Da Aristotele a Grillo , dalla Polis al  qualunquismo .  La decadenza della vita politica .

 IL VERO CAMBIAMENTO INIZIA CON L’IMPEGNO PERSONALE

 

Nel corso degli anni , l’organizzazione  della vita sociale dei popoli , ha visto l’evolversi di innumerevoli forme strutturate  dello stato . Da sempre cioè ,l’uomo ha sentito l’esigenza di gestire il proprio rapporto con gli altri e con la propria comunità . Come ricorda J.J. Rousseau  nel suo “ Contratto sociale” , l’uomo abdica ad una parte della propria libertà a favore dello  stato e nel caso specifico ad una monarchia illuminata che , possa in qualche modo tutelarlo nel suo diritto di natura .  Diritto di natura che con l’affermazione della proprietà privata , rischia di essere  messo in pericolo . ( L’essere  infatti , nasce felice in natura , ma per  il grande filosofo illuminista ,tutto è cambiato nel momento in cui il primo uomo  ha delimitato il pezzo di terra che coltivava ,dando  origine alla proprietà privata e creando  le premesse  dell’infelicità dell’uomo ). Senza volere e soprattutto potere in questa sede approfondire la vastità dell’argomento ,  vorrei  ricordare  alcuni avvenimenti  della nostra e altrui storia che ,possano  servire  da spunto per una doverosa riflessione sull’incredibile equivoco e paradosso che si sta compiendo ai giorni nostri  . Appare  pertanto utile un piccolo salto nel passato,  per ricordare le origini della politica e la sua  trasformazione, collocazione ed importanza nel corso dei secoli.

Per risalire agli albori  della vita  politica, non possiamo non ricordare   ciò che accadeva nelle città stato dell’antica Grecia e  il significato etimologico di Polis o Poleis.  Essa altro non era che un modello di struttura che prevedeva la partecipazione attiva di tutti i cittadini  liberi alla vita politica , dove la particolarità non era tanto nella struttura di governo ,  democratico o oligarchico , ma  il fatto che tutti i cittadini liberi soggiacessero alle stesse norme di diritto . Tali organizzazioni ebbero inizio intorno all’anno1000 a.c.  Attuata  magistralmente fra gli altri dal  grande Pericle e dibattuta e perpetuata dai  grandi filosofi del V e IV secolo a.c.  E’ Aristotele che classifica per la prima volta la politica tra le discipline pratiche della conoscenza  insieme all’etica , mentre pone le altre materie tra le  discipline teoretiche  .  Con l’avvento dei sofisti , tale  architettura statale,  inizia ad entrare in crisi  .

Nell’epoca romana invece  , pur con ovvie differenze nelle diverse epoche che vanno dalla nascita della storia di Roma fatta risalire al 21di Aprile del 753 a.c. alla caduta dell’impero romano d’occidente 476 d.c. e al successivo declino dell’impero romano d’oriente risalente al 1453 con la caduta di Costantinopoli da parte dei turchi ottomanni , la carriera politica in epoca repubblicana , comportava  un iter improntato ad un forte valore meritocratico . Infatti , se da  una parte , l’essere ricchi permetteva di poter accedere ad una  carriera militare più prestigiosa , la stessa non poteva non durare meno di 10 anni . Solo allora , i reduci dalle cruente e continue battaglie potevano aspirare al primo gradino di una carriera politica , ovvero potevano ambire al ruolo di questore a cui seguiva dopo un periodo di almeno un anno la possibilità di accedere al ruolo di edile . La  scelta era effettuata in base a criteri di efficienza ed operosità . Con gli stessi criteri si poteva poi aspirare al titolo di censore e solo dopo tale travaglio , si era autorizzati ad ambire al ruolo di console.

Il medioevo invece , non è certo stato il periodo di massimo fulgore e partecipazione alla vita  politica . Le incursioni barbariche dapprima , l’egemonia della chiesa nella vita sociale del tempo poi , hanno di fatto impedito una vera partecipazione delle masse alle scelte politiche e sociali . Solo all’inizio del 1300 infatti con le idee  riformatrici , rivoluzionarie , innovatrici di uomini quali Guglielmo  Ockham si è iniziato ad uscire dal buio e si è tornati al dialogo e al confronto .Il frate francescano , in antitesi con il papa , lottò affinché si realizzasse la piena  autonomia dell' "homo politicus" dall' "homo christianus" . In comunanza con   Marsilio da Padova formulò  nuove tesi che , risulteranno tra i fondamenti del potere statale inteso in senso moderno .

