EMPATIA

ALCHIMIA DELLA CONOSCENZA E MAGIA DELL’ESISTENZA

Empatia: abbracciare il mondo altrui, scoprendolo con profonda
attenzione e accogliendolo con sentita partecipazione.

Essere empatici significa immedesimarsi negli altri, penetrando nella loro anima e giungendo alla loro essenza più nascosta.

Per lo psicologo Carl Rogers, l’empatia è alla base di tutti i rapporti umani positivi. Il filosofo Theodor Lipps concepisce l’empatia come la percezione delle proprie energie vitali, che implica la solidarietà dell’individuo con l’universo. Secondo lo psicologo Marshall Rosenberg l’empatia assume un ruolo determinante nel migliorare la qualità della vita, nel solidificare le relazioni e nell’accrescere il successo professionale. Egli, nel 1960, crea la cosiddetta “Comunicazione Non Violenta” (CNV), nota anche come “Comunicazione Empatica”, o “Linguaggio Giraffa”, per via dell’animale scelto come simbolo, che è famoso per avere il cuore più grande di tutti i mammiferi.

La Comunicazione Non Violenta è una filosofia esistenziale che consiste nell’evitare i conflitti e nel favorire uninterazione efficace con chi ci circonda. Essa rifiuta ogni forma di aggressività e si distingue per tre caratteristiche:

  1. L’Auto-empatia, ossia una grande consapevolezza di se stessi;
  2. L’Empatia, ossia un sincero ascolto dell’altro;
  3. L’Auto-espressione onesta, ossia l’espressione autentica del proprio essere.

Karla McLaren, autrice del libro “The Art of Empathy”, ha studiato ampiamente i meccanismi del processo empatico e ne ha individuati sei:

  1. Contagio emotivo: la trasmissione inconscia delle emozioni da un individuo all’altro;
  2. Accuratezza empatica: il saper riconoscere e comprendere le emozioni, le intenzioni ed i pensieri propri e altrui;
  3. Regolazione emotiva: il saper gestire le proprie emozioni, riuscendo a conservare sempre una buona dose di obiettività e lucidità mentale;
  4. Cambio di prospettiva: il mettersi nei panni degli altri, cercando di osservare le situazioni dal loro punto di vista;
  5. Preoccuparsi per gli altri: l’avere cura delle persone con cui si viene a contatto;
  6. Coinvolgimento intuitivo: racchiude le cinque abilità descritte precedentemente e rappresenta l’atto concreto, ossia l’agire funzionale sulla base delle proprie intuizioni.

L’Empatia non va confusa con la Simpatia: nella “relazione simpatica” si tende a categorizzare gli individui, classificandoli e valutandoli a seconda del loro modo di ragionare e degli interessi in comune. Si tratta, quindi, di una tipologia relazionale “discriminante”, poiché si mira all’assimilazione o all’esclusione. Nella “relazione empatica”, invece, c’è una considerazione positiva incondizionata, dove le diversità non vengono discriminate, bensì accolte. Nell’ambito delle Neuroscienze si sono susseguite numerose ricerche sull’empatia, da cui è emerso che essa è strettamente correlata all’esistenza dei cosiddetti “neuroni specchio”, ossia cellule cerebrali che ci fanno reagire in maniera speculare ai gesti altrui, imitandoli e sperimentandoli sulla nostra pelle.

EMPATIA IN AMORE:

È l’ingrediente imprescindibile, senza il quale l’amore non sussiste. Essa aumenta il coinvolgimento emotivo e consente un’intensa evoluzione reciproca, aiutando ad appianare i contrasti e prevenendo ipotetiche incomprensioni. Inoltre, perfeziona l’abilità di captare al volo i messaggi del partner e favorisce una fusione sublime con l’altro, rendendo unica e totale l’unione.

