PADRE LUCIANO MARINI NELLA PASQUA ETERNA

UN FRATE DISCRETO, DINAMICO E CARITATEVOLE

Dopo lunga sofferenza, concludeva la giornata terrena, in una RSA di Brescia, dove era ricoverato, Padre Luciano Marini, O.F.M.Conv., già direttore del Centro Missionario Nazionale dell’Ordine dei Francescani Conventuali. Il Signore lo ha chiamato in Paradiso, nell’antivigilia di Tutti i Santi, mentre una schiera di giovani francescani erano al convegno di Assisi.

Padre Luciano era nato a Chiari (BS) il 6 giugno 1941, e appartiene al drappello di frati bresciani della Provincia italiana di S. Antonio di Padova come l’ex-Segretario Generale P. Vincenzo Marcoli e lo storico direttore del MSA P. Giacomo Panteghini. Entrato a undici anni nel Seminario Minore dei frati, ha percorso le tappe formative nei collegi dell’allora Provincia Patavina, e nel 1966 fu ordinato sacerdote.

Tra gli incarichi più importanti, quello di Guardiano e Parroco della Basilica di S. Maria Gloriosa dei Frari a Venezia. Il mandato ha coinciso con l’episcopato nella città lagunare del Patriarca Albino Luciani, beatificato da Papa Francesco, il 4 settembre scorso. Padre Luciano ebbe la grazia e la gioia di conoscere il futuro Giovanni Paolo I, legato ai frati del Santo, soprattutto nella veste di collaboratore del MSA. Inoltre P. Luciano fu responsabile della casa di Rio di Pusteria, dove trascorreva qualche giorno di vacanza, quando era Patriarca di Venezia, il Card. Angelo Giuseppe Roncalli, poi Giovanni XXIII e ora Santo, perché amico di P. Giorgio Montico, conosciuto a Istanbul.

P. Luciano conobbe pure Franco Zeffirelli, e durante una cena, gli propose di girare un film su S.Antonio. Sarebbe stata la prosecuzione di “Fratello sole, sorella luna”, il miglior film sul Santo Poverello d’Assisi, non esente da critiche, perché il regista fiorentino, volle accontentare, in quel momento storico, sia i progressisti che i conservatori. Zeffirelli era sulle spine, perché avrebbe voluto un personaggio femminile accanto al Taumaturgo di Lisbona. E ci sarebbe stato ottimamente, la Beata Elena Enselmini, particolarmente venerata nella Provincia di S. Antonio, ma non poteva essere equiparata a S. Chiara.

Nel 2009 comincia la seconda giovinezza di P. Luciano, proprio accanto al sepolcro della Beata Elena, al Santuario di S. Antonio all’Arcella, Parrocchia di periferia, vicina alla stazione di Padova. I Superiori gli affidano l’incarico di missioni e giornate antoniane, con le reliquie del Santo dei miracoli, richieste soprattutto da Santuari e Parrocchie dell’Italia Meridionale. Accompagnato da un confratello, sacerdote o fratello, con la monovolume scura, ha girato in largo e lungo l’Italia, senza stancarsi mai. Quando doveva andare in Puglia o in Molise, si fermava nel Convento di S. Antonio a Pescara, e la città dannunziana poteva dire di aver ospitato, sia pure per una notte, e in forma privata, la “massa corporis” del Santo di tutto il mondo, come lo aveva definito Leone XIII.

L’ultima peregrinazione abruzzese di P. Luciano, è stata nel luglio 2017, quando la missione fu compiuta nella Parrocchia di S. Antonio a Montesilvano. Le reliquie sostarono ancora una volta nella Chiesa di Viale Sabucchi e subito furono portate all’ingresso Nord di Montesilvano, prima della S. Messa celebrata all’aperto, sul sagrato della Chiesa del Santo dei Miracoli.

Poiché accusava problemi di salute, P. Luciano fu sollevato dalle missioni antoniane, e trasferito al Convento di S. Francesco a Brescia, accanto al sepolcro del Servo di Dio Giacomo Bulgaro. Il servizio delle reliquie di S. Antonio fu affidato a P. Egidio Canil, tornato da Rivotorto alla Provincia d’origine. P.Luciano, nella città di S. Paolo VI, ha vissuto l’avvicendamento dei Guardiani, con il trasferimento di P. Gian Carlo Paris a Noventa Padovana, presso il centro educativo-assistenziale sotto la protezione di S. Antonio e l’arrivo di P. Alberto Tortelli, proveniente dalla Basilica del Santo. A Brescia era arrivato in tempo per i festeggiamenti della canonizzazione del figlio più illustre, Giovanni Battista Montini, terziario francescano proprio della Chiesa di S. Francesco a Brescia, ad un tiro di schioppo dal palazzo avito. Come lo era il papà, Avv. Giorgio e il fraterno amico Beato Giuseppe Tovini. Contestualmente è diventato Santuario montiniano, la Basilica delle Grazie, sempre a Brescia.

P. Luciano, nella sofferenza ha vissuto la drammatica pagina del covid che ha portato in Paradiso diversi frati, come P. Vincenzo Burlotti, per tanti anni al Convento (ora soppresso) di Gazzolo-Lumezzane e aiuto festivo del Bel S. Francesco di Brescia.

In Cielo ha ritrovato tanti frati e amici, l’indimenticabile Padre Luciano, del quale ricordiamo la passione per il calcio. Un interesse che sapeva trasformare in strumento formativo e pastorale. Era un frate e sacerdote, discreto, dinamico e pratico, caritatevole e di non molte parole. Raffinato e non lezioso, sapeva rimproverare senza umiliare, e sapeva essere professionale e in pari tempo donava tanto affetto. Continuava nel tempo e nello spazio la diaconia di Francesco e il sacerdozio di Antonio, e la sua memoria rimane in benedizione per quanto ha operato per la Chiesa e per l’Ordine.

SANTINO VERNA