IN ATTESA DI RISPOSTA!

RESOCONTO DEI DUE FINANZIAMENTI RICEVUTI DALLA
FONDAZIONE
TERCAS PER L’ALLESTIMENTO AL MUSEO
ARCHEOLOGICO DI ATRI :

”Delbentiis-Tascini-De Galitis”.

Egregio Signor Sindaco ed altri, 

ho visto su Facebook e letto sulla stampa locale, che il Sottosegretario alla cultura, del Governo Meloni, On Prof. Vittorio Sgarbi, con il quale mi onoro di avere un ottimo rapporto a seguito del mio ruolo allora di Sindaco di Atri, (1997-2001), ha visitato, tra l’altro, anche il Museo Archeologico di Atri, ovvero, nello specifico, solo la esposizione dei reperti “dell’ EREDITA’ ROSATI”, che ebbi, da Sindaco di Atri a richiedere, non superando facilmente ostacoli politici e di campanilismo della teramanità, che risolsi  allora, con la mia insistenza di Sindaco, e direi anche dalla volontà politica  del dr Ruffini, allora Presidente della Provincia di Teramo, che,  nell’ottemperare alla mia giusta richiesta di riavere, ripeto, quello che ritenevo fosse della città di Atri, e che invece stava li, presso la Biblioteca Provinciale Delfico, nei scantinati, ed alcuni quadri, nelle varie stanze, e che credo siano rimaste tali, in un facile compromesso tra le soprintendenze (c’è un inventario agli atti in merito)..

Patrimonio che Atri reclamava già da tempo, da decenni, dai vari Sindaci del tempo, da Emilio Mattucci a Verna Giovanni, ad altri succedutesi nel tempo, e che  non erano riusciti nell’intento.

La mia caparbietà ed insistenza, peraltro con solide motivazioni storiche e politiche, di Sindaco, riuscii nell’intento, superando ostacoli frapposti, allora, dal Consiglio Provinciale di Teramo con relativi odg, li votati contro Atri, e nel Consiglio Comunale di Teramo, con relativi odg, anche li votati contro la disputa e la pretesa di Atri a riavere quello che era suo da tempo, e non della Provincia di Teramo e del Comune di Teramo. Compreso la posizione contro di Teramo Nostra, associazione fortemente rappresentativa a Teramo.. Ma andò a buon fine.

Poi bisognava esporlo (condizione essenziale posto da Ruffini per riportarlo in Atri, e posto nell’accordo firmato dallo stesso e dal Sindaco di Atri Marchese, accompagnato dalle Soprintendenze della Regione Abruzzo, e dal rappresentante del Capitolo Concattedrale di Atri, Don Giuseppe Di Filippo).

Dopo peripezie varie, firme ed accordi vari, anche presente la Soprintendenza archeologica della Regione Abruzzo, nella  rappresentante locale dr A.M Proterra, fu il tutto riportato e custodito nei locali ad essi predisposto, del Capitolo di Atri.

Con il rappresentane del Capitolo firmammo, la Soprintendenza, il Sindaco di Atri, ed il Presidente della Provincia di Teramo, dr Ruffini, l’impegno che detti reperti sarebbero stati esposti nel predetto Museo Archeologico.

Ma...ma...non si aveva i soldi, i finanziamenti per un progetto di allestimento dei predetti reperti ed altri di patrimonio della Curia, del Capitolo, e della Soprintendenza. Ed allora mi attivai, e chiesi, previo colloquio, al Presidente della Fondazione Tercas di Teramo, nel Presidente  Prof. Mario NUZZO, un IDONEO finanziamento per sistemare ed  aprire quella nostra struttura Museale-Archeologica.

Così, tramite questa azione, si ebbe il finanziamento di una “1° trance di 600 milioni nel 1999”, inviate  però al Comune di Atri, che  non poteva eseguire questo progetto in una proprietà della Curia, del Capitolo, ed allora ci furono problemi burocratici, che si superò (dopo  i tempi della chiesa e della soprintendenza), cioè lunghi, a differenza del mio modesto intento, di vederlo a tempo questo allestimento, al massimo entro l’anno 2000. Fu lungo e penoso invece  l’iter burocratico, e comunque trovò la fine, ed intanto, il sottoscritto, non era più Sindaco, e non avevo dimenticato però, l’impegno che il “Prof. Mario NUZZO” aveva promesso al sottoscritto, e che cioè avrebbe finanziato l’intero progetto di allestimento per le altre AREE, le varie epoche da allestire nelle 23 stanze, di cui è composto il Palazzo Museo in parola, allora donato al Capitolo Concattedrale-Curia di Atri-Teramo.