EMPATIA IN AMICIZIA:

È l’empatia allo stato puro che genera un rapporto nobile e disinteressato. Il vero amico è quella persona con cui aprirsi completamente, senza remore o tabù. L’amicizia tra due persone empatiche è ricca di confidenze e dialoghi stimolanti. La si riconosce perché non è inquinata da inutili polemiche o noiosi battibecchi, ma si nutre di stima ed onestà e, anche nel caso di divergenze di opinioni, si tende sempre ad essere costruttivi e ad accrescere e impreziosire il legame.

EMPATIA GENITORIALE:

Fare i genitori non è una passeggiata, questo è risaputo. Il loro modo di educare i figli incide fortemente sulla crescita e sullo sviluppo degli stessi. I genitori devono immedesimarsi nei figli e non viceversa, altrimenti scattano delle dinamiche strane. Il bambino caricato di troppe responsabilità che si trova a doversi preoccupare di captare e risolvere i bisogni di genitori insicuri, tende ad accantonare e a reprimere i propri che, però, riaffioreranno nell’età adulta sotto forma di vuoto da colmare. Il bambino trascurato o represso all’interno del nucleo familiare tenderà a tirar fuori i lati più ribelli del proprio io, manifestando uno spiccato desiderio di autonomia e di affermazione di sé. I bimbi che, nella loro infanzia, non hanno ricevuto attenzioni e dolcezze dalla madre difficilmente saranno affettuosi da grandi. Ad ogni azione corrisponde, quindi, una reazione. È, perciò, necessario usare equilibrio e saggezza, diventando sane figure di riferimento.

Cosa possiamo fare per innalzare il nostro livello di empatia?

  • Armonizzare la comunicazione, calibrandola a seconda di chi abbiamo di fronte;
  • Praticare un ascolto attivo;
  • Instaurare un clima di fiducia e mettere a proprio agio l’interlocutore;
  • Sospendere i giudizi e le critiche, facendoci noi per primi un esame di coscienza;
  • Armarci di pazienza e perseveranza, senza avere la pretesa di capire tutto subito;
  • Confrontarci con schiettezza e serenità, partendo da elementi di affinità.

Quali sono i vantaggi dell’essere empatici?

  • Riuscire a leggere nel cuore della gente, cogliendone i desideri ed i bisogni reconditi;
  • Avere una visione a 360° della vita, poiché più realtà conosciamo più si riempie il nostro bagaglio interiore;
  • Entrare in contatto intimo con l’altro;
  • Affinare il nostro fiuto psicologico, riuscendo ad interpretare con maggiore facilità gli enigmi della psiche umana;
  • Bloccare sul nascere asperità e conflitti;
  • Sviluppare rapporti gratificanti e solidi.

Occorre, però, imparare a dosare l’empatia, altrimenti si rischia di diventare dei “contenitori dei problemi” di chi non si fa scrupoli a riversare su di noi tutto il suo malanimo. L’empatia richiede impegno e tempo, quindi va canalizzata nel modo giusto e, soprattutto, con le persone giuste.

RIFLETTENDO…

È stupefacente come le percezioni possano viaggiare all’unisono e volare assieme verso lidi ignoti, da scoprire e da esplorare. Solo conoscendo realmente qualcuno avremo un quadro preciso della sua personalità.

In quanti si ergono a giudici senza sapere nulla? Quanti dissapori e quanti screzi si eviterebbero se cercassimo umilmente di metterci almeno per un istante nei panni dell’altro!

Solo immergendoci nell’animo altrui riusciremo a dedurre l’origine di determinati comportamenti. Se manca l’empatia, anche la gente più vicina a noi può sembrarci del tutto estranea.

Prima di trarre delle conclusioni affrettate, interroghiamoci sul vissuto di una persona, su ciò che ha passato, su quello che sogna, su come respira. Solo allora potremo maturare delle nostre considerazioni, realistiche e  non viziate da stupidi pregiudizi, tenendo ben in mente questa massima del grande Friedrich Hegel “Non c’è niente di più profondo di ciò che appare in superficie”.

Alessandra Della Quercia