I 25 ANNI DEL PASSAGALLO DI PINETO

Assaporare il canto popolare...

Compie un quarto di secolo, la compagnia di canto popolare “Il passagallo” di Pineto. Nasceva quasi in contemporanea con l’istituzione del comprensorio “Terre del Cerrano”, ovvero i comuni di Atri, Pineto, Roseto degli Abruzzi e Silvi. Simbolo del territorio, la torre di Cerrano, fortilizio del XVI sec. tra Pineto e Silvi, incluso nel territorio comunale di Pineto.

Il nome indica una locuzione “passar per calli”, ovvero andare per le strade, dalla sera alle prime luci dell’alba, a cantare serenate alle ragazze. Tradizione tuttora rimasta, anche se affievolita, nei giorni precedenti il matrimonio, quando gruppi spontanei di cantori e suonatori, nelle cittadine e nei paesi, eseguono canti scherzosi. La festeggiata ringrazia dalla finestra e subito dopo la brigata sale in casa, per continuare la festa, con il “complimento”.

La compagnia di canto popolare di Pineto, cittadina quest’anno in festa per il primo centenario della pineta voluta e attuata da Luigi Corrado Filiani, appartenente ad una delle facoltose famiglie atriane trasferite a Mutignano, è stata fondata da Carlo Di Silvestre, laureato al DAMS di Bologna, con Roberto Leydi, uno dei maestri dell’etnomusicologia, ovvero l’antropologia della musica. Quest’anno ricordiamo il ventennale della prematura dipartita dello studioso eporediese, attivo nel sociale, e anche alla RAI. Correlatore del musicista pinetese, l’organologo umbro Febo Guizzi.

Uno dei frutti dello studio di Di Silvestre, il C.E.d’A. (Centro Etnomusicologico d’Abruzzo), inaugurato nel 2009, presso Villa Filiani, residenza dell’omonima famiglia, con la cappella dell’Immacolata, primo luogo di culto della nascente cittadina balneare.

Carlo Di Silvestre ha riscoperto i cicli biologico e calendariale, con ricadute canore e musicali. Per quello biologico ricordiamo la “partenza” della sposa, mentre per il calendario, molto ricco in Abruzzo, ricordiamo soprattutto la festa di S. Antonio Abate, il Santo più venerato d’Abruzzo, come scrisse Luigi Braccili. Essendo regione agrosilvopastorale e marginalmente marinara, l’Abruzzo elesse il fondatore del monachesimo a patrono, perché l’iconografia medioevale gli associò il maialino ai piedi, simbolo del demonio sconfitto, ed evoluzione “addomesticata” del mostro (animale non presente nella realtà), ancora presente nelle raffigurazioni del Medio Oriente, ovvero la bestia con testa e fauci di lupo e corpo di orso.

Ovviamente il ciclo calendariale, ha indagato i canti della Passione, eseguiti all’inizio della Settimana Santa, da cantori, per lo più ragazzi, accompagnati da organetto e triangolo, senza abbigliamenti particolari. La tradizione rinacque a Mutignano, e i ragazzi la riportarono ad Atri.

Il “Passagallo” ha portato e porta il nome di Pineto, in Italia e all’estero. Una delle prime esibizioni ebbe la location di Padova, la città (anche se di adozione) dell’altro e più famoso Antonio. Carlo Di Silvestre e la sua band, con Graziella Guardiani e Guerino Marchegiani (ora c’è anche il figlio Antonio), furono invitati da Armando Traini, presidente del sodalizio abruzzese-molisano della città del Santo, dove l’atriano originario della “villa” di S. Margherita, vive da oltre mezzo secolo.

Quest’estate la compagnia propone tante esibizioni e sarà l’occasione per assaporare questa forma di nicchia del canto popolare, diversa dai cori folkloristici, tanto presenti in Abruzzo, soprattutto negli anni ’70 e ’80, ma entrambi espressione culturale del cuore della regione.

SANTINO VERNA