Ed ormai, siamo alla fine del 2006, 2007, alla elezione del Sindaco Astolfi 1° (2008), nel 2010, non dimenticai l’impegno allora assunto dal Prof. NUZZO Presidente della Fondazione Tercas con il sottoscritto, ovvero con la città di Atri, e, mi permisi di “SCRIVERE al Presidente, una lettera, ricordandogli questa sua volontà con il Sindaco Marchese e la città di Atri, cioè per un finanziamento ulteriore, di una “2° Trance”, il quale, lodevolmente mantenne la promessa e lo finanziò, rispettandolo, per altri 630 mila Euro (non ricordo con precisione), per le necessità di quel Museo, e per il suo allestimento lapideo, di cui Atri, la Cattedrale, il Chiostro, la Soprintendenza ne custodiva a Chieti, altri patrimoni da riportare in Atri, per essere riclassificati ed allestiti dovutamente. (Almeno così si affermava allora da varie competenze locali).. Ma nulla si muoveva  nel merito ed in merito in quella realtà. Ed allora, fui costretto ad intervenire di nuovo, da semplice cittadino, e sollecitare il “Sindaco Astolfi 1°” per verificare lo stanziamento avvenuto, che fine avesse fatto, se era stato concreto, oppure si era perso nei meandri della burocrazia.

Chiesi, al nostro compianto Consigliere allora della Fondazione, dr Gildo Di Febbo, che fine avesse fatto la mia richiesta, e lui, premuroso, mi affermò che  era stato accolto e che la Fondazione in una sua seduta amministrativa, aveva  giài stanziati circa “630 mila euro“(?), e mi portò gli estremi degli atti (che purtroppo ho perso). Ma che il Comune di Atri, fino a quel momento, non aveva dato riscontro. Sicuramente cerano stati dei problemi, e scrissi così al Sindaco, altra lettera, enunciando  con questi estremi dati, fornitomi dal nostro concittadino, e la cosa fu poi rilevata tra le carte dell’Ente. Credo si rischiava di perderlo quel finanziamento, direi anche cospicuo per Atri, per il nostro Museo Archeologico.. Tramite questo atto e relativi estremi ne inviai ai medesimi i relativi punti di riferimento e l’avvenuto finanziamento. Non ricevetti nessun  riscontro  da parte degli amministratori preposti verso la segnalazione fatta dal sottoscritto, che si era si attivato in tal percorso, direi concretamente, e si ebbe però coscienza   amministrativa di questo avvenuto finanziamento  ( nessuna risposta, ripeto: nè si , e nè no)..

Da allora, ebbi ad attendere l’esito del suo utilizzo presso detto “Museo Archeologico di Atri”, non in altri (?) Compreso?  Da li in poi ho cercato di farmi parte attiva, e sapere, e prendere coscienza, di questo fondo in che mani era finito, per quali meandri, si era infilato, se c’erano state rendicontazioni a chi di dovere. E, nonostante mie ripetute sollecitazioni, nulla di nulla. Ma li, i lavori per il suo utilizzo, per l’allestimento, non andava avanti, non si aprivano aree, e progetti, stanze. Nulla di nulla.. Cosa era avvenuto? E’ avvenuto?

A tutt’oggi, 2023,nulla si sa, si rileva, e l’altro gg sono andato a visitarlo, ed è come 10 anni addietro, c’è solo l’allestimento dei reperti della “Eredità Rosati”, frutto, concretizzato con la “1° Trance di finanziamento, nonchè la 2°, molto più cospicua? Che fine aveva fatto?”

Doveva essere  per Atri, e non per altro o altre realtà il suo utilizzo. Le sale da allestire, non sono mai state aperte, nemmeno i reperti sono in loco. Cosa è successo? Avvenuto, e che noi  miseri cittadini di Atri non sappiamo e non ci è dato di sapere?

Ma, a Lei Sindaco, Assessori, Giunta, si, a voi questo è dovuto!!!!

Perchè quei finanziamenti al Comune di Atri sono stati concessi Poi…...Ma vi siete mai interessati in merito e nel merito? Il perché e come sono stati utilizzati dette somme? Quelle sale vuote, oggi,direi, gridano….ed  è veramente un “pianto greco”:nell’intendimento  che aveva auspicato il “Presidente Prof. Mario NUZZO”, e più modestamente anche mio personale, di Sindaco e di Cittadino di Atri.

C’era la loro attesa apertura e dare così completamente allo stesso Museo, nelle sue varie epoche di riferimento. Ma ai vari Sindaci: Astolfi 1° e 2°, nonché Ferretti 1°, compreso gli Assessori vari al ramo, tutto questo nulla è f…..., almeno ufficialmente (non mi hanno mai risposto). Il tutto è rimasto al “freddo ed al gelo”, come si dice..

In data 10-Febbraio-2023, prot. n° 3226, del Comune di Atri, ho provato ha richiedere  notizie  di merito e nel merito:“silenzio di tomba”, come sempre (mi sembra di essere in Sicilia: “non ho visto, non ho sentito, e se c’ero, ero girato dall’altra parte”).

Ma, con la presente ritorno sull’argomento, dato che la somma elargita  investiva anche il Comune di Atri, in 1° istanza (1° e 2° trace), ed avrebbe, lo stesso, dovuto controllare che i lavori venissero fatti, gli allestimenti fossero eseguiti,portati avanti,  invece NULLA di NULLA è avvenuto in questi 10 anni, non mesi, anni, se non la sala  della Eredità Rosati , frutto del finanziamento della Tercas della 1° Trance di 600 milioni  Per il resto, oggi, è tutto chiuso. Finito?

