I SANTI GIOACHINO E ANNA NELLE TERRE DEL CERRANO

Se parliamo di territorio, in luogo della città, argomento tanto caro allo storico dell’arte Ludovico Pratesi, possiamo parlare di culto dei SS. Gioachino e Anna, nonni di Gesù, nelle Terre del Cerrano, il cui capoluogo storico è ovviamente Atri.

Dal 2021, nella domenica precedente (quest’anno il 23 luglio), festeggiamo i nonni, il cui corrispettivo laico è il 2 ottobre. Già in precedenza, in molti luoghi la festa dei SS. Gioachino e Anna, lo era pure dei nonni e degli anziani, ma con l’istituzione voluta e attuata da Papa Francesco, abbiamo a tutto tondo una domenica per festeggiare i nonni in terra e ricordare i nonni in Cielo.

Una volta, S. Gioachino e S. Anna, erano festeggiati in giorni diversi, non per separare i genitori di Maria Santissima, ma per aver avere una celebrazione in più. Il culto di S. Anna è più antico, quello dell’amatissimo consorte, più recente. S. Anna era festeggiata il 26 luglio, e S. Gioachino, complice la prassi bizantina, il 20 marzo, il giorno dopo S. Giuseppe, e nella novena dell’Annunciazione (un tempo festa squisitamente mariana). Nel XVI sec. il giorno di S. Gioachino divenne la domenica tra l’ottava dell’Assunta, perché legato alla più grande solennità mariana. Poiché Papa Sarto voleva restituire al giorno del Signore carattere cristocentrico, nel 1913 assegnò al nonno di Gesù, la data del 16 agosto, rimanendo sempre nelle vicinanze dell’Assunta. E non fu un problema, perché erano sempre i giorni di S. Gioachino e il 16 agosto è il corrispettivo estivo di S. Stefano e del lunedì dell’Angelo.

Con il nuovo calendario liturgico, dopo il Concilio, S. Paolo VI, riunì i nonni di Gesù nell’unica memoria del 26 luglio, non più solamente di S. Anna, ma dei SS. Gioachino e Anna. Popolarmente è più festa di S. Anna, perché S. Gioachino da poco più di mezzo secolo ha la sua festa il 26 luglio. Atri, non aveva una Chiesa con l’esclusiva dei genitori di Maria Santissima, perché un po' in tutte le Chiese venivano festeggiati.

La Cattedrale ha l’altare di patronato Acquaviva con eponima S. Anna, e i tre lunettoni del ciclo di Andrea Delitio, raffigurano storie di S. Gioachino. Il ciclo del maestro marsicano è l’opera pittorica più importante di Atri. L’altare di S. Anna, un tempo accanto al presbiterio, fu portato sulla controfacciata e da qualche anno dotata della tela di sempre (XVII sec.) raffigurante la Madonna Bambina, tra S. Gioachino e Anna. L’opera, in precedenza, era custodita nel Museo Capitolare.

L’esclusiva, per così dire, del culto dei SS. Gioachino e Anna, è propria della Chiesa di S. Spirito-Santuario Diocesano di S. Rita, per via del legame tra gli Agostiniani con i nonni di Gesù. La condizione sponsale di Gioachino e Anna, li associava a S. Monica e a S. Rita, e tra le opere delle confraternite associate all’Ordine, l’assistenza alle gestanti. Senza dimenticare l’attiguo ospedale, dove avvenivano i parti più complicati. Con il trasferimento del nosocomio nel rione S. Antonio, e la permanenza di qualche servizio a Capo d’Atri, il culto di S. Anna non venne mai meno, insieme a S. Gioachino. Da poco sono stati confezionati i nuovi vestiti di S. Anna e Maria Bambina, dalla sarta Ada Riti Di Francesco, ex-contradaiola di Capo d’Atri.

La festa di S. Anna, nelle Terre del Cerrano, a livello esterno, è prerogativa del quartiere dei fiori a Pineto, così chiamato per l’odonomastica relativa ai fiori nella cittadina balneare. Originariamente il territorio era tutto agricolo, con la casa dove si specchiò la fanciullezza di Guido Abbondanza, storico sacrista di S. Agnese. Alla fine degli anni ’80, cominciò il culto alla nonna di Gesù, e per questo è stata eretta una cappellina con il simulacro di S. Anna con Maria Bambina. Intorno al sacro edificio è nato un gruppo di preghiera, presente in prima fila alle celebrazioni nel quartiere. Speriamo di riportare in vita, anche la festa di S. Giuseppe, patrono della Chiesa Universale, a Villa Ardente, pure se la solennità non è più di precetto e il tempo non è sempre buono. Se a Pescara il primo tuffo nel mare porta spesso la data del 19 marzo, la prassi potrebbe riguardare anche Pineto.

Precursore della festa dei nonni, per la Parrocchia di S. Gabriele, ad Atri, Antonino Modestini, presidente, per tante edizioni, del comitato dei festeggiamenti dell’Immacolata Concezione, sempre nella città dei calanchi. Negli anni ’90 organizzò per poche edizioni, insieme ai collaboratori, la festa dell’anziano, nella terza decade di luglio. La kermesse era in qualche modo, prologo, della festa popolare estiva di S. Gabriele, intorno al 22 agosto. Nel piviere di S. Gabriele, una contrada è denominata “Colle Sant’Anna”, nell’ultima propaggine del comune di Atri, prima di Silvi. Grazie al Geom. Nino De Luca e al figlio Arch. Egidio, questa piccola area del territorio atriano è stata valorizzata, con la produzione di un ottimo vino e, ora, con un B&B.

Tanti sono i motivi per ricordare i nonni del Signore e i nostri nonni che ci illuminano dal Cielo.

SANTINO VERNA