LA STORIA DELLA SINISTRA ITALIANA
E LE MIE SCELTE

Il 2024 è un anno in cui ricorrono diversi avvenimenti che hanno segnato la storia del nostro Paese. Innanzitutto, quello più prossimo: il 10 giugno 1924 venne ucciso Giacomo Matteotti. Una figura troppo ingombrante e urlante per un regime che faceva del silenzio degli avversari il principio cardine con cui governare. In occasione della festa della Liberazione appena trascorsa, attorno al suo nome c’è stata polemica politica, laddove sarebbe stata opportuna l’unità intorno ad un personaggio che dovrebbe essere considerato senza indugi un fondatore dei valori della nostra Repubblica. La memoria storica del nostro Paese è uno spettro che il governo tenta in tutti i modi di sopprimere.

L’ennesimo episodio è capitato nel giorno dell’anniversario dell’attentato neofascista che il 28 maggio 1974 uccise 8 persone a Brescia, in Piazza della Loggia, durante una manifestazione promossa dal Comitato permanente antifascista in contemporanea con lo sciopero generale indetto dai sindacati. Meloni è andata a Caivano a inaugurare un centro sportivo e non a Brescia a commemorare i 50 anni da Piazza della Loggia. Non è andata a Brescia perché ha evidentemente difficoltà ad andare a celebrare il ricordo delle vittime di stragi neofasciste. È erede della tradizione del Movimento Sociale, gli sconfitti del ’45, i quali non si sono mai rassegnati ad aver perso e da allora coltivano una sete di rivincita sulla Storia che li acceca a tal punto da voler riscrivere la Storia stessa.

La nuova destra prima ha cercato di riabilitare il ventennio fascista tentando di bonificarlo, slegandolo dalle leggi razziali e da Hitler, poi ha compiuto la stessa operazione con il neofascismo degli anni ‘70, la matrice ideologica da cui provengono Giorgia Meloni e tutti quelli che hanno fatto quel percorso insieme a lei.

Il 2024 è però anche l’anniversario della nascita del PSIUP, fondato nel gennaio 1964 e rimasto sulla scena politica fino al 1972. Esso fu definito, appena nato, “partito provvisorio” dal PSI e “partito inopportuno” dal PCI. Forse anche per questi giudizi nessuno, all’interno del mondo della sinistra odierna, ha voluto ricordare quest’anno la sua fondazione.  Il PSIUP si caratterizzò per una notevole vivacità culturale, cui anche la storiografia non ha mai prestato la giusta attenzione. Il PSIUP voleva connotarsi mediante un esplicito carattere libertario, rappresentato soprattutto da Lelio Basso, che non esitò a difendere il nuovo corso cecoslovacco del ’68 e questo consentì al PSIUP di dialogare con la contestazione studentesca che in quell’anno si stava propagando anche in Italia.

Esso riuscì a costituire una fitta serie di relazioni con alcune rilevanti componenti del socialismo europeo, dal PSU francese alla sinistra del Labour Party inglese, fino alla SDS nella Repubblica federale tedesca, intenzionato a creare dei collegamenti autonomi con le sinistre dei partiti socialisti dell’Europa occidentale, prescindendo dal rapporto con Mosca.

Per il suo carattere innovativo e libertario il PSIUP riuscì a comprendere, a differenza degli altri di partiti di massa, ciò che stava avvenendo nel sottobosco della società italiana durante gli anni Sessanta e che avrebbe poi trovato piena linfa nel movimento del ’77: una parte considerevole della società italiana sognava e sperava intensamente di poter cambiare la realtà sociale in modo radicale. Come tra l’altro anche il PSIUP, questo movimento non era certamente dotato di un pensiero totalizzante ed unitario, era disperso infatti in mille rivoli. Ma erano rivoli che sentivano di appartenere allo stesso fiume, cercando di lasciarsi alle spalle i bigottismi, i fascismi, i nazionalismi, gli identitarismi, che avevano portato le generazioni precedenti a sterminare cento milioni di esseri umani durante le due guerre mondiali. Nonostante il mondo di oggi è nuovamente in balia di guerre, di estreme disparità sociali e di nazionalismi, le idee emancipative del passato, seppur sconfitte, continuano a lavorare sotterraneamente e a ricordarci che questo non è il migliore dei mondi possibili e non è nemmeno l’unico mondo possibile.

Per questo allora voterò la lista “Pace Terra Dignità”, perché è l’unico movimento politico che parla concretamente ed effettivamente di pace, di fronte ad un mondo che sta andando in frantumi a causa delle guerre (mai così minacciose per gli europei come in questo momento).

NICOLA CERQUITELLI