RICORDO DI UN AMICO DI ATRI: ALFREDO PAGLIONE

Nella festa di S. Andrea Apostolo, concludeva la giornata terrena, a Giulianova, la città che lo avevo adottato diversi anni fa, il gallerista e mecenate Alfredo Paglione. Nato a Tornareccio nel 1936 in una famiglia numerosa, con più di una vocazione alla vita consacrata, un fratello, P. Fiore, OMI, è stato per lunghi anni direttore del coro “S. Andrea” nell’omonima Parrocchia di Pescara.

La famiglia di Alfredo si trasferì presto a Chieti, e il futuro mecenate cantò giovanissimo nel coro di P. Settimio Zimarino, OFM. Trasferitosi per lavoro a Milano, nel 1961, sposò la violoncellista colombiana Teresita Olivares, cognata di Aligi Sassu. Ebbe modo di vivere tra Europa e America Latina e di conoscere diversi artisti come Giorgio De Chirico e Carlo Mattioli. Ma anche letterati come Dino Buzzati, Raffaele Carrierri e Giuseppe Ungaretti.

A Milano ebbe modo di conoscere l’allora segretario particolare di San Paolo VI, Monsignor Pasquale Macchi, in seguito Arciprete del Sacro Monte di Varese e Arcivescovo-prelato di Loreto. Entrambi accomunati dall’amore per l’arte, quest’amicizia rafforzò il legame di Alfredo e Teresita con la Basilica della Santa Casa, il Santuario mariano più ricco di testimonianze artistiche. Momento importante la mostra sulla Croce, nel luglio 2005.

Segno tangibile di Alfredo per la città di Pescara, nella Chiesa dove si unì in matrimonio con l’amatissima Teresita, l’affresco di Aligi Sassu, raffigurante il Concilio Vaticano II. Un tema non casuale, perché proprio nell’avveniristica città dannunziana, fu costruito il primo altare per la Messa con il rito di San Paolo VI, nella Chiesa dello Spirito Santo.

Innamorato di S. Francesco e di Assisi, Alfredo era stato organizzatore di eventi culturali, anche con l’aiuto di Adriana Settimi, nella città ai piedi del Subasio, dove l’arte sacra contemporanea aveva avuto negli anni ’60 e ’70 un fecondo capitolo, anche se poco attenzionato dal mondo laico degli storici dell’arte. Donò alcuni libri alla biblioteca del “Franciscanum”, anche se negli ultimi tempi giungeva poche volte nella terra del Santo Poverello. Era invece una sosta annuale per il fratello P. Fiore, con i parrocchiani di S. Andrea, il quartiere della marineria pescarese.

Lasciati i panni di gallerista, per Alfredo comincia la seconda giovinezza, soprattutto a Giulianova, con il MAS (Museo Arte dello Splendore). Vive tra Milano e la città acquaviviana, e ti accoglie sempre con il sorriso e la gioia, e la gradevole parlata abruzzese imbevuta di accento meneghino. Ha donato opere d’arte a tutto l’Abruzzo, perché voleva incrementare l’arte nella sua terra d’origine. A partire da Tornareccio, città del latte e del miele, quasi una terra biblica, come l’ha definita durante una visita pastorale l’Arcivescovo di Chieti-Vasto, Mons. Bruno Forte.

Un sogno nel cassetto di Alfredo, la donazione di opere d’arte grafica alla città di Atri. Sarebbe stato il sesto museo della città dei calanchi, e uno dei pochi in Europa dedicati all’arte grafica. Era innamorato di Atri, in quanto il territorio sprigiona arte da tutti i pori. E sarebbe stato un solido monumento per l’arte contemporanea, in una cittadina che ha valorizzato soprattutto l’archeologia e l’arte medioevale e barocca, espressa nella Cattedrale e nelle Chiese del centro.

Ora ha ritrovato in Paradiso, l’amatissima Teresita, venuta a mancare nel 2008, e tantissimi poeti, artisti e letterati, ma anche tanta gente semplice. Le esequie sono state celebrate nella Chiesa del Sacro Cuore di Chieti e la salma riposa nella cappella di famiglia del capoluogo marrucino. Proprio nella città legata al Concilio Vaticano II, sempre sensibile alle forme sublimi dello spirito umano, come l’arte.

SANTINO VERNA