Opinioni \ Riflessioni

IL CASO COSPITO

l caso Cospito ha tenuto banco per tutta la settimana. Dico subito, per evitare fraintendimenti, che  sono per la linea dura e aborro tutti i buonismi del mondo occidentale a favore della delinquenza.

Cospito è un anarchico che ha gambizzato un dirigente dell’Ansaldo Nucleare, per il solo fatto di essere dirigente, che ha cosparso l’Italia di bombe nelle caserme delle forze dell’ordine che per fortuna non hanno causato delle stragi. La magistratura gli ha affibbiato il 41-bis. Cospito, grande eroe quando agisce nell’anonimato, dopo anni di galera all’improvviso il 24 ottobre 2022, e guarda caso appena c’è un governo di centro destra, si inventa lo sciopero della fame contro il 41-bis.

La sinistra politica e giornalistica subito si adegua e si accoda per far togliere il 41-bis a questo gentiluomo. I suoi amici, tutti bravi nell’anonimato hanno fatto attentati ai consolati italiani di Barcellona, Berlino, Atene, hanno manifestato con violenza a Roma e Milano, forse hanno incendiato macchine, hanno minacciato alcuni parlamentari e ministri.

Domenica 29 gennaio la presidenza del consiglio, a seguito di quello che è successo, fa uscire il seguente comunicato: “Lo stato non scende a patti con chi minaccia”. Grande governo.

Si arriva al 31 gennaio. Nel mezzo del suo discorso il deputato di  Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli sgancia una bomba che deflagra immediatamente. Fa sapere al parlamento e a tutta l’Italia che il 12 gennaio 2023 Cospito ha prima parlato con i rappresentanti della camorra napoletana e della ‘ndrangheta calabrese, e poi con una delegazione del PD, tra i quali la Serracchiani e l’immancabile, quando c’è da fare danni per l’Italia, Orlando. Poi, su invito di Cospito, la delegazione del PD parla con i rappresentanti della ‘ndrangheta e della camorra. Argomento “invitare Cospito a continuare nella sua lotta per eliminare il 41-bis” come vuole la mafia e la camorra.

Praticamente Donzelli accusa il PD di  aiutare la delinquenza organizzata. Apriti cielo. Il PD preso nel sacco e a corto di argomenti la butta in casciara, come si dice a Roma. Subito si butta sull’osso e denuncia che Donzelli e Delmastro, colui che ha passato le informazioni a Donzelli, devono dimettersi in quanto hanno reso pubblico notizie riservate. E via per giorni, insieme al M5s del falso Conte e al Terzo polo, su questa linea accusando la Meloni e il ministro Nordio di complicità e reticenza. Quelli del M5s quando vanno in TV non si possono più sentire.

Io mi fermo un attimo a riflettere e dico: davanti ad una accusa così grave non mi importa nulla di chi ha fornito la notizia e tantomeno che la notizia fosse riservata ma mi interessa sapere se corrisponde al vero. Ad una accusa così grave il PD doveva rispondere che è tutto falso. Invece non ha risposto e si è attaccato allo scontro frontale.

Giovedì 2 febbraio il ministro della giustizia Nordio, con una nota in stile burocratico, dice tre cose: 1) le notizie di Donzelli non erano riservate; 2) le informazioni non erano coperte dal segreto di stato; 3) non smentisce che quelli del PD abbiano parlato con la malavita organizzata per eliminare il 41-bis.  

A questo punto il cerchio si chiude, tutto è finito, ma manco per sogno, il PD annuncia che denunceranno Donzelli e Delmastro. Boh, su quale base? La sera del 3 febbraio il TG1 intervista Graziano Del Rio che attenua le acque, smorza le polemiche e dice che il PD è contro la malavita organizzata.

Mi permetto di fare due piccole considerazioni. Grazie Donzelli per aver fatto uscire il gioco sporco del PD. Dopo la figura fatta Serracchiani e Orlando avranno la faccia tosta di restare o il coraggio di dimettersi?

Dell’Arena Nicola