Un viaggio nella storia

IL CULTO DI SANTO STEFANO NELL’ANTICA DIOCESI DI ATRI

Un tempo il 3 agosto si festeggiava l’Invenzione (=ritrovamento delle reliquie) di S. Stefano Protomartire. Per snellire il calendario, poco prima del Vaticano II, furono espunte alcune feste supplementari dei Santi. S. Stefano ebbe così la sua unica festa, il 26 dicembre, giorno segnato in rosso, perché subito dopo Natale, e corrispettivo natalizio del lunedì di Pasqua. La festa dicembrina rimase penalizzata dalla vicinanza al Natale, non essendo possibili novene e tridui, ma soltanto le celebrazioni in tutto il 26 dicembre, con più fedeli, perché giorno non lavorativo e vacanziero.

La festa del 3 agosto affonda le origini nel V sec. quando rinvennero i resti del corpo e molte chiese chiesero e ottennero reliquie o brandelli di stoffa a contatto con il Santo. Tra queste Ancona, dove S. Stefano fu venerato come patrono, anche se soppiantato da S. Ciriaco, eponimo della Cattedrale, ponte tra Oriente e Occidente. S. Agostino era molto devoto di S. Stefano e ne ricordava i prodigi avvenuti a Ippona e nelle vicinanze, per intercessione del Protomartire.

Nell’antica diocesi di Atri, S. Stefano è eponimo di una moderna Parrocchia, nel comune di Silvi. Ora forma unità pastorale con il SS. Salvatore di Silvi Paese. La Chiesa era originariamente un romitorio e nel 1913 divenne Parrocchia, con l’espansione della cittadina balneare. Dopo la IIa guerra mondiale, dal piviere di S. Stefano, nacquero due altre Parrocchie, sempre della marina, S. Maria Assunta, dei Frati Minori Conventuali e il Cuore Immacolato di Maria.

Ad Atri centro, era presente la Chiesa di S. Stefano, risalente al XV sec., annessa al Cenobio dei Celestiniani. Due secoli dopo, gli edifici cambiarono completamente, perché furono edificati due stabili, divisi dall’attuale Vico S. Vincenzo, tra Via D. Ricciconti e Via P. Baiocchi. Traccia dell’antica Chiesa (rimane solo una meridiana in una casa privata a testimonianza della comunità religiosa), una strada cieca, denominata Vico S. Stefano. I Celestiniani erano legati ad Atri, perché un figlio della cittadina, il Beato Francesco Ronci, fu stretto collaboratore di S. Pietro del Morrone. Nominato Cardinale Prete di S. Lorenzo in Damaso (centralissima Chiesa romana, annessa al Palazzo della Cancelleria), fu principe della Chiesa per pochi giorni, perché sorella morte lo colse il 13 ottobre 1294. Il Beato Francesco d’Atri, conosciuto nel paese natio con il cognome, fu un po' dimenticato nel corso dei secoli. L’aggiornamento dell’odonomastica cittadina gli ha riservato il vicolo pedonale, dove probabilmente nacque nel 1223.

La presenza dei Celestiniani ad Atri fu rievocata nel giugno 1994, dal M° Quinto Paolini, insegnante nella scuola elementare cittadina, con l’inossidabile passione della musica, quando presentò il lavoro teatrale degli scolari “Passeri di Dio”, sul francescanesimo nella cittadina dei calanchi. L’opera fu promossa dalla Direzione Didattica e dal Museo Etnografico, fondato da Ettore Cicconi, e si avvalse di brani scelti dalla schola-cantorum “A. Pacini” diretta dal M° Carmine Leonzi.

S. Stefano Protomartire è stato due volte immortalato nel ciclo pittorico del Delitio, nella Cattedrale, per testimoniare la devozione degli atriani verso il Santo del 26 dicembre. Nella Chiesa di S. Chiara, una tela del 1650, raffigura i “Tre Santi”, ovvero S. Lorenzo al centro, a sinistra S. Stefano e a destra S. Pietro da Verona. Stefano è simmetrico a Pietro, perché entrambi martirizzati, anche se in tempi diversi, con la lapidazione. La simmetria poteva riguardare anche il ministero ordinato degli interessati, ponendo S. Pietro al centro, e ai lati i due più famosi diaconi della storia. Ma l’altare aveva per eponimo principale S. Lorenzo ed è stato messo al centro il diacono romano. In tempi recenti, tra la tela e la mensa, vi fu posto un medaglione con S. Teresa di Gesù Bambino, patrona delle missioni, sostituito poi da un Crocifisso.

Ricordiamo S. Stefano anche al di fuori della data tradizionale, e ne sottolineiamo la testimonianza cristiana, l’ardore apostolico, l’amore e il servizio ai fratelli.

SANTINO VERNA