RICORDO DI ANNA DI LUZIO CICCONI

UNA GRANDE MAMMA CON UNA GRANDE FEDE

Nelle vicinanze della festa onomastica, dopo una settimana d’intensa sofferenza, ha concluso la giornata terrena la Signora Anna Di Luzio vedova di Giulio Cicconi, uno dei tantissimi minatori atriani in Belgio, prematuramente passato all’altra riva.

Nannina, com’era affettuosamente chiamata, era nata nel 1928 ed è vissuta in Atri, con la famiglia, per lunghi anni in Vico Grue, vicolo cieco la cui denominazione richiama la famiglia di ceramisti castellani, trasferiti per lavoro nel paese dei calanchi. Con il lavoro di sartoria aveva contribuito, insieme alle Suore Ravasco e ad altre signore della cittadina, alla confezione dei costumi per la rappresentazione della Passione di Gesù, organizzata dal figlio Ettore, con la regia di Danilo Volponi, negli anni ’80 e ’90, eseguita il Mercoledì Santo, all’aperto, nelle due piazze di Atri, e in altri suggestivi angoli del centro.

La Signora Nannina partecipava la domenica e nei giorni feriali all’Eucarestia in Cattedrale e in altre chiese cittadine. Poco prima della pandemia, si era trasferita nei pressi della Chiesa di S. Giovanni, ad un tiro di schioppo dallo storico rione S. Domenico, senza abbandonare con il pensiero e con il cuore Capo d’Atri. Seguiva con interesse e passione, le manifestazioni della città degli Acquaviva, come le celebrazioni dell’Assunta, rinverdite anche grazie al figlio Ettore, fondatore e responsabile del Museo Etnografico (il secondo museo cittadino in ordine di tempo), con il pellegrinaggio della fiaccola della Perdonanza dalla Basilica di Collemaggio alla Cattedrale di Atri, percorrendo diversi luoghi della fede e della storia delle due diocesi accomunate dalla vetta più alta dell’Appennino.

Siamo vicini ai figli Ettore, Dario e Luca, alle nuore e ai nipoti, con la preghiera e l’affetto, in questi giorni con il ricordo delle persone care ancora più forte, perché la liturgia ricorda, nella Chiesa Cattolica, i nonni di Gesù, Gioachino e Anna.

SANTINO VERNA