Opinioni \ Riflessioni

NOMINE E RIFORME ISTITUZIONALI

Tutto secondo copione. Tutto secondo le regole. Lunedì 8 maggio l’AD (Amministratore Delegato) della RAI Carlo Fuortes si è dimesso. Con una breve lettera, ricordando alcune cose positive fatte e con una leggera vena polemica annuncia le sue dimissioni al Ministro dell’Economia e delle Finanze. “Prendo dunque atto che non ci  sono più le condizioni per proseguire il mio lavoro di amministratore delegato” scrive al Ministro.

Fuortes, diciamolo chiaramente, non si è dimesso ma è stato forzato a dare le dimissioni. Durante la campagna elettorale Fuortes non si è visto e sentito poi quando la Meloni, nominata Presidente del Consiglio è andata da Vespa, Fuortes stava lì ed hanno parlato. Cosa si sono detti non lo so anche perché di quell’incontro non è uscito nessun comunicato.

Con le dimissioni di Fuortes inizia una nuova era alla RAI. Con le nomine negli altri enti il governo aveva scelto la continuità. Con la RAI il governo, di centro destra, non poteva scegliere la continuità, doveva e deve rompere vincoli incrostati da anni.

Il privato può fare quello che vuole mentre la TV pubblica no. Non è possibile che tutti i TG e tutte le trasmissioni sono condotte da personaggi di sinistra che ogni giorno insulta il governo e gli uomini di centro destra. Bisogna effettuare un riequilibrio come al tempo della vituperata democrazia cristiana.

Sarà dura, sarà una tremenda battaglia, perché partirà la grancassa dei TG, de La Repubblica, de La Stampa. Parleranno di epurazione, di vendetta, di libertà di stampa, di libertà di espressione e di tutte le peggiori nefandezze che la destra fascista e nazista farà.

Martedì 9 maggio ho assistito ad un rito vecchio e inutile. Il centro destra aveva messo nel suo programma elettorale l’elezione diretta del Presidente del Consiglio e della Repubblica e aveva detto che utilizzava il metodo del confronto ma che in caso di veti proseguiva da solo, visto che in parlamento i numeri ci sono.

Orbene il 9  maggio il governo convoca il Tavolo del confronto con le opposizioni. Sia il PD che il M5s dicono che non sono d’accordo sulla elezione diretta mentre il Terzo Polo (Calenda e Renzi separati) ha detto che è favorevole al Sindaco d’Italia.

Come era prevedibile il PD non è d’accordo su nulla delle cose che sono proposte da altri. Solo le loro proposte sono meravigliose, quelle degli altri partiti (soprattutto del centro destra)  sono obbrobri e pericolose.

Il M5s ha proposto una “commissione parlamentare costituita ad hoc”. Giusto per fare perdere tempo e non approvare nulla.

+Europa ha addirittura proposto una commissione eletta con il sistema proporzionale. E come rimandare alle calende greche le riforme.

Il governo ha proposto presidenzialismo e premierato cioè elezione diretta del Presidente della Repubblica e del Consiglio dei ministri. Per adesso basta ed avanza.

Con le dichiarazioni espresse a seguito del confronto si è vicini alla maggioranza assoluta, 2/3 dei parlamentari) sia alla Camera che al Senato. Ciò significa che le due riforme potrebbero non essere messe a referendum, con risparmio di tempo e di denaro.

Nel breve periodo ci dobbiamo aspettare di tutto da parte del PD sia per le nomine che per le riforme istituzionali.

Nicola Dell’Arena