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RICORDO DI MONSIGNOR FRANCESCO DI FELICE,
ACCANTO A CINQUE PAPI

UOMO DI FEDE E DI CULTURA, FIERAMENTE
CANONICO DELLA CATTEDRALE DI ATRI

Ha esalato l’ultimo respiro nel sabato antecedente la IIIa domenica di Pasqua, Mons. Francesco Di Felice, già Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia e Canonico della Cattedrale di Atri. Ha concluso la giornata terrena nell’ospedale “S. Pietro” dei Fatebenefratelli, ad un tiro di schioppo dalla Via Cassia, non lontano dal Museo “Venanzo Crocetti”, imago brevis dell’arte contemporanea sacra del Teramano.

Don Francesco era nato a S. Margherita di Atri l’11 luglio 1934 e sin da bambino aveva stabilito relazioni con Atri capoluogo, perché aveva una zia nel Monastero di S. Chiara. Entrato in Seminario a Teramo, proseguì gli studi al “Pianum” di Chieti e nella solennità dei SS. Pietro e Paolo 1961, veniva ordinato sacerdote dall’allora Vescovo di Atri e Teramo Mons. Amilcare Stanislao Battistelli, C.P. Alcune tappe propedeutiche al sacerdozio le aveva vissute ad Atri, nella Chiesa di S. Caterina (S. Agostino), perché la Cattedrale era impraticabile per i restauri.

Dopo aver servito la diocesi di Teramo e Atri come docente di lettere in Seminario e responsabile per le vocazioni, fu chiamato da S. Paolo VI nella città eterna tramite Mons. Giovanni Benelli, più tardi Arcivescovo di Firenze. Minutante in Segreteria di Stato, Don Francesco proseguì gli studi alla PUL e al “Biblicum” dove ottenne la licenza. In seguito, ancora alla Lateranense, ottenne il grado “in re pastorali”.

Assistente del sodalizio abruzzese a Roma, nella Chiesa della Maddalena, a due passi da Piazza Navona, legata alla terra dannunziana perché accoglie il corpo di S. Camillo de Lellis, Don Francesco accoglieva sempre con gioia gli abruzzesi, illustrando le bellezze e le glorie della capitale. Era presente agli incontri degli abruzzesi fuori Abruzzo, come quelli organizzati dal compaesano Armando Traini, a Padova, presidente del sodalizio dove campeggia l’immagine del guerriero di Capestrano.

Era felice di ricevere gli atriani, come quando, celebrò per i parrocchiani di S. Gabriele, la S. Messa, all’Altare della Cattedra, nella Basilica di S. Paolo fuori le mura, il primo giugno 1983, Anno Santo della Redenzione.

Il 3 dicembre 1994, fu festeggiato al Comunale di Atri, per interessamento del Comune e dell’associazione culturale “Luigi Illuminati”, insieme ad altri due cittadini illustri operanti fuori regione: il Prof. Nicola Cesare Occhiocupo, all’epoca Magnifico Rettore dell’Università di Parma e il Dott. Domenico Vecchioni, storico e ambasciatore.

Nel 1996 S. Giovanni Paolo II lo nominò Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia e in questa veste ebbe modo di visitare tanti angoli del mondo, per la difesa della famiglia e della vita, tema assai caro a Papa Woytila. Quando Mons. Vincenzo D’Addario gli propose la nomina di Parroco della Cattedrale di Teramo, preferì rimanere a Roma.

Fu inoltre Canonico della Basilica Liberiana, e in questa veste lo vide tutto il mondo, nella solennità dell’Immacolata Concezione 2008, per i 150 anni delle apparizioni della Madonna a Lourdes. Dalla Basilica di S. Maria Maggiore fu trasferito, sempre nel servizio di Canonico, a S. Pietro, dove ha vissuto momenti ecclesiali di spicco, come l’elezione di Papa Francesco, l’Anno Santo della Misericordia, la canonizzazione di S. Paolo VI.

Fecondo scrittore, era appassionato studioso di Giovanni Papini. Ne aveva ricostruito l’itinerario della conversione. Don Francesco era uomo di fede e cultura, innamorato delle radici abruzzesi, e se vogliamo confrontarlo ad un sacerdote romano non originario dell’Urbe, il parallelo è quello con Don Giuseppe De Luca, autentico figlio del nostro Mezzogiorno, appassionato di pietà e letteratura, poco scoutistico, ma capace di entrare nel cuore della gente, se riuscivi a sintonizzarti con lui.

Tornava spesso nell’amata frazione di Atri, richiamato dall’affetto dei fratelli, e qualche volta celebrava in Cattedrale, essendone fieramente Canonico. Nel 2005, celebrò, nella solennità dell’Immacolata, nella Chiesa di S. Francesco, una settimana dopo l’improvvisa e prematura dipartita dell’indimenticabile Mons. D’Addario.

Mons. Di Felice è passato all’altra riva, due mesi dopo la nascita al Cielo, di due colonne della diocesi di Teramo-Atri, sacerdoti legatissimi alla storia e alla tradizione della Chiesa locale, Mons. Davide Pagnottella e Mons. Gabriele Orsini. Li ricordiamo nella preghiera e con tantissimo affetto, perché hanno alimentato il senso dell’appartenenza, come Gesù nella vita nascosta di Nazareth con Maria e Giuseppe, per poi aprirsi, con il ministero pubblico, al servizio fino agli estremi confini della terra.

SANTINO VERNA