QUANDO VOLANO LE COLOMBE…




 


In questi giorni le colombe amiche, delicate e dolci, hanno volato nel cielo di tanti cuori assetati di luce e di azzurro. Sì, lo sappiamo: ci sono anche i corvi a tingere di nero gli orizzonti che vorremmo colorati di amore e di speranza.

La stampa si è interessata, con pruriginosa ricerca di scoop, di ciò che accade in Vaticano: veleni, delazioni, notizie gonfiate, amicizie tradite, fiducie mal riposte, fuga di documenti… Niente di nuovo sotto il sole, è il caso di dire. E’ accaduto, da sempre. La differenza è che oggi i media si impossessano della notizia, la amplificano, la portano nelle nostre case turbando tante coscienze. Dove c’è l’uomo lì c’è il limite, la fragilità, la insidiosa tentazione dell’abuso del potere e della ricerca di spazi più ampi di visibilità.

Anche gli apostoli litigavano per avere il primo posto accanto al Maestro che immaginavano proiettato verso un futuro di gloria e di potere…

In questi giorni, però, abbiamo visto volare tante colombe, simboli di pace, di vita, di serenità, di armonia dei cuori.

Le giornate mondiali della famiglia ci hanno consegnato tanti volti limpidi, veri, sorridenti, luminosi… La chiesa più vera è proprio quel popolo pacifico radunato nel segno dell’amore per disegnare un futuro di solidarietà e di speranza in una società malata di egoismo. Radunati da ogni continente per dire un sì forte alla vita, alla fraternità, alla stupenda bellezza dello stare e vivere insieme.

Lo stadio di San Siro gremito di giovani e ragazzi: saranno i protagonisti del domani della nostra Italia che tutti vorremmo più forte e unita, solidale e progredita. “Prendete il largo” è stato detto loro, non rimanete nelle secche di comodi e pigri ancoraggi…

Prendere il largo, far vibrare i sentimenti più veri, svegliare coscienze pigre e assopite: ne ha bisogno anche la nostra città, il nostro territorio.

Certo, i corvi volano dappertutto, sono pennuti che abitano tanti cieli e riescono a ingrigire l’orizzonte. Ma ci sono anche loro, le colombe, che nel simbolismo dei nostri linguaggi sono portatrici di pace, di ramoscelli di ulivo dopo il diluvio, sono segno della forza dello Spirito che sconfigge ogni paura e scioglie il gelo dei cuori.

Forse è giunto il momento di liberare la colomba che è in noi, di far sprigionare nuove energie positive dal tessuto vivo della nostra società, di ingabbiare corvi e sciacalli per permettere all’azzurro del cielo di ritrovare la sua stupenda e affascinante luminosità.

Siamo qui per questo: un periodico, uno strumento modesto ma utile perché il dialogo non sia uno slogan d’occasione, ma spazio e frontiera di una nuova civiltà, un contributo per uno stile di vita e di relazioni perché anche ad Atri si possa gustare il volo amico di candide e semplici colombe…

dP