antonio Di Jorio, è ovviamente incluso nel repertorio della corale, presieduta dal Rag. Antonio Manco e diretta dal M° Prof. Cav. Concezio Leonzi.
Con la fisarmonica tra le braccia, il Maestro Stefano, concludeva la giornata terrena, a Castilenti, durante uno spettacolo del coro “Di Jorio”. Nel pubblico era presente il Dott. Rocco Salini, ma vani furono i tentativi di salvare il Maestro, colpito da infarto.
Per ricordare Stefano Bizzarri, nel 1991 nacque l’associazione che ne porta il nome, con sede a Morro d’Oro e il premio internazionale di fisarmonica. Per varie edizioni la giuria fu presieduta da un grande della fisarmonica, Gervaso Marcosignori, venuto a mancare nel 2013. Il premio, inizialmente l’unico nell’Italia Centrale, è stato occasione per il rilancio dello strumento, non semplice corredo di tanti momenti di vita popolare, ma ingrediente di tanti brani musicali, come il jazz.
La fisarmonica non è certamente strumento giovanile, ma ha avuto la cittadinanza al “Cantaitalia”, trasmesso su alcune TV commerciali, e seguito da diversi ragazzi, per i brani allegri e movimentati. E diversi musicisti si sono confrontati con il premio “Bizzarri” che costituisce un evento non solo di musica, ma anche di cultura e di umanità.
SANTINO VERNA