RICORDO DI GUERRIERO DIOLALLEVI

Nella domenica in albis, vigilia di S. Reparata, onomastico della moglie, entrava prematuramente nella Pasqua eterna Guerriero Diolallevi, gran lavoratore, per tanti anni residente con la famiglia a Capo d’Atri. Guerriero era nato nel 1949, da Emidio e Giannina Piovani, e si era sposato molto giovane con Reparata Pallini. Hanno avuto due figli Gian Luca e Chiara, quest’ultima volontaria dell’Unitalsi di Atri.

Guerriero appartiene all’album dei ricordi della fanciullezza, vissuta nello storico rione con le Chiese di S. Rita e della Trinità, soprattutto per via di Gian Luca, due anni e mezzo più grande del sottoscritto, il quale costituiva insieme al suo alter ego, Mauro Astolfi, entrambi classe 1975, con sei mesi di differenza, un mito, in quanto ragazzi più grandi. E anche se avevamo la fortuna di vederci quasi tutti i giorni, non valeva la regola dell’ab assuetis non fit passio, in quanto, se ci si vede poco e spesso, si finisce per andar d’accordo, discutere poco e ricucire le relazioni. Con Gian Luca e Chiara, condivisi il giorno di Prima Comunione, 24 maggio 1987, nella Chiesa di S. Nicola, perché rispettivamente furono interessati per la Cresima e la Comunione, nella Parrocchia di appartenenza. Una data indimenticabile, con cielo nuvoloso e temperatura non proprio calda.

Era l’epoca delle prime TV commerciali, e dell’inizio del duopolio della Fininvest (alcuni anni dopo sarebbe diventata Mediaset). Gian Luca, come il sottoscritto, entrambi disinteressati alla politica, eravamo entusiasti dei programmi di Italia 1, soprattutto quelli serali, perché sembravano su misura per i ragazzi. Lasciata, ma fino ad un certo punto, la passione dei cartoni animati, subentrava la passione per “Dj television”, con il ritornello canticchiato e trasformato in goliardico stornello.

Guerriero, uomo schivo e paziente, potevi incontrarlo non di rado nel centro di Atri, con il drappello di amici. Aveva lavorato alla forestale con sede a Palazzo Ricciconti, e per lungo tempo ha prestato servizio al camposanto cittadino. Collocato in pensione, lo si vedeva più raramente e non più a Capo d’Atri, dal momento che non ne era più contradaiolo. Lo avevo rivisto con la moglie Reparata, lo scorso anno e per qualche secondo abbiamo rievocato un granello di sabbia della fanciullezza. Affidiamo Guerriero alla Divina Misericordia e ci associamo, con la preghiera, al dolore dei suoi cari.

SANTINO VERNA