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- Pubblicato Lunedì, 04 Giugno 2012
- Scritto da Vincenzo Marcone
Da Aristotele a Grillo , dalla Polis al qualunquismo . La decadenza della vita politica .
IL VERO CAMBIAMENTO INIZIA CON L’IMPEGNO PERSONALE
Nel corso degli anni , l’organizzazione della vita sociale dei popoli , ha visto l’evolversi di innumerevoli forme strutturate dello stato . Da sempre cioè ,l’uomo ha sentito l’esigenza di gestire il proprio rapporto con gli altri e con la propria comunità . Come ricorda J.J. Rousseau nel suo “ Contratto sociale” , l’uomo abdica ad una parte della propria libertà a favore dello stato e nel caso specifico ad una monarchia illuminata che , possa in qualche modo tutelarlo nel suo diritto di natura . Diritto di natura che con l’affermazione della proprietà privata , rischia di essere messo in pericolo . ( L’essere infatti , nasce felice in natura , ma per il grande filosofo illuminista ,tutto è cambiato nel momento in cui il primo uomo ha delimitato il pezzo di terra che coltivava ,dando origine alla proprietà privata e creando le premesse dell’infelicità dell’uomo ). Senza volere e soprattutto potere in questa sede approfondire la vastità dell’argomento , vorrei ricordare alcuni avvenimenti della nostra e altrui storia che ,possano servire da spunto per una doverosa riflessione sull’incredibile equivoco e paradosso che si sta compiendo ai giorni nostri . Appare pertanto utile un piccolo salto nel passato, per ricordare le origini della politica e la sua trasformazione, collocazione ed importanza nel corso dei secoli.
Per risalire agli albori della vita politica, non possiamo non ricordare ciò che accadeva nelle città stato dell’antica Grecia e il significato etimologico di Polis o Poleis. Essa altro non era che un modello di struttura che prevedeva la partecipazione attiva di tutti i cittadini liberi alla vita politica , dove la particolarità non era tanto nella struttura di governo , democratico o oligarchico , ma il fatto che tutti i cittadini liberi soggiacessero alle stesse norme di diritto . Tali organizzazioni ebbero inizio intorno all’anno1000 a.c. Attuata magistralmente fra gli altri dal grande Pericle e dibattuta e perpetuata dai grandi filosofi del V e IV secolo a.c. E’ Aristotele che classifica per la prima volta la politica tra le discipline pratiche della conoscenza insieme all’etica , mentre pone le altre materie tra le discipline teoretiche . Con l’avvento dei sofisti , tale architettura statale, inizia ad entrare in crisi .
Nell’epoca romana invece , pur con ovvie differenze nelle diverse epoche che vanno dalla nascita della storia di Roma fatta risalire al 21di Aprile del 753 a.c. alla caduta dell’impero romano d’occidente 476 d.c. e al successivo declino dell’impero romano d’oriente risalente al 1453 con la caduta di Costantinopoli da parte dei turchi ottomanni , la carriera politica in epoca repubblicana , comportava un iter improntato ad un forte valore meritocratico . Infatti , se da una parte , l’essere ricchi permetteva di poter accedere ad una carriera militare più prestigiosa , la stessa non poteva non durare meno di 10 anni . Solo allora , i reduci dalle cruente e continue battaglie potevano aspirare al primo gradino di una carriera politica , ovvero potevano ambire al ruolo di questore a cui seguiva dopo un periodo di almeno un anno la possibilità di accedere al ruolo di edile . La scelta era effettuata in base a criteri di efficienza ed operosità . Con gli stessi criteri si poteva poi aspirare al titolo di censore e solo dopo tale travaglio , si era autorizzati ad ambire al ruolo di console.
Il medioevo invece , non è certo stato il periodo di massimo fulgore e partecipazione alla vita politica . Le incursioni barbariche dapprima , l’egemonia della chiesa nella vita sociale del tempo poi , hanno di fatto impedito una vera partecipazione delle masse alle scelte politiche e sociali . Solo all’inizio del 1300 infatti con le idee riformatrici , rivoluzionarie , innovatrici di uomini quali Guglielmo Ockham si è iniziato ad uscire dal buio e si è tornati al dialogo e al confronto .Il frate francescano , in antitesi con il papa , lottò affinché si realizzasse la piena autonomia dell' "homo politicus" dall' "homo christianus" . In comunanza con Marsilio da Padova formulò nuove tesi che , risulteranno tra i fondamenti del potere statale inteso in senso moderno .
