PARIGI

Primo premio internazionale di fotografia
“Vivian Esders” all’atriano Mario Carnicelli

Strana e bella la nostra Atri: come una anziana nobildonna, si concede, languida, allo scorrere delle stagioni seguendone i ritmi lenti, a volte, pigri. Ma basta sollevare un po’ il velo di cui si ammanta per scoprire una realtà viva, pulsante di energie inaspettate. Tanti sono i suoi giovani che riversano un innato talento in attività artistiche nei più svariati campi: scrittura, musica, canto, pittura, scultura. Altri si distinguono per preparazione e impegno in lavori di alto profilo.

Ma anche qualche “vecchio” riserva piacevoli sorprese che inorgogliscono non poco. E’ il caso di Mario Carnicelli, fotografo di origini atriane, toscano di adozione. Si, perché Mario, oltre ai tanti, lusinghieri riconoscimenti ottenuti in passato, proprio in questi giorni, a Parigi, è stato designato vincitore del Prix Viviane Esders riservato a fotografi con età superiore a sessanta anni. Le sue fotografie in bianco e nero e a colori sono state scelte da una prestigiosa giuria tra quelle di 280 candidati di quattordici paesi europei. Questa la motivazione: “Con Mario Carnicelli la ricerca documentaria assume un’altra dimensione perché si eleva ad una vera e propria analisi della società, in Italia come negli Stati Uniti”. La sua fotografia si colloca a metà tra la “street photography” e la corrente umanistica passando attraverso un’attenzione particolare all’individuo, alle persone comuni, di cui capta le attitudini, le posture che ritiene rivelatrici di una determinata epoca e, nello stesso tempo, universali".

 Ma, oltre che sul linguaggio del corpo, Mario si sofferma sui volti per documentarne le emozioni rivelando un occhio attentissimo alle reazioni affettive dei personaggi comuni come nelle foto “americane” o in quelle del celebre reportage per i funerali di Togliatti nel 1964 a Roma. O anche ad Atri, suo paese natale. In un’intervista concessa in Francia ad un periodico d’arte in occasione del conferimento del primo premio, egli dice testualmente: ”Sono convinto che gli atriani rappresentano un osservatorio ideale per un’analisi del mondo”. Grazie, Mario, per quest’affermazione che testimonia come Atri sia sempre nel tuo cuore. Anche in momenti tanto importanti.

Gabriella Romano