CENTENARIO DELLA NASCITA DI BEPPE MORI.

UN GRANDE GIORNALISTA TOSCANO
CHE AMAVA L'ABRUZZO

A cento anni dalla nascita ricordiamo il Dottor Giuseppe Mori, Capo Redattore della RAI di Pescara. Un giornalista di razza, come lo definiva il collega Giovanni Verna, proprio quando scrisse la notizia della prematura dipartita del barbato direttore.

Beppe Mori era nato nel 1922 ad Empoli, e pochi anni dopo seguì uno zio in Ancona. Dopo la maturità classica nella città dorica, si trasferì a Roma, dove si laureò in giurisprudenza, cominciando subito l’attività giornalistica. Entrato in RAI, svolse una brillante carriera professionale, e fu Capo dell’Ufficio Stampa dell’allora Presidente del Consiglio Fernando Tambroni Armaroli.

Dopo l’omicidio di Aldo Moro, suo quasi omonimo, il Dottor Mori fu promosso Capo Redattore RAI per l’Abruzzo, perché intendeva terminare la carriera nella regione natia della consorte, la psicologa Wilma Vallonchini, passata anche lei all’altra riva poco dopo lo sposo. Giunse nella città dannunziana quando cominciava la sperimentazione del TG regionale. E infatti toccò al Dr. Mori presentare, la sera del 15 dicembre 1979, il primo bollettino sul video dell’Abruzzo. Il giorno dicembrino non fu casuale, perché si ricordava il ventennale dell’inaugurazione della sede di Via De Amicis, moderno stabile a più piani, vicino al mercato coperto di Pescara Centrale. Con precisione e puntualità l’evento fu ricordato dal direttore, prima di passare alle notizie.

Da Capo Redattore RAI, il Dr. Mori ebbe la gioia di seguire cinque visite ufficiali di S. Giovanni Paolo II in Abruzzo. La prima, annunciata nel primissimo TG, a L’Aquila, nel 1980, e fu la svolta della Perdonanza. La seconda, nel 1983, quando il Papa polacco incontrò i lavoratori a S. Salvo. La terza, sempre per l’incontro con i lavoratori, due anni dopo, nella festa di S. Giuseppe, ad Avezzano. E tre mesi dopo la visita alle diocesi di Teramo e Atri, con l’Angelus al Santuario di S. Gabriele. L’ultima, seguita da Peppe Mori, anche se andarono sul posto l’immancabile Giovanni Verna e Francesco Saverio Garaguso, a Piani di Pezza, dove il barbato direttore avrebbe ritrovato il corregionale P. Ernesto Balducci.

Giuseppe Mori si sentiva toscano, anche se non propriamente fiorentino, come rimarcava il collega ecologista Mario Bossone. Lo sportivo Mario Santarelli definiva il gradevole accento del “barba”, né toscano, né romano, frutto della poliedrica esperienza umana e professionale, in tanti luoghi. Il Dr. Mori era un uomo di cultura, cronista politico, attento a tutti gli avvenimenti di un Abruzzo, entrato economicamente tra le regioni dell’Italia Centrale, ma rimasto storicamente Mezzogiorno. Le caratteristiche erano peculiari. Alto, dalla barba fluente, con i capelli lunghi, atletico, sempre elegante, con i cardigan scuri dove spiccavano discreti colori. Era un buon conversatore e sapeva parlare di tutto. A volte alzava la voce, ma questo è da mettere in conto in una redazione, come in qualsiasi ufficio. Poi, gli occhi diventavano lucidi e chiedeva la riconciliazione. Era uomo di fede, anche se mai ostentata.

Collocato in pensione nel 1987, non ha goduto del meritato riposo, perché il male del secolo l’aveva già aggredito. Gli subentrò nella veste di Capo Redattore, il suo vice, Dr. Fausto Celestini, venuto a mancare, ultranovantenne, lo scorso anno. Il Dottor Mori concluse la giornata terrena il 6 marzo 1988, in una clinica pescarese. Le esequie furono celebrate a Pescara, nella Chiesa dello Spirito Santo. Tra i presenti anche l’amico Sergio Zavoli. La salma fu tumulata a Empoli. Per ricordarne il centenario sarebbe meraviglioso pubblicare una scelta dei suoi “Obiettivi”, trasmessi in radio, annunciati da Carlo Orsini. Perle di giornalismo incarnato in una terra dai mille volti, come l’Abruzzo.

SANTINO VERNA