Ma è senza dubbio l’avvento delle signorie e soprattutto l’epoca rinascimentale a dare nuovo slancio al dibattito e al confronto ponendo in essere un nuovo umanesimo . La seconda metà del 500 , vive però una profonda e drammatica restaurazione scaturita e sancita dal concilio di Trento ( 1545 – 1563 ) che coincide con la massima espressione del nepotismo papale e l’arretramento culturale e sociale dell’intero territorio . Mentre nell’intero mondo germanico si dava inizio a quel laboratorio di vita e sentimento collettivo che avrebbe portato alla nascita di veri e propri stati e mentre in Inghilterra si rafforzavano i poteri parlamentari e ci si distaccava da una concezione teocratica dello stato , nelle nostre latitudini , si perpetuava e favoriva una frammentazione dei popoli e dei territori , seguendo il motto romano “ divide et impera “. Tutto ciò impedendo di fatto l’affermazione di una coscienza critica ed un senso di appartenenza comune che , ancora oggi ci troviamo a scontare . Si è ostacolato di fatto la nascita dell’uomo cittadino consapevole e partecipe. Il 600 prima e il 700 poi ,hanno rappresentato un cambiamento epocale dell’umanità . L’empirismo ,la ricerca e la sperimentazione adattati in tutti i rami dello scibile uniti alla presenza sulla scena di personaggi quali Locke , Hume , Berkeley ,Galilei , Rousseau , Voltaire ,d’Alembert Montesquieu e tanti altri , hanno riproposto in maniera dirompente il tema della società e della giustizia , culminata infine nella rivoluzione Francese del 1789 . Tornava in primo piano il dibattito politico atto a stabilire il ruolo dell’individuo e della società , i temi della libertà , della giustizia e dei diritti individuali .L’ottocento ha visto poi , l’entrata in scena di due grandi idee politiche nonché economiche , o forse sarebbe meglio dire di due grandi visioni del mondo . Da una parte l’idea socialista , nelle sue due grandi varianti . Il socialismo utopistico di Henri de Saint Simon , di Fourier , Owen e tanti altri ed il socialismo scientifico di Karl Marx . Dall’altra il consolidamento di un’idea liberista che , quanto tale , era già stata formulata nella metà del secolo precedente dal grande economista Adam Smith . Progetti che al loro interno racchiudevano intrinsecamente oltre che una differente via economica , una diversa interpretazione sulla distribuzione del reddito e conseguentemente una diversa proposta politico-sociale. Il 900 è roba recente e può essere definita da un punto di vista politico , un coacervo di luci ed ombre fatto da grandi uomini e affaristi dell’ultima ora , un secolo intriso di forti ideologie e grandi contrasti ,segnato in certi momenti da idee improntate alla negazione della dialettica politica e capace di coinvolgere masse informi e acritiche , sino al punto di sfociare in una delle tante tirannie dell’umanità. Questo brevissimo , ed assolutamente riduttivo ed incompleto excursus , al sol fine di stimolare e porre all’attenzione del lettore la vastità e complessità dell’argomento trattato che , non può essere certamente esaurito in queste quattro righe e che necessita di essere affrontato in maniera critica e ponderata .L’Intento , altro non vuol essere che un momento di riflessione su una crescente deriva populista-qualunquista e di certo non si vuole e tanto meno si auspica la difesa dello status quo . Risulta palese a parte rare eccezioni , l’inadeguatezza delle classi politiche della prima e soprattutto della seconda repubblica . Si sbaglierebbe profondamente però se passasse l’idea che , tutti i mali della nostra Italia ,fossero da attribuire esclusivamente alle nostre classi dirigenti. Ancor più sbagliato è la rappresentazione che sia la politica , intesa nel senso più universale del termine, a dover essere messa sul banco degli imputati . Come è stato minimamente esposto in precedenza ,risulta sin troppo evidente che per una nazione ,i momenti più bui, sono stati quelli in cui , il popolo è stato estromesso dalle scelte politiche e impedito nell’esprimere le proprie opinioni e rivendicazioni . Ed allora, quali sono