Le mie scuse

LETTERA APERTA A MELCHIORRE RICCI VINCENZO

Caro Vincenzo ti scrivo con il cuore aperto e sincero. Questa mattina ho ricercato il tuo libro “L’Amico ritrovato” perché presenta la seguente dedica “A Nicola Amico di sempre di scuola e di Capo d’Atri. Con stima e affetto”. Stima e affetto che ho sempre contraccambiato.

Il Direttore mi ha scritto che il mio articolo sul “Gradino della discordia” ha suscitato tanto scalpore. Ho scritto appositamente dopo le elezioni per non influenzare la campagna elettorale e per non parteggiare per nessuno dei due candidati, visto che vivo a Roma. Ho scritto l’articolo per onestà intellettuale e per la verità storica di oggi e del futuro.

Nell’articolo ti ho citato per i ragazzi di Capo d’Atri e sentirsi offeso per questo mi sembra esagerato.

Ho parlato delle due opzioni, ultimo e penultimo gradino, perché dalle foto che mi sono arrivate non sono riuscito a capirlo. La risposta con la foto della fioriera del sindaco Ferretti con la frase “già ricoperto di catrame prima dei lavori” era un chiaro riferimento all’ultimo gradino e a chi aveva fatto effettuare i precedenti lavori. Dalla risposta del sindaco Ferretti si capisce chiaramente che neanche lui era a conoscenza che questo lato non è mai esistito.

Invece della polemica, dello scalpore e delle offese alle due opzioni presentate aspettavo una risposta: è l’ultimo gradino, allora ribadisco non è mai esistito il terzo lato; è il  penultimo gradino, allora sarei stato io spontaneamente a chiedere scusa a te, alla grande alleanza civica, a chi ci ha messo la faccia e a tutti gli atriani. 

È tutto il comportamento della mia vita e gli insegnamenti di mia madre di non offendere a priori nessuno, di non nutrire odio, rancore o vendetta per nessuno. Se per questo articolo qualcuno si è sentito offeso chiedo scusa anche se non era nelle mie intenzioni offendere.

Caro Vincenzo chiudo nel ribadire che nutro per te “stima e affetto” anche se su qualche problema non andiamo d’accordo.

Nicola Dell’Arena