L’IGUANA E IL CIGNO

UN NUOVO RACCONTO DI ALESSANDRA DELLA QUERCIA

Carissimi lettori e carissime lettrici, con grande piacere condivido con voi un altro mio racconto, selezionato nell’ambito del Concorso Letterario Nazionale “L’amore per gli animali” edizione 2024. Ecco a voi il testo, buona lettura!

“Se ne stava appartata ed accigliata l’iguana coriacea e color verde smeraldo, su una roccia imponente, arroventata dal generoso sole battente. Il suo sguardo penetrante scrutava avidamente ogni particolare della flora e della fauna da cui era circondata. I suoi occhi erano talmente severi e fissi, da apparire persino vitrei. La sua bocca serrata, da cui ogni tanto faceva capolino un’inquietante lingua, non faceva presagire nulla di buono. Trascorreva le sue giornate così: osservava senza sosta ogni essere che si aggirava nei paraggi, si procacciava il cibo necessario per la sua sopravvivenza ed, infine, riposava beata sul fogliame rigoglioso, tra cui amava mimetizzarsi. Il suo habitat pullulava di luce e gioia, la vegetazione era florida, il clima le era congeniale e gli animali che incontrava erano accoglienti nei suoi confronti.

L’iguana, però, si sentiva perennemente fuori posto: trovandosi incredibilmente sgraziata, era convinta di non essere degna della minima attenzione altrui e si ritirava di sua sponte nella più cupa e tetra solitudine. Il suo stato d’animo così grigio era fortemente in contrasto con i vivaci colori che l’attorniavano. Dentro di sé si facevano sempre più spazio dei pensieri assai distruttivi che la spingevano a reputarsi come un madornale errore della natura. Percepiva il suo corpo al pari di una informe massa rugosa, priva di armonia e leggiadria, con quella coda ingombrante e sproporzionata rispetto al busto e con quelle zampe così corte da sembrare quasi mozzate. Quando si imbatteva in animali come la tigre, il leone o la pantera rimaneva incantata dallo splendore e dalla regalità che emanavano e, al contempo, restava turbata poiché notava la netta differenza tra lei e loro. Trascorreva, pertanto, ore ed ore in compagnia unicamente di se stessa, arrovellandosi su cosa avrebbe potuto mai fare per accettarsi ed amarsi. L’iguana era conscia di incutere timore con la sua presenza, ma nel suo intimo esplodeva il suo malessere. Già, perché la sua indole era tranquilla e mansueta e mai si sarebbe sognata di far del male a qualcuno, a meno che non si sentisse offesa e minacciata.

Rappresentava, dunque, l’esatto contrario delle specie feline, che tanto ammirava, ma che erano ben più aggressive. Continuava a vagare, raminga, senza meta finché un dì giunse nei pressi di un maestoso lago, traboccante di acqua pura e cristallina. Ad abbellire il panorama c’era un cigno dal piumaggio immacolato e dallo sguardo velato di insolita malinconia. Incuriosita, l’iguana si avvicinò sempre di più per osservarlo meglio ed avvertiva un certo senso di invidia per quell’essere così sublime e dalle movenze sinuose ed eleganti. Esclamò, quindi: “Beato te, caro cigno, la natura ti vuole bene! A me, invece, mi detesta. Mi ha resa orrenda e goffa!”. Il cigno non rispose, si limitò a chinare il suo lungo e flessuoso collo, ritorcendosi su se stesso. L’iguana, di conseguenza, si fermò ad osservarlo attentamente per capire se ci fosse qualcosa che l’angustiasse nel profondo. Il cigno, dopo una lunga pausa, trovò la forza per confidarsi ammettendo: “Sai, in realtà, non mi sono mai accettato, mi concepisco troppo fragile e delicato. Ho sempre sognato di avere la tua stessa potenza e solidità, che mi trasmettono energia e grinta. Adoro, inoltre, le tinte sgargianti che ti contraddistinguono, mi mettono allegria, al contrario del colore bianco che mi caratterizza e che mi fa sentire anonimo e scialbo”. L’iguana non credeva alle sue parole:”Ma se sei spettacolare!

Come fai a non apprezzarti e a preferire me ? Non è possibile!”. Ed il cigno ribatté: “È la pura verità! Te lo giuro! Inoltre ho sempre ammirato la tua resistenza, tu sei forte! Io, invece, sono un debole! E poi sei scattante, hai dei riflessi eccezionali!”. L’iguana continuò, scettica, a replicare: “Guarda che tu sei l’incarnazione della bellezza! Io ho sempre desiderato essere come te, con la tua stessa grazia e raffinatezza, io mi sento uno scarabocchio, inutile e repellente! Non capisco come tu possa trovare dei lati positivi in me! Tu, al contrario, hai una classe innata, comunque ti muovi trasudi fascino da ogni poro”. Il cigno ascoltava strabiliato quegli apprezzamenti così gratificanti e chiese: “Ma veramente mi ritieni così straordinario?”. L’iguana, annuì in modo deciso e domandò a sua volta: “ E tu pensi davvero tutte quelle meravigliose cose che mi hai detto?”. Il cigno confermò appieno.

Entrambi non si capacitavano di quei complimenti ricevuti, fino a quando non intervenne una saggia tartaruga che aveva assistito accuratamente alla scena. Sbucò repentinamente dalle fronde e, con calma, spiegò a tutti e due: “Cara iguana e caro cigno, ho udito ogni singola frase che vi siete rivolti a vicenda e voglio intervenire per aprirvi gli occhi e fugare ogni vostro dubbio. Siete delle creature ugualmente speciali e traboccanti di tante belle qualità. La vostra diversità vi conferisce l’unicità, guai se fossimo tutti uguali! Il mondo sarebbe irrimediabilmente piatto e monotono! Le differenze sono un valore aggiunto, arricchiscono la tela dell’esistenza delle sfumature più intense e variopinte. Voi ne siete i meravigliosi protagonisti, godetevi ogni dettaglio che vi contraddistingue e gioite delle vostre inconfondibili peculiarità! Datemi retta: voi, come me ed ogni altra creatura terrestre, impreziosite la natura con la vostra presenza, la rendete più interessante e pullulante di magico stupore!”. L’iguana e il cigno finalmente si sentirono, per la prima volta, apprezzate per ciò che erano ed esplosero di una felicità indescrivibile, ringraziando la tartaruga dei suoi sapienti consigli ed affrontando con nuovo vigore e positività ogni loro istante”.

Per chi volesse scoprire altri miei scritti e creazioni può visitare la mia pagina facebook apposita: “TiDisegno – Creazioni Artistiche di Alessandra Della Quercia”, di cui vi lascio il link:

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Alessandra Della Quercia