VICO RONCI

UN TIPICO VICOLETTO ATRIANO LEGATO AL NOME DEL BEATO FRANCESCO, SEGUACE DI S.CELESTINO V

 

Nel cuore di Atri è un vicolo dedicato ad uno degli illustri cittadini, Francesco d’Atri, meglio conosciuto con il cognome proprio, Ronci. Francesco era nato nel 1223, nell’anno in cui il suo famoso omonimo allestì la rappresentazione della Natività del Signore a Greccio. Il Santo Poverello di Assisi si era recato nel 1215 al Concilio Lateranense IV a Roma e aveva conosciuto il Vescovo De Venantiis di Penne. Quest’ultimo gli avebbe chiesto la presenza dei suoi seguaci nella città vestina.

Il profumo del Santo più vicino al cuore del Signore si sentì subito in Atri che nell’anno 1223 aveva vissuto la riconsacrazione della principale chiesa, quella che qualche decennio dopo sarà la Cattedrale di S. Maria. Francesco d’Atri divenne seguace di S. Pietro del Morrone che divenne Papa con il nome di Celestino V. Secondo la tradizione la madre era originaria di Atri o comunque del territorio atriano. Fu uno dei primi discepoli e il successore di Celestino nella presidenza dell’Ordine, oggi non più esistente. Un tentativo di rinascita ci fu in anni recenti, con P. Achille Fosco, conventuale, da giovane impegnato nel riconoscimento della ricorrenza di S. Francesco come festa civile. Il P. Fosco, originario di Orsogna, aveva vissuto un intenso momento di spiritualità in Molise, la terra di Celestino V.

Nel 1971 P. Achille moriva all’ospedale di Atri, a circa un kilometro dalla casa natale del Beato Francesco. Morto nel 1294 a Sulmona, aveva ricevuto qualche settimana prima la porpora cardinalizia, ma qualche storico mette in dubbio codesta promozione. Da Cardinale sarebbe stato assegnato all’Ordine dei Preti, perché per i principi della Chiesa esistono (formalmente ancora oggi) tre Ordini: Vescovi, Preti e Diaconi. Ebbe l’ordine presbiterale perché non era Vescovo e all’epoca la porpora coincideva perfettamente con il grado dell’Ordine Sacro dell’interessato. E la mancata consacrazione episcopale non costituiva una “diminutio”, neppure per l’Abate dei Celestini, l’immediato successore di S. Pietro del Morrone, un uomo di grande fede ed elette virtù.

Gli atriani in tempi recenti lo hanno fatto diventare il “Segretario del Papa”, figura allora non ben definita, perché, anche grazie ai media, abbiamo conosciuto gli angeli custodi dei Pontefici del XX secolo. Tre di essi hanno avuto a che fare in modo diretto con l’Abruzzo e due hanno messo piede nella Cattedrale di Atri. Il Card. Carlo Confalonieri, segretario di Pio XI, fu Vescovo dell’Aquila, il Card. Loris Francesco Capovilla, fu Arcivescovo di Chieti e presente due volte in Atri (1985 e 1986) e il Card. Stanislaw Dzivic, ovviamente al fianco di S. Giovanni Paolo II, nell’indimenticabile giornata del 30 giugno 1985. Senza dimenticare Mons. Pasquale Macchi, segretario del Beato Paolo VI che ha incontrato tanti infermi di Atri, pellegrini a Loreto, durante il non lungo episcopato alla Santa Casa. Anche per lui si parlava di porpora, negli ultimi concistori di S. Giovanni Paolo II.

Vico Ronci aveva tanti residenti, alcune botteghe e una cantina. Fu “location” della festa del vicolo con i canti di Umberto Sacripante, principe dei santantoniari atriani e l’accompagnamento alla fisarmonica del Prof.Concezio Leonzi. Brani del XX secolo furono la colonna sonora di quella serata degli anni ’90, dove non mancarono i canti popolari d’autore, con la musica del m° Antonio Di Jorio.

Nel vicolo vi ha abitato Gino Capanna Piscè, recentemente scomparso, gestore della lavanderia di Piazza duchi d’Acquaviva dopo una feconda attività di sarto che continuava nel retrobottega. Tifoso della Juventus, come lo era il M° Enrico Modestini, aveva un cagnolino Cri-Cri, ironia della sorte bianco e nero, proprio i colori della Vecchia Signora che in Atri conta diversi adepti. Ci sono più tifosi bianconeri che biancazzurri. Imago brevis fu una partita Pescara-Juventus all’Adriatico con un atriano bianconero fino alle ossa, capitato in mezzo ai tifosi del Pescara. Stava rischiando di brutto, ma poi tutto finì, come dovrebbe succedere sempre nel calcio, a tarallucci e vino.

Gino, grande amante delle tradizioni popolari, era l’allestitore del presepe di Vico Ronci, il cui progetto cominciava il 16 agosto. Lo scenario riproponeva il paesaggio di Guardiagrele, la cittadina alle falde della Maiella per molti versi simile ad Atri. Il presepe era da ammirare alla fine della giornata, quando le luci artificiali illuminavano il Mistero della Natività. Non sappiamo con esattezza la stanza o l’area abitativa dove è nato il Beato Francesco, ma probabilmente era il grande stabile tra Vico Ronci e Via N. Sorricchio, di cui fa parte la casa di Gino Capanna Piscè.

Gli ultimi Ronci erano imparentati con la famiglia del Dott. Gaetano Lauri, vissuto durante l’infanzia in Atri, a Piazza duchi d’Acquaviva. Medico chirurgo e insigne internista, ha esercitato per lunghi anni la professione a Pescara, passando le vacanze estive a Roseto. Dei ricordi della fanciullezza ama sottolineare le “Maggiolate” che partivano proprio dalla piazza del Comune, all’epoca popolarmente chiamata “piano di Pretaroli”.

La memoria del Beato Francesco è il 13 ottobre, ma viene ricordato la sera del 14 agosto, durante l’apertura della Porta Santa. Dal tanto leggendario Nicola al meno leggendario Francesco, un figlio illustre di Atri che rivive in uno dei vicoletti più tipici della cittadina.

SANTINO VERNA