CENTENARIO DELLA NASCITA DEL PROF. ANTONIO PAVONE

UN GRANDE ARTISTA, UN GRANDE ATRIANO 

Nel sesto anniversario della dipartita, ricordiamo il Prof. Antonio Pavone, artista e naturalista. Nato in Atri il 4 agosto 1924 da Luigi e Maria Nespoli, visse la fanciullezza nel quarto Capo d’Atri e la Chiesa dove si specchiarono i primi anni di vita fu S. Spirito, attuale Santuario Diocesano di S. Rita. Giocava con i coetanei a Largo Forosetto e in altri vicoletti dell’allora popoloso rione, e durante la scuola elementare cominciò a maturare la vocazione artistica, sotto la guida della Direttrice Eleonora Massaria Mannucci.

Antonio Pavone andò a studiare a Roma, dove visse negli anni della IIa guerra mondiale. Si diplomò docente di Educazione Artistica e cominciò subito l’insegnamento ad Atri e Popoli. Nel 1946 espose le tele nella città natale, durante i festeggiamenti di S. Rita. L’anno prima aveva sposato Raffaella Di Polvere, sfollata ad Atri da Milano. Hanno avuto due figli la Prof.ssa Katia e l’Arch. Lucio, stimati professionisti.

L’attività artistica di Pavone ha una svolta con l’insegnamento nelle scuole italiane all’estero. Egitto, Nigeria, Somalia e Turchia sono le nazioni dove il pittore atriano ha lasciato il segno del talento. In Somalia fu ritrattista ufficiale del Presidente Siad Barre e ritrovò il conterraneo Prof. Nicola Cesare Occhiocupo, più tardi Rettore dell’Università di Parma, in quanto docente, per conto dell’Ateneo di Padova, nell’ex-colonia italiana.

Tornato in patria, il Prof. Pavone continuò a dipingere e a esporre. Nel 1987, fu tra i fondatori della sezione di Atri di “Italia Nostra”, la cui prima sede fu il centralissimo Palazzo Arlini, presso il Centro Servizi Culturali della Regione Abruzzo. L’artista atriano aveva conosciuto il fondatore dell’associazione ambientalista, Giorgio Bassani e nel 2000 lo scrittore ferrarese è diventato eponimo della sezione atriana. Il Prof. Pavone fu per tre anni Presidente di “Italia Nostra” per Atri, e tra le attività ricordiamo soltanto la mostra fotografica, nel 1988 “Atri in positivo, Atri in negativo”, coinvolgendo le scuole medie e superiori, con il coordinamento della Prof.ssa Giovanna Berardinelli Ciardulli, docente di educazione artistica presso la s.m.s. “F. Barnabei”. La mostra, con foto a colori e in bianco e nero, restituiva tanti angoli del centro di Atri, alcuni segnati da infelici interventi urbanistici, come la demolizione del complesso di S. Pietro, sostituito dal cineteatro “Salotto”, a lungo inutilizzato, e poi distrutto, per la costruzione di un nuovo edificio.

In quegli anni il Prof. Pavone accentuò la vocazione di scrittore e narratore. Fu invitato al programma radiofonico “Abruzzo in radio” condotto da Margherita Del Bono, dagli studi di Via De Amicis a Pescara, dove alternava i racconti dell’infanzia atriana e quelli dell’età matura fuori Europa. La narrazione, sempre corredata da illustrazioni, ebbe il seguito nella carta stampata su “Comunità in Cammino”, periodico della Parrocchia di S. Gabriele in Atri, diretto da Don Paolo Pallini. Come partecipazione straordinaria di una puntata, Giuseppe Antonelli, di quattro anni più anziano, scultore e depositario di innumerevoli storie atriane.

Rianimatore antropologico, il Prof. Pavone riportò in vita la benedizione degli animali, nella festa di S. Antonio Abate, alla quale aveva assistito, da giovane, all’ombra della Basilica di S. Maria Maggiore. La consuetudine, molto amata in Atri, perché città agricola, era praticata sul sagrato della Cattedrale, ma era finita nel dimenticatoio. Il Prof. Pavone ebbe la gioia di vederne il ripristino, nel pomeriggio del 17 gennaio 2002, questa volta in Piazza Mambelli, nelle cui vicinanze sorgevano Chiesa e Convento di S. Antonio, dei quali rimangono pochissimi ruderi. Se fosse stato presente Emiliano Giancristofaro, avrebbe detto “Culto ritrovato!”, come è avvenuto per la pantomima del lupo di S. Domenico, a Palombaro, la prima domenica di giugno, dopo tanti anni di interruzione. Ora la tradizione, corredata dalla rappresentazione musicata del S. Antonio che lotta contro il diavolo, si compie nel Santuario di S. Rita, il cui portale fissato sulla facciata, proviene dalla Chiesa di S. Antonio Abate nell’omonimo rione di Atri.

Antonio Pavone è stato artista figurativo, apprezzato dalla critica, valente acquerellista e valoroso autore di metafisica. Si è pure immerso nell’arte sacra, per il profondo spirito religioso, e non poteva essere altrimenti per un cittadino di Atri, dove i tanti edifici sacri intramurali hanno lasciato un’impronta nel cuore degli atriani. Un’opera di Pavone sarebbe stata a pennello nella Galleria di Arte Contemporanea della Pro Civitate Christiana, dove gli abruzzesi si contano sulla punta delle dita. Tra i pochi ricordiamo Venanzo Crocetti e Carlo Aloisio da Vasto. Pavone sarebbe stato il vessillifero di Atri, legata ad Assisi, per via di Filippo Longo, settimo compagno di Francesco, e promotore di uno dei più antichi monasteri clariani, altro luogo dove rifulgono l’impegno e l’opera di Antonio Pavone.

SANTINO VERNA