RICORDO DEL PROFESSOR GIUSEPPE PROFETA

Studioso delle tradizioni popolari

Quasi al compimento del secolo di vita, ha concluso la giornata terrena il Prof. Giuseppe Profeta, docente di Storia delle Tradizioni Popolari all’Università degli Studi di Teramo. Era nato nel 1924 ad Arsita, l’antica Bacucco, sempre in provincia di Teramo, ma legata storicamente ed ecclesiasticamente a Penne.

Nella città vestina conseguì la maturità classica, mentre quella magistrale porta il nome di Città S. Angelo. Si laureò in lettere all’Università di Roma (allora esisteva solo “La Sapienza”) e suo maestro fu Paolo Toschi, sommo studioso di tradizioni popolari.

Il Prof. Profeta ha indagato i cicli calendariale e biologico, sul sentiero di Gennaro Finamore e Antonio De Nino. In particolare ha studiato il rito dei serpari di Cocullo, forse la tradizione popolare per antonomasia d’Abruzzo. Docente all’Università della Calabria, prima del rientro in Abruzzo, è stato socio della Deputazione di Storia Patria, della regione da lui tanto amata.

Un altro fondamentale studio del Prof. Profeta quello sulla conca, recipiente tipicamente abruzzese, con tante implicazioni etnodemoantropologiche. Un documentario, con l’intervento del docente pretuziano, fu filmato, una trentina d’anni fa, dal suo omologo frentano, il Prof. Emiliano Giancristofaro, tra i fondatori di “Italia Nostra” in Abruzzo. Il Prof. Profeta spiegava l’importanza della conca, portata sulla testa dalle donne intente ad attingere acqua alle fontane pubbliche, quando l’acqua non ancora arrivava in casa. Sottofondo del documentario, in onda su diverse TV commerciali, il brano popolare “Tutte le funtanelle”, diventata celebre perché riportata da Gabriele D’Annunzio, nella novella “Fra Lucerta”, e in tempi recenti, dal coro “Antonio Di Jorio” di Atri, diretto dal Cav. Prof. Concezio Leonzi.

La conca è diventata uno stereotipo dei gruppi folkloristici, prima dell’avvento delle compagnie di canto popolare, spesso nate con la consulenza e la guida di docenti universitari. Il Prof. Profeta ha attraversato la seconda giovinezza dei cori, quando, per reazione all’industrializzazione e al miracolo economico, ogni campanile in Abruzzo, aveva la sua compagine canora, composta da cittadini di ogni età, la cui divisa riproponeva l’abbigliamento festivo del XIX secolo.

Il Prof. Profeta ha studiato fino alla fine ed è stato uno pietra miliare dell’antropologia per la provincia di Teramo, forse la più restia verso questo campo disciplinare, perché in qualche modo la rilancia in quel Mezzogiorno, ricco di valori umani e cristiani, dove è stata per tantissimo tempo incasellata. Ricordiamo con stima e affetto, e con la preghiera, il Professor Giuseppe Profeta e ci associamo al dolore di tutti i suoi cari.

SANTINO VERNA