I 90 ANNI DEL PROFESSOR CESARE DI GIOVANNI

Novanta candeline per il Prof. Cesare Di Giovanni, docente di greco e latino a riposo. Nato a Chieti il 4 giugno 1934, ha vissuto una parentesi della fanciullezza a Celano, dove si era trasferita la famiglia, per il lavoro del papà. Laureato in lettere classiche all’Università “La Sapienza” di Roma, la città eterna è sempre rimasta nel cuore del Professore, non solo perché centro della cattolicità e della classicità, ma pure per la squadra giallorossa. E’ tifoso sia della Roma che del Pescara.

Ha vissuto in presa diretta il clima del Concilio Vaticano II, a Chieti dove il vento soffiò più forte con l’arrivo dell’Arcivescovo Loris Capovilla, segretario particolare di Papa Giovanni. Quel clima l’ha vissuto anche nella Parrocchia della SS. Trinità, nel centro del capoluogo marrucino, dove era presente il poeta dialettale Raffaele Fraticelli, venuto a mancare nel 2021, quasi centenario.

Il Prof. Di Giovanni ha insegnato tanti anni al liceo “G. D’Annunzio”. L’istituto, soprattutto con il Preside Claudio Palma, anche lui venuto a mancare nel 2021, era stato in qualche modo democratizzato, perché aperto alle classi sociali meno egemoni, a differenza del passato, quando il liceo, propedeutico a tutte le facoltà universitarie, era riservato al ceto abbiente. Il Professore è stato promotore del teatro, e i suoi studenti hanno girato varie parti d’Italia e d’Europa.

Tra le riforme scolastiche vissute dal Prof. Di Giovanni, l’abolizione degli esami di riparazione, nel 1994. Per gli studenti era un sospiro di sollievo, perché voleva dire non passare una gran parte dell’estate sui libri con l’ansia di ulteriori esami, prima del rientro a settembre. Ma era una maggiore angoscia, perché era più forte lo spettro della respinzione. Per questo, dopo il primo quadrimestre, furono attivati corsi pomeridiani di sostegno e, per chi veniva promosso con l’asterisco (ufficialmente “con riserva”), il rientro tra i banchi era anticipato di qualche giorno. Il Professore definì la soluzione “buffonata”.

E’ stata una grazia e una gioia averlo docente, sia pure per pochi anni. Il Professore mi è stato vicino, quando venne a mancare mio nonno, il 10 marzo 1995, ed ero suo alunno da appena sei mesi. Poi venne il momento di scegliere la sede universitaria, nell’anno della maturità. Volevo andare fuori regione, per evitare le levatacce antelucane e il pendolarismo, rincorrendo ogni giorno le corriere. Dalla fine del II° liceo si profilava la scelta di una città e di un collegio, dove proprio non volevo andare. Ebbi l’approvazione del Professore circa le motivazioni della rinuncia a quel luogo, e soprattutto a quel pensionato. Ironia della sorte uscì come tema di maturità il Manzoni, e fu la volta per spiegare, attraverso lo scritto, in maniera criptica, il rifiuto di quella città.

Il Prof. Di Giovanni fu collocato in pensione nel 2004 ed è cominciata subito la seconda giovinezza, con attività culturali e sociali. Lo ricordo con gratitudine e affetto.

SANTINO VERNA