 Ma è senza dubbio  l’avvento delle signorie e soprattutto l’epoca rinascimentale a dare nuovo slancio al dibattito e al confronto  ponendo in essere un nuovo umanesimo . La seconda metà del 500 , vive  però una profonda e drammatica  restaurazione scaturita e sancita  dal concilio di Trento ( 1545 – 1563 ) che coincide con la massima espressione del nepotismo papale e l’arretramento culturale e sociale dell’intero territorio . Mentre nell’intero mondo germanico si dava inizio a quel laboratorio di vita e sentimento collettivo che avrebbe portato alla nascita di  veri e propri  stati e mentre in Inghilterra  si rafforzavano i poteri parlamentari e ci si distaccava da una concezione  teocratica dello stato , nelle nostre latitudini , si perpetuava e favoriva una frammentazione dei popoli e dei territori , seguendo il  motto romano “ divide et impera “. Tutto ciò impedendo di fatto l’affermazione di una coscienza critica ed un senso di appartenenza comune che , ancora oggi ci troviamo a scontare . Si è ostacolato di fatto la nascita dell’uomo  cittadino consapevole e partecipe. Il 600 prima e il 700 poi ,hanno rappresentato un cambiamento epocale dell’umanità . L’empirismo ,la ricerca e la sperimentazione adattati in  tutti i rami dello scibile uniti  alla  presenza sulla scena di personaggi quali  Locke , Hume , Berkeley  ,Galilei ,  Rousseau , Voltaire ,d’Alembert  Montesquieu e tanti  altri , hanno riproposto in maniera dirompente il tema della società e della giustizia , culminata infine  nella rivoluzione Francese del 1789 . Tornava in primo piano il dibattito politico  atto a stabilire il  ruolo dell’individuo  e della società , i temi della libertà  , della giustizia e dei  diritti individuali .L’ottocento  ha visto poi , l’entrata in scena di due grandi idee politiche nonché economiche , o forse sarebbe meglio dire  di due grandi visioni del mondo . Da una parte l’idea socialista , nelle sue due grandi varianti . Il socialismo utopistico di Henri de Saint Simon , di Fourier  , Owen e tanti altri ed il socialismo scientifico di Karl Marx . Dall’altra il consolidamento di un’idea liberista che , quanto tale , era già stata formulata  nella metà del secolo precedente dal grande economista Adam Smith . Progetti che al loro interno racchiudevano  intrinsecamente oltre che una differente via  economica  , una diversa interpretazione sulla distribuzione del reddito  e conseguentemente una diversa proposta politico-sociale. Il 900 è roba recente e può essere definita da un punto di vista politico , un coacervo di luci  ed ombre fatto da grandi uomini e affaristi dell’ultima ora , un secolo intriso di forti ideologie e grandi contrasti ,segnato in certi momenti da idee improntate alla negazione  della dialettica politica e capace di coinvolgere masse informi e acritiche , sino al punto di  sfociare  in una delle tante tirannie dell’umanità.  Questo brevissimo , ed assolutamente riduttivo ed incompleto  excursus , al sol fine di stimolare e porre all’attenzione del lettore  la vastità e complessità dell’argomento trattato che , non può essere certamente esaurito in queste quattro righe e che necessita di essere  affrontato in maniera critica e ponderata .L’Intento , altro  non vuol essere che un momento di riflessione  su una crescente  deriva populista-qualunquista e  di certo non si vuole e tanto meno si auspica la  difesa  dello status quo . Risulta palese a parte rare eccezioni , l’inadeguatezza delle classi politiche della prima e soprattutto della seconda repubblica . Si  sbaglierebbe profondamente però se passasse l’idea che ,  tutti i mali della nostra Italia ,fossero da attribuire esclusivamente alle nostre  classi dirigenti.  Ancor più sbagliato è la rappresentazione che sia la politica , intesa nel senso più universale del termine, a dover essere messa sul banco degli imputati   . Come è stato  minimamente esposto in precedenza ,risulta sin troppo evidente che  per una nazione  ,i momenti più bui, sono stati  quelli in cui , il popolo   è stato estromesso dalle scelte politiche e impedito nell’esprimere le proprie opinioni e rivendicazioni  . Ed allora, quali sono le alternative attualmente proposte? Sarà  forse una forma di anarchia Grillina  che rischia di ripercorrere le gesta degli animali della fattoria  di G. Orwell  a salvarci ? O potrà forse risultare   più utile per la collettività un totale disinteresse dei cittadini alla cosa pubblica , lasciando che  pochissimi  possano controllare i tanti ?  