RIFLESSIONI SUL FILO DEL PESSIMISMO E DELLA SPERANZA

CRISI ECONOMICA E ART. 18

Dal salva Italia di Monti allo sblocca Italia di Renzi tutte frasi ad effetto che però non risolvono la crisi. Dalla crisi dell’Italia di Monti (che ogni giorno solo lui vedeva la luce in fondo al tunnel) alla crisi europea di oggi. L’Italia ed alcuni paesi europei sono in deflazione (termine economico brutto e difficile da capire) ma che in sostanza vuol dire che i prezzi dei prodotti scendono ma l’economia non avanza. Sola ora ci si accorge che la crisi è europea e non solo del Sud Europa, solo ora gli indici negativi hanno fatto aprire gli occhi a tutta L’Europa.

Qualche anno addietro scherzando con Nino Bindi dissi che per superare la crisi ci volevano 5 anni e Nino mi chiese uno sconto. Caro Nino oggi dico che la crisi comincia adesso ed alcuni istituti hanno già detto che prima di 8 anni non ci saranno nuovi posti di lavoro.

La situazione dell’Italia é più  grave rispetto agli altri stati per diversi motivi : 1) art 18; 2) il costo del prodotto; 3) il sistema giustizia; 4) la burocrazia.

Dicono che l’art. 18 è uno strumento di civiltà ma esiste solo in Italia, così si afferma che paesi come Germania e Francia che non hanno l’art. 18 sono incivili.

L’articolo 18, per me, è il primo e più importante ostacolo per  far arrivare i capitali stranieri in Italia, é il primo anello di una lunga catena di vincoli che il mondo industriale non vuole e per questo allontana i capitali dall’Italia. Per la prima volta, negli ultimi mesi, l’OCSE ha detto all’Italia di eliminare questo articolo. Negli ultimi giorni Squinzi, presidente di Confindustria, ha detto chiaramente, non so su quale base scientifica, che i capitali  stranieri non vengono in Italia a causa dell’articolo 18.

L’art. 18, che non permette il licenziamento del personale oppure che obbliga al reintegro, tiene bloccato tutto il sistema industriale e non crea quella circolazione di posti di lavoro. L’industria non potendo licenziare neanche nel caso di calo delle commesse non assume quando si presenta un forte aumento di richieste. La circolazione dei posti avviene se qualche ditta licenzia ma le altre, che hanno bisogno, assumono. Con il sistema é bloccato nessuno può licenziare ma nessuno assume.

Sull’art.18 abbiamo assistito ad una battaglia ideologica con divisione all’interno del PD e del sindacato. I vecchi del PD e della CGIL non hanno arretrato di un millimetro neanche con l’introduzione delle  tutele crescenti. Questo delle tutele crescenti è tutto da capire soprattutto nel suo impatto economico e di chi le paga. Le numerose tutele esistenti fanno fuggire i capitali dall’Italia e dall’Europa. L’unità sindacale invocata è un altro feticcio da eliminare ed in nome di essa quello che decidevala CGILveniva poi realizzato.

Sull’art. 18 c’è la posizione del Movimento 5 Stelle contraria alla sua eliminazione. Il Movimento 5 Stelle dimostra di avere il cuore fatto da persone oneste e moderate stufe delle tangenti e dei privilegi della classe politica ma la mente (quella che pensa e decide) della peggiore e pericola estrema sinistra (peggiore e pericolosa dal punto di vista delle scelte economiche). Quando ho sentito Di Maio, tra i più moderati ed anche intelligente, un Vaffa sonoro e prolungato è partito nella mia mente anche se non sono abituato a questo tipo di linguaggio. La rissa al Senato solamente per ritardare l’approvazione della legge è vergognosa.

 Alla fine e dopo l’approvazione al Senato con i numerosi emendamenti introdotti non si capisce se l’art. 18 sia stato eliminato o no. Non sono un illusionista che dice che l’eliminazione dell’art. 18 all’improvviso crei migliaia di posti di lavoro come non sono neanche un cretino nel credere che la “Job Act” approvata crei meravigliosi posti di lavoro, come tanti stanno affermando.

Una cosa non mi piace della legge, l’istituzione dell’Agenzia Nazionale per l’impiego che creerà qualche posto di lavoro ma sulle spalle e sul bilancio deficitario dello Stato. Gli storici Uffici di Collocamento furono chiusi perché avevano fallito, non creavano posti di lavoro ma solo burocrazia inutile e costosa ed adesso saranno riaperti.

Nicola Dell’Arena