RICORDO DI FRANCO FARIAS,
UOMO DI CULTURA A 360 GRADI

Nel pomeriggio di domenica 9 giugno, ha concluso la giornata terrena, dopo lunga sofferenza, il Dott. Franco Farias, Capo-Servizi a riposo della sede RAI di Pescara. Era nato a Loreto Aprutino il 30 maggio 1952, e gli furono imposti i nomi di Franco Zopito. Il Santo Poverello di Assisi, al quale era molto legato, veniva associato al protettore della cittadina del Pescarese, uno dei comuni più importanti del territorio amministrativamente attivo da circa un secolo.

Laureato in filosofia all’Università degli Studi di Perugia, dopo una breve esperienza nell’insegnamento, entrò in RAI, lavorando prima da “programmista”, e poi in redazione come Capo-Servizio. Nella prima parte del servizio in azienda si segnalò per numerosi servizi, anche sulle tradizioni regionali, cavallo di battaglia dell’era Tiboni. Franco, proveniente da una dinastia di musicisti impegnati nelle bande, conosceva a menadito il microcosmo bandistico, e per questo veniva in Atri, alla festa di S. Rita, rinomata per la presenza delle migliori bande baresi e salentine. Raccontava diversi aneddoti su professionisti, dilettanti e camafri, come l’episodio del figurante, invitato per la festa patronale in casa dell’Arciprete, ma quando fu la volta di suonare un motivo musicale, si tirò indietro, perché non conosceva l’arte ceciliana.

Franco era legato ad Atri, non solo perché grande amico di Giovanni Verna, suo collega e per 5 anni Redattore Capo della sede di Pescara, ma per via del gemellaggio morale tra la città dei calanchi e Loreto Aprutino, entrambi rivali di Penne. Tra gli avvenimenti da lui sottolineati nella città degli Acquaviva, l’ultimo discorso pubblico di Aldo Moro, in Piazza Duomo, il 24 luglio 1977. Lo ricordò pubblicamente l’ultima volta nel centenario della nascita dello statista di Maglie.

Da redattore Franco spaziava in vari campi dalla politica alla cronaca, dall’attualità alla cultura. Come ricordava l’amico Umberto Braccili, inviato sempre dalla RAI di Pescara, non aspirò mai alla poltrona di Capo Redattore, pur avendone meriti e titoli. Conduttore del TG3 Abruzzo, fu insignito nel 2014 del “Ciattè d’oro” nella festa del Santo patrono della città dannunziana. Franco era presenza inossidabile del premio Flaiano, quando Pescara si riconferma, a dispetto dell’incorreggibile fisionomia avveniristica, città di cultura.

Non si confrontava soltanto con i grandi personaggi, ma anche con l’umile mondo abruzzese. Allo sposalizio di Lucio Valentini e Giulia Rovetto, in un hotel di Lanciano, città dei festeggiati, illustrò brevemente il “croccante d’amore”, dolce portato da Basciano, dal collega Antimo Amore. Aveva il culto della buona cucina, passione condivisa con il Capo Redattore Fausto Celestini, venuto a mancare ultranovantenne tre anni fa.

Uomo di profonda fede, Franco incarnava la religiosità della buona gente d’Abruzzo. Una fede schietta e mai rassegnata, granitica come le pietre del Gran Sasso e della Maiella, capace di commuoversi davanti alla pantomima del lupo di Pretoro o accanto alle farchie di Fara Filiorum Petri. O, a fortiori, dinanzi al rito del bue di S. Zopito, indagato da Alfonso Maria Di Nola, innamorato dell’Abruzzo, anche perché poteva reperire una corposa miniera di materiale etnodemologico.

In questi ultimi tempi le apparizioni pubbliche erano finite, ma Franco seguiva sempre il mondo culturale e regionale. Ha esalato l’ultimo respiro circondato dall’affetto della consorte Prof.ssa Carmela Morrone e dei figli Edmondo detto Eddy (porta il nome del nonno, bandista di spicco), calciatore professionista e Alessandra, giornalista. Le esequie sono state celebrate nella Chiesa di S. Liberata a Francavilla al mare, e in poco tempo da quella moderna e gradevole architettura, si raggiunge il cenacolo di Francesco Paolo Michetti, uno dei simboli forti di quell’Abruzzo da Franco sempre difeso, promosso e amato.

SANTINO VERNA