C’è forse  nostalgia di  qualche prova di forza   riproponendo magari un nuovo ventennio? La verità è purtroppo un’altra  . Anche se a malincuore , dobbiamo ammettere che a questo stato di cose , ognuno di noi ha contribuito . Il liberismo esasperato  e una malsana concezione capitalistica , hanno corrotto le nostre menti e indirizzato le nostre azioni . Ognuno nel suo piccolo ha dato il suo benestare ed il suo contributo. Superfluo elencare gli egoismi , le  piccole e grandi prevaricazioni  , le  ingiustizie , i comportamenti omertosi , la mancanza di solidarietà , che quotidianamente mettiamo in campo, alla ricerca di una  falsa e materialistica emancipazione .Ognuno con  la sua bella baby-pensione , con l’invalidità non dovuta , con l’autorizzazione non spettante ,con il concorso pilotato , con l’epoca dei condoni e delle sanatorie , buoni a sanare ogni illecito , capaci di assolvere  da ogni peccato  come  in un confessionale e senza neanche il bisogno di un vero pentimento . Sappiamo bene  chi erano gli interlocutori . Erano  i politici di turno , il potente del momento. Il corrotto di tanti piccoli corruttori o il corruttore di tanti piccoli corrotti.  E’ duro ammetterlo , ma è  proprio  a questi “ scoloriti” personaggi politici che ci siamo rivolti , in uno scambio bidirezionale  di consensi e favori . In un miscuglio di immoralità e disprezzo delle regole . Gli uomini laici e illuminati , sono rimasti annichiliti e sopraffatti da tanta arroganza e prevaricazione e la chiesa non di meno , ha perso l’opportunità di fare vera professione di evangelizzazione , avallando in più circostanze tali tendenze e rincorrendo troppo spesso la ricerca del potere temporale a discapito di quello spirituale . Folgorati  come S.Paolo sulla via di Damasco , in un rigurgito di nuovo  candore ora , li disdegnamo  e crocefiggiamo la politica nella ricerca di un feticcio da utilizzare quale capro  espiatorio. Assurdo  scaricare su altri colpe che ognuno ha commesso o nella migliore delle ipotesi non ha impedito  . Ma la  società civile , dov’era nel frattempo ?  Dimostriamo ancora una volta di non avere una coscienza collettiva , ma un caleidoscopio di mediocri e confuse idee . Di non essere ancora un popolo , ma una moltitudine di persone . Possiamo far finta di niente o girare la testa dall’altro lato, ma la realtà sarà sempre li a ricordarci   che siamo esseri pensanti e dotati di libero arbitrio . Potremo forse illuderci di essere scevri da colpe o errori ma  non potremo non tener conto che è e sarà sempre “ l’uomo misura di tutte le cose , di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono “ ( Protagora  v° sec. a.c.) .  Ed allora , in  questa epoca fortemente contrassegnata dalla globalizzazione ,  che arricchisce i pochi ed impoverisce le moltitudini ,che uniforma e indirizza le  idee ,dove le scelte valicano i confini e non sono quasi più appannaggio della politica nazionale  , ognuno ha il diritto ma soprattutto il dovere di porsi in maniera certamente  critica , ma non di meno , con forte intento costruttivo e propositivo nelle dinamiche sociali ,di dare il proprio contributo ,senza rifugiarsi in atteggiamenti qualunquisti ed indolenti , tranne poi svolgere inutili azioni di patetiche lagnanze . La politica è stata e sempre sarà nel bene e nel male , nient’altro che la mera espressione della società , intesa come comunità di esseri coscienti e pensanti . Non potrà pertanto essere , la demonizzazione o l’esaltazione di una sigla partitica o di un movimento politico, espressa magari in maniera superficiale  o ,il maldestro tentativo di cavalcare il carro del momentaneo vincitore ,  a creare una vera svolta delle coscienze .  Il vero  cambiamento non può avvenire che , solo e dentro ognuno di noi.

Dott Marcone Vincenzo