ATRI, Monastero Santa Chiara

RICORDO DI SUOR KAROL

Alle 22.45 di martedì 15 novembre, dopo immensa sofferenza, ha concluso premuratamente la giornata terrena, munita dei Sacramenti, Suor Karol Gentilozzi, clarissa del Monastero di Atri. Aveva da poco emesso la professione perpetua, nella Chiesa di S. Maria Assunta a Silvi Marina.

Nata nel 1980 e originaria di Silvi, Karol aveva lavorato nella cittadina natale e aveva incontrato il carisma di Francesco e Chiara, nella Parrocchia dell’Assunta, con la solerte guida dell’allora Vice-Parroco e poi Parroco e Guardiano, P. Maurizio Di Paolo. Breve fu il passaggio ad Atri, grazie alla collaborazione tra le Clarisse e la Parrocchia dell’Assunta, iniziata nel 1996 e intensificata nel 2001.

Entrata tra le Clarisse, Karol così chiamata dai genitori per omaggiare il Papa regnante alla sua nascita, Giovanni Paolo II, ora Santo, unico Papa giunto da regnante nella città degli Acquaviva, ha percorso la maggior parte della brevissima vita claustrale tra le mura di S. Chiara in Atri, circondata dall’affetto delle consorelle, degli atriani e dei silvaroli, e di quanti accorrevano al Monastero per chiedere preghiere, consigli e conforto. Una breve parte del cammino, Karol l’ha vissuto in Umbria, alla vigilia della professione temporanea, compiuta nella Chiesa di S. Chiara in Atri.

Tra le attività compiute nelle sacre mura, Karol si è dedicata al ricamo e al cucito e ha preparato tante volte i dolci del Monastero. Tra questi alcuni biscotti di sua invenzione, semplici e saporiti. La sofferenza ha bussato alla sua porta, mentre incombeva ancora la minaccia del covid19. Il verdetto era il male del secolo, quello ribelle a tutti i tentativi della scienza. Ha compiuto alcuni pellegrinaggi prima di arrivare alla stazione eterna, tra questi la S. Casa di Loreto e il Miracolo Eucaristico di Lanciano. La visita alla città frentana, con una consacrata laica, era sull’itinerario verso Lecce, dove è andata visitare l’attuale Arcivescovo Metropolita, Mons. Michele Seccia, già Vescovo di Teramo-Atri.

La malattia si leggeva sul viso diafano. L’ultima volta che l’ho vista, nella festa di S. Chiara, con le celebrazioni del Triduo, soprattutto la sera. Sorella morte è arrivata nel secondo giorno del Triduo di S. Elisabetta, un tempo festa molto sentita nel Monastero di Atri, con il pranzo preparato dalla fraternità OFS del Convento di S. Francesco, vissuta per tanti anni anche dopo la partenza dei Frati dalla città dei calanchi. Era la festa francescana più grande del Monastero atriano, dopo S. Chiara.

Karol ha scelto di essere sepolta a Silvi, accanto al papà, nato al Cielo nelle prime settimane dopo lo scoppio della pandemia. Nella cittadina dove è germogliata la vocazione, accanto alla Cappella feriale della Chiesa dell’Assunta, dove l’eponima è proprio S. Chiara. La vestale dell’Eucarestia. E anche Suor Karol è stata una vestale, nel silenzio, nell’umiltà e nell’impegno, non solo nell’antico Monastero di Atri, risalente all’epoca di S. Chiara, ma anche nella vita laica. Ed è stata una sentinella della città, a lode del Signore.

SANTINO VERNA