RICORDO DI ARMANDO TRAINI
Un atriano con l’Abruzzo nel cuore 

Circa dieci mesi fa, è venuto a mancare a Padova, la città di adozione, Armando Traini, Presidente del sodalizio abruzzese-molisano della città del Santo. Originario di S. Margherita di Atri, era nato nel 1939 e dopo gli studi nella città degli Acquaviva, presso l’ITC “A. Zoli” freschissimo di istituzione, per motivi di lavoro, si trasferì a Padova.

Nel 1979 diede vita al sodalizio abruzzese-molisano a Padova, esemplato su altre compagini, come quella degli abruzzesi a Roma, presso la Chiesa della Maddalena in Campo Marzio, dove, sotto l’altar maggiore, riposano le spoglie di S. Camillo de Lellis, nativo di Bucchianico e operante soprattutto nella città eterna, con il servizio agli ammalati più gravi. Il sodalizio presieduto da Armando ha stretto legami con la Basilica di S. Antonio, domicilio affettivo di tanti abruzzesi e molisani, devoti del Santo dei miracoli.

Ricordiamo la collaborazione con P. Luciano Segafreddo, recentemente scomparso, di comunità nel Convento dell’Immacolata, in Via Orto Botanico, principalmente dedita al MSA. Il Convento, senza chiesa pubblica, perché c’è la Basilica del Santo, è stato da poco soppresso. Senza dimenticare la collaborazione del sodalizio con vari docenti universitari ed esponenti della cultura, ma sempre con il concorso di corregionali di ogni età, di tutte le componenti sociali.

Armando ha organizzato per tanti anni, presso il Circolo Unificato Ufficiali, al Prato della Valle, la festa di S. Antonio Abate, patrono morale d’Abruzzo, in una data vicina al 17 gennaio, sovente in febbraio, per motivi tecnici. Palazzo Zacco è legato all’Abruzzo, perché una lapide nelle vicinanze reca la poesia su Padova di Gabriele D’Annunzio, cantore dei giardini d’Armida, vissuto tanto tempo al Vittoriale, nella propaggine orientale della Lombardia, vicina al Veneto. La tradizione prevedeva il concorso di piccoli imprenditori della regione con degustazione di specialità della terra tra il Gran Sasso e la Maiella e l’Adriatico. L’edizione 2006 fu la volta della conferenza di Emiliano Giancristofaro, storico Presidente regionale di “Italia Nostra”, indagatore dei riti del S. Antonio Abate, con alcuni video relativi alla rievocazione di Ateleta, alle farchie di Fara Filiorum Petri e al menù di Villa S. Maria.

Armando aveva sposato la Signora Rosalba Monticelli, di Scerne di Pineto. Due le figlie, Pina ed Emanuela, e due i nipoti Davide e Daniele. Tornavano ogni tanto nella frazione a pochi km. da Atri, dal XVII sec. con il nome di S. Margherita (d’Antiochia), eponima della Parrocchia. I ritorni erano occasione per rimpatriate con compagni di scuola e amici di antica data. Nell’anno 2000, la rimpatriata fu in sinergia con il sodalizio romano, ed ebbe per location la Cattedrale di Atri, nella festa di S. Lorenzo, immortalato dal Delitio nel ciclo pittorico.

Armando è venuto a mancare nella festa di S. Francesco d’Assisi, il cui discepolo più illustre è stato il taumaturgo di Lisbona. Le esequie sono state celebrate nella Chiesa di S. Carlo, alla periferia di Padova. Uomo schietto, discreto e pratico, Armando era innamorato della terra d’origine e si era ben integrato nella città di Antenore, la cui vocazione multietnica non è legata soltanto al dominio austroungarico con la presenza di quattro famiglie linguistiche, ma dalla presenza dell’umile e fermo discepolo del Poverello, Antonio di Lisbona, divenuto poi di Padova, e quindi di tutto il mondo, la cui Basilica richiama in tutti i periodi dell’anno, schiere innumerevoli di devoti.

SANTINO VERNA