LE NOSTRE CARE TRADIZIONI

LA FESTA DI S. ANTONIO NELLA
CHIESA DI S. GIOVANNI IN ATRI

S. Antonio di Padova, ad Atri, non è stato festeggiato solamente in S. Francesco, ma anche in S. Giovanni (S. Domenico). Quando la città acquaviviana, all’inizio del XV sec., fu divisa in quarti (S. Croce, S. Nicola, S. Maria, S. Giovanni) lo stesso Santo poteva essere festeggiato in due chiese, anche vicine, come avveniva per S. Anna (distinta da S. Gioachino, fino alla riforma liturgica), ricordata in S. Spirito, S. Francesco e S. Maria, dove è eponima dell’altare Acquaviva.

La devozione a S. Antonio fu promossa principalmente dai figli di S. Francesco, presenti in Atri dalla prima metà del XIII sec. Come in tutte le chiese dell’Ordine Serafico, S. Antonio ebbe il suo altare in evidenza, ad Atri nel transetto destro. La Chiesa di S. Giovanni, accolse il culto del Santo dei miracoli, e a questa devozione, non fu estranea la seconda confraternita di S. Domenico, il SS. Nome di Gesù, di spiritualità francescana, legata a S. Bernardino. Quando la confraternita si estinse, anche se ufficialmente ancora avveniva l’estinzione, i panni confraternali, come quelli dell’Arciconfraternita del SS. Rosario, venivano indossati da figuranti, contradaioli e cittadini di ogni età, per le processioni dell’anno liturgico e per accompagnare i defunti al camposanto. S. Giovanni era un rione “a statuto speciale”, perché nel XVII sec. Fu aggregato al catasto di Mutignano, e il paese storico del comune di Pineto, costituiva il baluardo del rione S. Domenico, come Capo d’Atri lo era di Atri centro.

La statua di S. Antonio di Padova, veniva addobbata, in S. Giovanni, per l’annuale festa, il 13 giugno. In quel giorno, nel 1944, per intercessione del Santo dei miracoli presso il Signore, Atri fu liberata dalla guerra. La festa ufficiale del Santo, era e non poteva essere altrimenti, a S. Francesco, preceduta dalla Tredicina, pia pratica esclusiva di S. Antonio, perché ricorda i tredici giorni di cammino, dei patavini, da Spoleto a Padova, a partire dal giorno della canonizzazione, avvenuta il 30 maggio 1232, nella Cattedrale di Spoleto, anche se inizialmente programmata a Rieti.

In S. Giovanni si continuò a festeggiare, in forma minore, il Santo di Lisbona, con il simulacro rivestito dell’abito dell’Osservanza, convenzione iconografica per indicare la non-ufficialità della festa. E per non creare problemi di confine, la processione di S. Antonio, seguiva il giro breve, come avviene tuttora per le feste dell’Immacolata e dell’Assunta. Il “mezzo giro” non impoveriva la tradizione, ma in qualche modo la esaltava, perché si svolgeva nel pieno centro di Atri.

Con la soppressione del Convento, nel 1975, finì pure il giro breve di S. Antonio. E pure la festa in forma minore in S. Giovanni. La statua fu relegata in sacrestia, sul credenzone ligneo con lo stemma dell’Ordine dei Predicatori, ovvero il cane con fiaccola in bocca. La Chiesa di S. Giovanni fu chiusa nel 1994 e ripristinata nel 2005, pertanto non era possibile neppure sbirciare con l’occhio il simulacro del Santo.

Con la riapertura di S. Giovanni, dopo un meticoloso restauro, il S. Antonio è stato collocato nella cappella laterale accanto alla Madonna del Rosario. La festa del Santo, per via dell’impraticabilità di S. Francesco, può contare su altre tre Chiese, per il culto e la devozione: S. Maria, S. Reparata, S. Chiara. La prima, in quanto Parrocchia nel cui territorio è compresa la Chiesa di S. Francesco (storicamente però inclusa nel quarto di S. Nicola), dove avviene la festa religiosa, la seconda perché ospita, al di fuori delle feste annuali, le varie statue, mentre la Chiesa di S. Chiara, in        quanto luogo francescano, ha il grado liturgico della festa nel giorno del Santo di Padova. Un tempo, la distinzione tra famiglie francescane, era più netta, e il Monastero di S. Chiara sentiva leggermente meno la devozione a S. Antonio, in quanto, subito dopo la IIa guerra mondiale, le Clarisse di Atri furono aggregate ai Frati Minori “simpliciter dicti”.

Nessun conflitto d’interesse, nessuna replica, nessun problema, perché a Roma, in quasi tutte le chiese del centro, è presente una statua di S. Antonio. E infatti, Leone XIII, lo definiva “Santo di tutto il mondo”, e non solo di Padova e Lisbona.

SANTINO VERNA