le alternative attualmente proposte? Sarà forse una forma di anarchia Grillina che rischia di ripercorrere le gesta degli animali della fattoria di G. Orwell a salvarci ? O potrà forse risultare più utile per la collettività un totale disinteresse dei cittadini alla cosa pubblica , lasciando che pochissimi possano controllare i tanti ? C’è forse nostalgia di qualche prova di forza riproponendo magari un nuovo ventennio? La verità è purtroppo un’altra . Anche se a malincuore , dobbiamo ammettere che a questo stato di cose , ognuno di noi ha contribuito . Il liberismo esasperato e una malsana concezione capitalistica , hanno corrotto le nostre menti e indirizzato le nostre azioni . Ognuno nel suo piccolo ha dato il suo benestare ed il suo contributo. Superfluo elencare gli egoismi , le piccole e grandi prevaricazioni , le ingiustizie , i comportamenti omertosi , la mancanza di solidarietà , che quotidianamente mettiamo in campo, alla ricerca di una falsa e materialistica emancipazione .Ognuno con la sua bella baby-pensione , con l’invalidità non dovuta , con l’autorizzazione non spettante ,con il concorso pilotato , con l’epoca dei condoni e delle sanatorie , buoni a sanare ogni illecito , capaci di assolvere da ogni peccato come in un confessionale e senza neanche il bisogno di un vero pentimento . Sappiamo bene chi erano gli interlocutori . Erano i politici di turno , il potente del momento. Il corrotto di tanti piccoli corruttori o il corruttore di tanti piccoli corrotti. E’ duro ammetterlo , ma è proprio a questi “ scoloriti” personaggi politici che ci siamo rivolti , in uno scambio bidirezionale di consensi e favori . In un miscuglio di immoralità e disprezzo delle regole . Gli uomini laici e illuminati , sono rimasti annichiliti e sopraffatti da tanta arroganza e prevaricazione e la chiesa non di meno , ha perso l’opportunità di fare vera professione di evangelizzazione , avallando in più circostanze tali tendenze e rincorrendo troppo spesso la ricerca del potere temporale a discapito di quello spirituale . Folgorati come S.Paolo sulla via di Damasco , in un rigurgito di nuovo candore ora , li disdegnamo e crocefiggiamo la politica nella ricerca di un feticcio da utilizzare quale capro espiatorio. Assurdo scaricare su altri colpe che ognuno ha commesso o nella migliore delle ipotesi non ha impedito . Ma la società civile , dov’era nel frattempo ? Dimostriamo ancora una volta di non avere una coscienza collettiva , ma un caleidoscopio di mediocri e confuse idee . Di non essere ancora un popolo , ma una moltitudine di persone . Possiamo far finta di niente o girare la testa dall’altro lato, ma la realtà sarà sempre li a ricordarci che siamo esseri pensanti e dotati di libero arbitrio . Potremo forse illuderci di essere scevri da colpe o errori ma non potremo non tener conto che è e sarà sempre “ l’uomo misura di tutte le cose , di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono “ ( Protagora v° sec. a.c.) . Ed allora , in questa epoca fortemente contrassegnata dalla globalizzazione , che arricchisce i pochi ed impoverisce le moltitudini ,che uniforma e indirizza le idee ,dove le scelte valicano i confini e non sono quasi più appannaggio della politica nazionale , ognuno ha il diritto ma soprattutto il dovere di porsi in maniera certamente critica , ma non di meno , con forte intento costruttivo e propositivo nelle dinamiche sociali ,di dare il proprio contributo ,senza rifugiarsi in atteggiamenti qualunquisti ed indolenti , tranne poi svolgere inutili azioni di patetiche lagnanze . La politica è stata e sempre sarà nel bene e nel male , nient’altro che la mera espressione della società , intesa come comunità di esseri coscienti e pensanti . Non potrà pertanto essere , la demonizzazione o l’esaltazione di una sigla partitica o di un movimento politico, espressa magari in maniera superficiale o ,il maldestro tentativo di cavalcare il carro del momentaneo vincitore , a creare una vera svolta delle coscienze . Il vero cambiamento non può avvenire che , solo e dentro ognuno di noi.
Dott Marcone Vincenzo