Un anniversario da celebrare

IL II° CENTENARIO DELLA VISITA DI SAN GASPARE AD ATRI

Nel 2024 ricordiamo il II° centenario della visita di San Gaspare del Bufalo, fondatore dei Missionari del Preziosissimo Sangue, ad Atri. Predicò nella Chiesa di S. Spirito, oggi Santuario Diocesano di S. Rita, perché la missione rientrava nel progetto della rievangelizzazione dei territori dello Stato Pontificio e degli stati preunitari dello Stivale.

I due segni tangibili della visita di San Gaspare nella città acquaviviana sono il Crocifisso e la statua di S. Francesco Saverio, entrambi nel Santuario ritiano. S. Gaspare era devoto del patrono delle missioni, perché da ragazzo fu salvato da una malattia dal Signore per intercessione di S. Francesco Saverio, il cui braccio è custodito nella Chiesa romana del Gesù, nell’omonima piazza, vicino Palazzo Altieri, dove prestava servizio suo padre. Secondo una vicenda da ricostruire, dal momento che non c’erano soldi per acquistare il simulacro di S. Francesco Saverio (custodito nella nicchia del lato sinistro della navata, simmetrico alla statua della Madonna del Suffragio), fu trasformata l’immagine di S. Gioachino o di S. Giuseppe, in quella del patrono delle missioni.

La trasformazione non fu problematica, perché si doveva soltanto cambiare il vestito. Infatti il simulacro è una “conocchia”, ovvero un’intelaiatura dotata di testa e mani di gesso, coperta da vestiti, quello festivo per l’esposizione sul fercolo e la processione, l’ordinario per il resto dell’anno. La tunica serviva per l’applicazione di monili e denari, in segno di devozione. La tunica di S. Giuseppe o S. Gioachino fu sostituita dalla talare nera gesuitica e dai due attributi inconografici del missionario, oltre ovviamente al Crocifisso: il bordone, per appoggiarsi nei lunghi cammini e difendersi dagli agguati delle belve e la conchiglia, per prendere acqua da fiumi e ruscelli. Per completare la veste, fu aggiunta la stola verde, segno del sacerdozio ministeriale, perché con le due croci, alla nuca e alle due estremità, rappresentano i fiumi d’acqua viva che scendono da Dio sul sacerdote e da questi alle anime. Il colore verde è puramente convenzionale, perché quello proprio di S. Francesco Saverio è il bianco, antico colore dei martiri, la schiera biancovestita al cospetto del Signore. Poi ai martiri fu assegnato il rosso, colore del sangue e il bianco riservato ai confessori, testimoni della fede senza effusione di sangue.

Il Santuario di S. Rita è anche luogo di devozione a S. Gaspare, con l’immagine presente in un locale della Chiesa. Nel 1990 il triduo e la festa fu predicato da un missionario di S. Gaspare, P. Vincenzo Lupo, molisano. Atri ha ricambiato la visita di 200 anni fa con diversi pellegrinaggi al sepolcro, nella Chiesa romana di S. Maria del Trivio, vicino a Fontana di Trevi (come si evince dal nome dell’edificio sacro) e soprattutto al Santuario, ad Albano Laziale. Eponimo della Chiesa del Collegio Missionario è S.Paolo Apostolo, ma l’attenzione è riservata a S. Gaspare del Bufalo. Grazie al periodico “Primavera Missionaria”, gli atriani hanno conservato contatti con i Missionari del Preziosissimo Sangue, sostenuto da Pio VII e Leone XII, del quale si celebra proprio quest’anno il secondo centenario dell’elezione.

Nel luglio 1825, un anno dopo la missione, S. Gaspare scrisse all’atriano Egidio Catucci, e nella breve lettera ricordò Gaetano Pretaroli. Entrambi appartenevano a due facoltose famiglie della città dei calanchi e i Pretaroli, fino al 1922, abitarono a Palazzo Acquaviva, attuale Municipio. Nella lettera ricordava i Minori Conventuali e i Gesuiti. La memoria liturgica di S. Gaspare non è mai stata celebrata ad Atri, dove i cittadini volevano trattenere l’illustre predicatore. Di nascosto dovette prendere un’altra via per proseguire la missione popolare. Il 2024, nel prologo del Giubileo, sarà un anno importante per Atri, perché ricorderà la visita di un Santo, poco conosciuto, ma molto popolare nella Roma della Restaurazione e vittorioso sulla massoneria e sul brigantaggio.

SANTINO VERNA