Cosa è avvenuto caro Signor Sindaco di tutto quanto dichiarato?

Di intrecci, di competenze, di progetti, di volontà politiche ed amministrative, di utilizzo di quelle somme?  Sono somme dirottate in altre attività ed istanze? Eppure Lei avrebbe dovuto, per interesse precipuo di 1° cittadino che le medesime fossero attivate per le ragioni per cui sono state stanziate dalla Fondazione Tercas, non le pare? Cioè per Atri, ed il suo “Museo Archeologico”, che, con questi investimenti, avrebbero potuto essere classificato alla  Cat. “A” dei Musei abruzzesi archeologici, cioè quasi seconda a quella della Civitella e del Museo Archeologico Nazionale, che custodisce  monete e reperti, che all’uopo avrebbero dovuto far ritorno ad Atri (almeno cosi credo, ed affermava anche Don Giuseppe Di Filippo).

Su questa classificazione Museale, ebbe a dire la stessa cosa la dr A. Maria SESTIERI, allora  responsabile della Soprintendenza dei BBAASS della Regione Abruzzo, e  recentemente scomparsa..

Certo, questi interessamenti non portano voti, consensi, ma rispetto per la città ed i suoi  diritti di antica Città e civiltà si, non fors’anche  per i tanti che si sono sempre interessati alla sua storia, cercando di farla rispettare in ogni modo nel tempo, forse più fuori che dentro Atri esso è avvenuto, almeno negli ultimi tempi. Stante appunto i livelli di attenzione forniti ai vari MUSEI, a cui questa maggioranza  in 15 anni non hanno  prestato mai la attenzione dovuta, come sull’ETNOGRAFICO, sul DI IORIO, sull’ARCHEOLOGICO. Altro che il Prof. SGARBI…., sottosegretario alla Cultura del Governo Meloni.

Queste sono le questioni che dovrebbe conoscere, sapere, e non solo la chiusura del Capitolare, ma anche l’Etnografico, l’Archeologico, la Biblioteca Capitolare, ed altre questioni, come il depauperamento dell’integrità del “Teatro Comunale”, ormai..senza mai un vostro avvenuto investimento, sta subendo degrado e credo abbia bisogno di qualche intervento conservativo, non credete? Informatevi, fate fare uno studio di merito, e poi chiedete finanziamenti in Regione, che Teatri come quello di Atri, non è che ce ne siano tanti, anzi, se ne contano proprio sulle dita di una  mano.

Fargli conoscere che la biblioteca del Capitolare è chiusa da anni (che contiene, oltre a tante opere, alcune epistole tra il Vate D’Annunzio ed il nostro Prof. Illuminati. Che le Cinquecentine  hanno bisogno di restauro, che la sede dove è attualmente l’Archivio storico e Pergamenaceo del Comune di Atri, ha bisogno di  tutela e di interventi dignitosi, etc. etc...etc.

Così come NON avete prestato attenzione ai “Grafici  donati ad Atri  dal Prof. Mecenate, dr PAGLIONE”  (con atto notarile)  sempre che fossero esposti, e dopo anni di attesa, lo stesso ha preferito riprenderseli e donarli a Chieti, così, ed anche dei disegni, tavole e biblioteca, del dr “TAMBURRI, di CAMPER  sulle Vetrate Artistiche”, anch’esse rimaste lettera morta, anche in vigenza di atto notarile del donante, così pure le “SCENE TEATRALI del Teatro Comunale”, sbattuti in qualche fondaco, al freddo, al gelo, ed alla umidità, anch’esso espresso con atto di “GIUNTA come “MUSEO delle SCENE TEATRALI di Atri, (del 1861), e regolarmente riconosciuto tale dalla Regione Abruzzo”. Tutte responsabilità vostre, della vostra non volontà a farvene una ragione di interesse, almeno in termini ufficiali, e che la città avrebbe sostenuto con azioni e comportamenti se fossero stati coinvolti. Nulla di Nulla. Tutto sta nell’oblio… Tutte iniziative queste di cui non vi siete interessati, almeno ufficialmente, ripeto, pur avendone il dovere e la possibilità temporale (ben 15 anni di amministrazione, e vi avviate al ventennio...di non antica memoria, è una vita). E, per giunta, con una filiera politica istituzionale coerente con la vostra, cioè: Comune,Provincia, ASL,Regione Abruzzo,Governo Nazionale, e i soldi del PNRR da poter utilizzare.

Beati voi, che i cittadini di Atri vi hanno lasciato fare e disfare e riconfermati, è questo il segno dei tempi, e per 20 anni, direi una vita, una generazione, come al tempo di quanto c’era LUI….oppure, della Balena Bianca, della DC etc. E’ così, questa è anche democrazia. Attendo comunque  notizie, anche se non per lettera, se vi scoccia scrivere, almeno una “svecia”….. Cordiali saluti,

Mario Marchese (Sindaco emerito della città di Atri)
Circolo della Sinistra Indipendente E. Berlinguer-Atri

PS- Dimenticavo, tempo al tempo coinvolgerò il Prof. Sgarbi di tutto questo.