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- Pubblicato Mercoledì, 13 Settembre 2023
- Scritto da Santino Verna
OTTAVO CENTENARIO DELLA NASCITA DI FRANCESCO RONCI
DISCEPOLO DEL VANGELO NEL SECOLO DI
SAN FRANCESCO
Nel 1223 nasceva ad Atri, Francesco Ronci, discepolo e collaboratore di S.Pietro Celestino. Proveniva da un’antica famiglia atriana che nel corso dei secoli diede illustri figure, maschili e femminili, al mondo cattolico locale. E anche artisti, come Valerio e Teodosio, autori del busto argenteo di S. Reparata (XVII sec.) custodito nel Museo Capitolare.
Francesco sentì da ragazzo la vocazione alla vita religiosa e contemplativa e dopo l’incontro con i Cistercensi, seguì Pietro del Morrone. Alter ego di Francesco d’Atri (conosciuto anche con la cittadina di nascita), Roberto da Salle, rispettivamente Abate e Priore dei Celestini, legati al cenobio di S. Spirito a Maiella.
Dopo l’elezione pontificia di Pietro, con il nome di Celestino V, Francesco d’Atri, per soli 25 giorni fu Cardinale, con il titolo di S. Lorenzo in Damaso, ovvero della Chiesa del diacono romano vicino alla Basilica Vaticana, attualmente in Corso Vittorio Emanuele. Il titolo era prestigioso, perché i sacerdoti prestavano servizio in S. Pietro, all’epoca non ancora residenza dei Sommi Pontefici. Fino al 1973 la Parrocchia di S.Lorenzo in Damaso era assegnata al Vice-Cancelliere di S.R.C. e uno degli ultimi fu il Card. Luigi Traglia, Pro-Presidente della CEI.
Francesco Ronci, per la vicinanza a S. Pietro Celestino, ne divenne anacronisticamente il “segretario”, anche se tale figura nasce nel XX sec. con il futuro Card. Carlo Confalonieri, contubernale di Pio XI e soprattutto con il Card. Loris Francesco Capovilla, segretario di S. Giovanni XXIII. Felice coincidenza, entrambi hanno avuto relazione con l’Abruzzo, il primo Arcivescovo dell’Aquila, il secondo di Chieti (formalmente la città di Vasto non era ancora unita al capoluogo marrucino), e tutti e due, rinunciarono a due prestigiose sedi emiliane, prima della venuta in Abruzzo.
Il collaboratore di Celestino V, concluse la giornata terrena il 13 ottobre 1294. Morì prima di S.Pietro del Morrone che lo raggiunse in Cielo, un anno e mezzo dopo. Beatificato dalla voce del popolo, senza conferma di culto, Francesco Ronci fu immortalato in un ritratto custodito nel Museo Capitolare di Atri, e per tanto tempo dimenticato dai concittadini.
L’odonomastica ricordò la famiglia Ronci, senza specificazioni, in una strada pedonale tra Corso Elio Adriano e Via P. Baiocchi, dove abitava un ramo della stessa. Francesco era nato in Via Card. Cicada, nello stabile dove abitarono i discendenti fino al 1951. La madre era nata nella casa del portico di Vico Miglio, sempre Rione S. Giovanni, annunciata dallo stemma, studiato da Piergiorgio Cipollini e Giovanni Antonelli. Altri rami dei Ronci abitavano lungo Via Card. Cicada e Via D. Ricciconti, curiosamente vicino al Convento di S. Stefano, una delle case celestiniane in Abruzzo. La presenza del Beato Francesco è ricordata indirettamente dal vico chiuso con il nome del Protomartire.
Negli anni ’80 la figura di Francesco Ronci riprese vigore in Atri, grazie al legame della Porta Santa della Cattedrale con la Perdonanza celestiniana. Con la revisione dell’odonomastica cittadina, nel 1996, al Ronci fu assegnata la strada che portava il nome della famiglia.
I legami sono stati intensificati a partire dal 2013, con la fiaccola della Perdonanza, organizzata dalla Parrocchia di S. Maria nella Cattedrale con il Parroco Can. Don Giuseppe Bonomo e dal fondatore del Museo Etnografico Ettore Cicconi, autore, con l’indimenticabile Maestro Carmine Manco, di una monografia sulle due indulgenze di Atri, la Porta Santa e il Perdono di S. Rita. La fiaccola, piccolo seme partito con pochissimi fedeli, è oggi un appuntamento immancabile, non solo per tantissimi atriani, ma per gli abitanti delle città e dei paesi del percorso tra le province dell’Aquila e di Teramo.
Atri deve essere fiera di Francesco Ronci, testimone del Vangelo nel secolo di S. Francesco.
SANTINO VERNA